Convivenza tra madre e figlia: conflitti, cicloni e il fantasma di Virginia Wolf

Marienza (l’avete conosciuta quando aveva raccontato per il blog una bella storia che faceva riflettere, questa qui) mi manda uno scritto. Uno sfogo, certo, tra le lacrime e il riso, sicuramente da mal di stomaco, ma carico di ironia. E io lo trascrivo per voi.

Convivenza tra madre e figlia: conflitti, cicloni e il fantasma di Virginia Wolf

Questa è la storia di una prova di convivenza sul lungo-periodo tra una madre, sua madre (la nonna) e una nipotina deliziosa.

Ricordiamo che i cicloni hanno tutti nomi femminili.

La madre più giovane arrivò, desiderata e amata, per sconvolgere, ri-assettare e dare un ordine logico-operativo alla famiglia.

Se il turbine che si andava snodando si fosse avvolto su se stesso,  sarebbe diventato un sasso e, scagliato, avrebbe fatto meno male.

Ma come comincia la storia?

Inizia con questa Fantastic Nonna che accoglie con amore, desiderio, felicità la giovane, meravigliosa famiglia, laboriosa e desiderosa di un momentaneo sostegno.

Non arrivano soltanto valigie e pacchi, ma velocemente si crea una casa, che amalgama le varie vite con un po’ di fatica e tanta collaborazione, nel minor tempo possibile.

Operazione fantastica!

Ma ecco che tarme, batteri, disinfestazioni, il cibo, i consigli, la tolleranza, tutto diventa un obiettivo bellico.  Come in una BlitzKrieg, una guerra lampo, strategie, messaggi criptati, qualche razzo violento si abbattono sull’incredula nonna, che precipita come Alice nel pozzo, facendosi piccina e diventando, appunto in un lampo, incapace di vivere e di sorridere.

Che fare?

Nulla, proprio nulla, se non buttare il proprio corpo su una superficie piatta, come un letto… oppure un divano…

Come piatto è ormai il suo pensiero, disposto all’acquiescenza. Fantastic Nonna dimentica di essere una guida.

Casa, lavoro, asilo nido. Interni, esterni. Organizzati, programmati, perfetti.

Gli spazi via via occupati si trasformano nel modo migliore, così avviene che l’appartamento diventa anche più bello e vivace.

Fantastic Nonna assiste con stupore alle trasformazioni migliorative rispetto al passato e va, ma solo qualche volta, in confusione.

Davvero, è incredibile come la casa riveli possibilità insospettate, come prometta di allargarsi spontaneamente per restituire sentimenti, voci, ricordi e di donare future gioie.

Chi ha paura di Virginia Woolf ?

E allora?

La grande Virginia, la scrittrice dell’inizio del secolo scorso, ce lo ha detto e dimostrato: una donna (scrittrice, ma anche altro) ha bisogno di tre ghinee al mese e di una stanza tutta per sé.

Fantastic Nonna lo ha capito e sostenuto fin da piccola, ahimè.

Nella casa in questione la stanza tutta per sé è lo studio e Fantastic Nonna lo difende come in una guerra di trincea.

Ma vedendo lo studio occupato la ciclonessa si lascia andare: di egoismo, culto di sé, schizofrenia, depressione, doppiezza viene via via accusata la nonna, ormai non più considerata Fantastic.

Per la nipotina la paura del lupo è in via di devitalizzazione. Ma, che dite, il lupo cattivo forse prenderà d’ora in poi le sembianze di Virginia Woolf?!

 

Nell’immagine di copertina Virginia Woolf nella sua stanza.

Una bella recensione di Una stanza tutta per sé (1929) è questa.