Il mio abbraccio, signora King

Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per ciò che la loro persona contiene.

Esattamente 50 anni fa, in quell’anno rivoluzionario in cui si posero le basi per un grande rinnovamento della società, delle relazioni tra i popoli, dei rapporti tra i generi,  veniva assassinato Martin Luther King.

Premio Nobel per la Pace, splendido ed equilibrato attivista per i diritti civili, uno dei grandi del Novecento, il reverendo King veniva ucciso da un colpo di fucile a Memphis,  sparato da un criminale razzista e convinto sostenitore del segregazionismo.

La notizia dell’assassinio di King suscitò violente proteste e manifestazioni ovunque negli Stati Uniti e 35 persone rimasero uccise. Ma il popolo di Martin Luther non poteva non dimostrare la sua rabbia e il suo dolore. Anche Coretta Scott King, la vedova che aveva appena perso il padre dei suoi quattro figli, guidò nella stessa Memphis una manifestazione di spazzini, tutti neri naturalmente, che marciarono pacificamente per la città.

Il mio pensiero oggi va a questa fantastica donna che non si fermò mai, che non venne azzerata dall’assassinio brutale di suo marito. Crebbe da sola i suoi figli, che divennero tutti e quattro importanti attivisti politici; e questo sarebbe stato già molto. Ma continuò anche a testimoniare il pensiero di Martin Luther e suo, a presenziare in ogni momento di lotta per i diritti degli afroamericani, a gioire insieme a loro per ogni conquista.

Nei suoi discorsi fece molte affermazioni autentiche e profonde. Una di queste è particolarmente vera e mi appartiene. E’ da tener presente oggi, in questi tempi che invece di schiarirsi, come avrei pensato in quel lontano Sessantotto,  si stanno rabbuiando in modo preoccupante.

La libertà non è mai conquistata una volta per tutte. Bisogna lottare per lei e conquistarla ad ogni generazione.

Grazie, signora King, terremo presente.

 

Qui il link a un post sulla mia amata Nina Simone, che fu amica e sostenitrice dei King e che scrisse una splendida canzone dopo l’omicidio di Martin Luther, Why the King of Love is Dead?