I bambini (con i nonni) stanno bene: mamme-blogger raccontano

Questo è un post un po’ speciale. Ho chiesto ad alcune mamme-blogger di raccontare del rapporto nonni/nipoti. Io avevo immaginato che scrivessero soprattutto di come i loro genitori o i loro suoceri interagiscono con i nipoti, oppure di qualche consiglio per gestire al meglio il ruolo di nonni-babysitter. Ma alcune hanno anche ricordato i propri nonni, che hanno lasciato su di loro tracce di grande emozione e profondo affetto. C’è poi anche una voce dissonante…

Comunque, sono emerse storie e riflessioni interessanti. Ecco qui un primo gruppo di racconti. Leggete, divertitevi, e magari commuovetevi 😉

 

Martina Calabresi – MY BABY ALMAwww.mybabyalma.com

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Pochi giorni fa una persona è entrata in camera mia e mi ha chiesto chi era quella bella signora anziana nella foto sulla mensola. Sono lì. Tutti e quattro, i miei nonni. Le foto dei miei nonni hanno fatto il giro del mondo, sono entrate in ogni casa in cui ho vissuto.

Io e mia figlia viviamo con i miei genitori. Essendo da sola e lavorando anche fuori città, è l’unico modo per non spendere un capitale tra asilo e tate e soprattutto per dare ad Alma una quotidianità di certezze. I miei genitori hanno un ruolo fortissimo nella vita di mia figlia e soprattutto mio padre, attualmente l’unico uomo nella sua vita, è il suo affetto più grande oltre a me. Non so come sia la vita vista dagli occhi di Alma, ma so che è una bambina allegra, solare e simpatica, e questo mi fa sperare che le scelte che sto facendo siano per il meglio.

Io i miei nonni li ho vissuti tutti e tre tantissimo: nella mia fase adolescenziale sono state le persone che ascoltavo di più, anzi diciamo pure le uniche! Essendo svincolati dall’obbligo di educare, i nonni sono liberi di dedicare il loro tempo ai nipoti trasmettendo le loro esperienze con serenità, dando ai nipoti sicurezza. Io ho giocato tanto con loro: avevano tempo, il tempo che spesso noi genitori non abbiamo perché torniamo stanchi dal lavoro; e soprattutto i nonni hanno la pazienza… Perché ci sono già passati e sanno che cosa hanno sbagliato.

Ma una cosa bisogna ricordarsi. Con i nonni non bisogna mai rimandare. Se si ha voglia di andare da loro bisogna farlo. Se si ha voglia di telefonargli bisogna farlo. Quando è morto mio nonno io ero dall’altro capo del globo e ringrazio il cielo che proprio la sera prima ero riuscita a telefonargli: “Ho ricevuto la tua cartolina proprio oggi! Ti sento felice e questo mi rende felice.” Sono le ultime parole che gli ho sentito dire al telefono e quando è mancato aveva un libro in mano con la mia cartolina come segnalibro.

 

Nema Mohamed – LA NEMINAwww.lanemina.it

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Dei nonni dei miei figli quella più presente, sicuramente anche per questioni di vicinanza, è mia madre. Mi è stata molto vicina quando ho partorito la mia prima bimba ed ero inesperta e lo è stata forse ancora di più quando ho avuto i gemelli ed ero sommersa dalla fatica. Il nostro rapporto è molto migliorato da quando sono diventata mamma, forse perché in qualche modo, paradossalmente, mi sono sentita più figlia. La mia maternità ha rimesso i ruoli tra me e mia madre al loro posto, riappacificandoci.

In entrambi i casi quando sono rientrata a lavoro si è offerta di tenerli e anziché mandarli al nido li ho affidati alle sue cure. Sono felice della scelta fatta, sia perché saperli nelle sue mani mi rasserena molto, sia perché sono convinta che entrambe le parti beneficino di questo contatto e spero anche loro come me possano conservare tantissimi dolci ricordi legati alla nonna materna.

Come tutte le nonne noto un grosso cambiamento rispetto a quando era “solo” una mamma: ora è più permissiva e meno severa, ma non me ne lamento perché sono convinta che faccia parte della trasformazione.

 

Sara Marangoni e Monica GualtieriASCOLTAMI CON GLI OCCHIwww.ascoltamicongliocchi.com

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Elenco di cose che i nonni fanno meglio:

  • sanno cucinare molto meglio e sanno fare più cose fatte in casa (anzi…fanno TUTTO in casa!!!);
  • hanno il pollice verde, perchè non solo hanno l’orto, ma non vedono l’ora di insegnare ai loro nipoti a piantare, seminare, coltivare, attendere la schiusa di un semino con una pazienza… …innnnnffffffiiiiniiiiiiitaaaaaaaaaa;
  • sanno riparare quasi tutto in casa e se ne intendono di idraulica, di elettricità, di falegnameria, di botanica, di meccanica… (vero, mamma?);
  • tutte le nonne femmine sanno rammendare e fanno il bucato mille volte meglio di come lo facciamo noi (e non riesco mai a capire quali sortilegi o pozioni magiche, filtri o amuleti usino per far diventare i panni bianchi che più bianchi non si può!);
  • sanno a memoria le poesie di 40 anni fa che avevano imparato alle elementari, i proverbi che gli avevano tramandato i loro nonni, gli aneddoti, le storie a loro volta ascoltate durante la loro infanzia e alle orecchie di un nipote le trasformano in favole meravigliose;
  • conoscono giochi di una volta, melodie, ninna nanne, in grado di avvolgere di magia i momenti con i loro adorati nipoti;
  • raccontano ai nipotini pezzi di vita dei loro genitori (che invece non ricordano);
  • acconsentono a qualunque richiesta dei loro nipoti, ma mentre i nonni maschi concedono a prescindere, le nonne femmine sono l’equilibrio fatto persona perchè fanno passare la concessione come una cosa meritata;
  • hanno gli occhi perennemente innamorati: avete mai badato a quella luce oculare accesa quando i nonni guardano i nipoti? Se quegli occhi potessero essere una fonte di energia rinnovabile, saremmo veramente ricchi! Loro vedono cose che noi genitori, presi dalla quotidianità e dalla frenesia della vita, non vediamo nemmeno; loro incoraggiano instancabilmente, credono nei nipoti sempre e comunque; stimolano la loro fiducia, la loro naturalezza, il loro essere se stessi.

Quando ho chiesto alle mie figlie cosa piace loro più di tutto dei nonni la risposta è stata: “Tutto… sono buoni“. E voglio credere che non sia solo per una banale questione di permissivismo…  sono certa che sia proprio per quella luce negli occhi!

 

Paola Cimaroli – MAMSITTERwww.mamsitter.com

Cimaroli Paola e nonno

Baffi, coppola, sorriso e occhi azzurri. Un carattere burbero, dicono. Non con i nipoti, non con me.

Mio nonno Giovanni: classe 1933. Di quelle che hanno vissuto la guerra e che hanno salvato la vita ad un tedesco ferito.

Mio nonno è cresciuto in una famiglia umile ed onesta, dove la parola e la stretta di mano contavano più di mille contratti.

Mi ha insegnato a vivere e a capire cosa volesse dire essere uomo, anche se sono una donna. Che i figli sono la cosa più importante e che ci si toglie il pane dalla bocca per loro, se serve. E soprattutto mi ha insegnato cosa sia la dignità.

Ed è proprio questo l’insegnamento più importante che spero di riuscire a trasmettere a mio figlio. Essere persone integerrime e superare ogni difficoltà senza piangersi addosso per una vita intera, non va più di moda. Si preferisce per lo più approfittare delle opportunità immediate, delle vie più brevi, che probabilmente non condurranno nemmeno troppo lontano.

Lo sforzo, il sudore, la fatica, non sono più calcolati come prezzi dovuti per raggiungere sogni lontani. Anzi. Chi si rompe la schiena giorno dopo giorno è uno sfigato.

Ecco, mio figlio è fortunato.

Fa parte di quella generazione dei “nativi digitali” i quali hanno come must quello di “craccare” il sito della NASA a 14 anni.

Ma mio figlio è fortunato. Sa quali sono le storie che vengono da lontano.

Quelle che parlano della fame e dell’acqua portata in testa dalle donne fino in casa, con delle giare.

Conosce le fiabe di camminate a piedi sotto la luce della sola luna, per andare a trovare fidanzate distanti.

Conosce il lavoro nei campi, il profumo dei pomodori raccolti.

Mio figlio è fortunato perché sa che c’è un’altra vita, oltre quello schermo.

E se noi tutti l’abbiamo conosciuta lo dobbiamo proprio a te, Nonno mio.

 

Flavia Rossi – CENTRIFUGATO DI MAMMAhttp://centrifugatodimamma.com

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La nostra bimba di un anno e mezzo è nata in Repubblica Dominicana, dove viviamo, a 12 mila km dall’Italia, dove vivono invece le nostre famiglie di origine. La tecnologia ci aiuta tanto e Priscilla ha imparato da subito a relazionarsi con nonni e zii “veri” tramite Skype e lo schermo di un pc. Ma la mancanza fisica si sente comunque.

La cosa meravigliosa è che con la nascita di Priscilla si è consolidata quella che io chiamo la nostra famiglia caraibica. Questi amici sono stati fondamentali soprattutto dopo la nascita: mi hanno aiutata a sentirmi meno sola e a riprendere piano piano un nuovo ritmo. Non mancava giorno che la nonna acquisita non facesse un salto a vedere come stessimo, non passasse a portare qualcosa da mangiare di pronto (cosa che il primo mese mi ha salvato in più occasioni!!! ), non tenesse la bambina mentre riordinavo la casa, stendesse la lavatrice mentre allattavo o mi accompagnasse a fare commissioni finché non ho potuto riprendere a guidare..

L’aiuto è proseguito nei mesi e nonostante i nonni “veri” siano lontani, so che possiamo contare sui nonni anche qui. Nonni importanti non solo per me, ma soprattutto per Priscilla, che li adora e va volentierissimo a casa loro se io devo lavorare o prendermi del tempo per me.

Questi amici ci supportano, sopportano e amano la bimba come dei veri nonni, anche viziandola un po’… com’è giusto che sia! 😉

 

Silvia Poletti – IL NIDO DELLE NUVOLE – ilnidodellenuvole.blogspot.it

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Quando una madre racconta che i propri figli vengono curati dai nonni, spesso viene guardata con invidia da altri genitori che credono che la loro vita sia di conseguenza un sogno tutto rose e fiori. E invece non è così.

I nonni infatti potranno anche essere le  persone più gentili ed educate del mondo, ma troppo spesso sono caratterizzati dal piccolo difetto di credere di conoscere la verità suprema su ogni argomento legato alla vita umana e non. E di conseguenza di sapere alla perfezione come si cresce un bambino di pochi mesi. Non sia mai detto che gli si chieda qualche variazione rispetto al loro pensiero, sarà di certo qualcosa di sbagliato (se glielo diciamo noi genitori, il medesimo consiglio suggerito loro da una persona terza invece sarebbe accolto in modo completamente diverso).

Naturalmente questo comporta anche che spesso lascino trasparire una mancanza di fiducia nell’effettiva capacità di gestire un bambino da parte dei genitori: il bimbo comincia a piangere? Di certo sapranno solo loro come calmarlo capendo in pieno i suoi problemi, come potrebbero mai la madre o il padre saperne più di loro?

C’è poi da gestire l’aspetto non secondario della divergenza di opinioni tra nonni materni e paterni. Sia mai detto che i consuoceri sappiano gestire il nipote altrettanto bene o addirittura meglio di loro. E partono così discussioni indirette che spesso creano atmosfere che neanche durante la guerra fredda se le immaginavano. Se poi il bambino viene gestito solo da una delle due coppie di nonni, vi lascio immaginare i continui commenti che possono arrivare dall’altra parte. Spesso conditi da frasi piene di vittimismo, come se questa gestione esclusiva da parte degli uni o degli altri, dovuta semplicemente ad una questione logistica e di vicinanza, sia stata invece studiata a tavolino per impedire ai nonni trascurati di vedere il nipote.

Ancora convinti che avere l’aiuto dei nonni abbia solo aspetti positivi? Credetemi, dopo pochi mesi andrete ad informarvi sulle rette e gli orari degli asili nido vicini alle vostre case! Provare per credere!

 

 

In copertina una celebre e bella foto della fotografa americana Annie Leibovitz.