Desideri: il trenino delle Centovalli e il ritratto di famiglia

Tineke, brava grafica olandese trapiantata in Italia, poi mamma, quindi la nonna che avete conosciuto in questo post, ci racconta di un piccolo viaggio in treno intrapreso insieme dalle quattro generazioni della sua famiglia.

 

I bisnonni dall’Olanda

Abito in Italia da ormai 37 anni e ogni primavera sono venuti a trovarci i nonni dall’Olanda. Per il compleanno della loro prima e unica nipote femmina si fermavano qualche giorno a casa nostra per poi proseguire per la Toscana e l’Umbria con la loro intramontabile tenda canadese e gli attrezzi per la pittura.

Giravano un mese, con il cellulare quasi sempre spento, a caccia di sole, case antiche, ponti sgretolati, muri scrostati, portici e tutto quello che aveva qualcosa da raccontare. Al ritorno si fermavano di nuovo qualche giorno, per poi completare nel viaggio di ritorno i 4000 chilometri di vacanza in auto.

Quest’anno la loro età media ha raggiunto gli 86 anni e finalmente hanno deciso di stare con noi ben tre settimane! Ma la caccia è continuata: hanno noleggiato un’auto e ogni mattina sono partiti per i dintorni, tornando la sera con i blocchi pieni di schizzi e acquarelli.

Un giorno, mia mamma ha detto: ‘Ho sempre avuto un desiderio: vorrei tanto fare quel viaggio con il trenino che attraversa le  montagne e poi arriva a Locarno.’

Il trenino delle Centovalli

Così, per accontentarla ma anche con entusiasmo e partecipazione da parte di tutti,  siamo partiti insieme una mattina presto, bisnonni, nonna Tineke, mamma Elena e le due bisnipotine Emma e Camilla. Abbiamo posteggiato alla stazione di Stresa per prendere il treno per Domodossola. Un selfie di gruppo, con il cellulare in bilico sopra il cestino.

selfie famiglia alla stazione

Ed eccoci sul trenino delle Centovalli. Il primo pezzo in questo treno di lusso è stata una vera scoperta:  in 20 anni da pendolare tra Arona e Milano non mi era mai capitato di viaggiare così. Ogni stazione è annunciata in tre lingue e ci viene persino controllato il biglietto.

È un biglietto speciale, con sconti per i bisnonni e le bimbe che comprende tutti i mezzi del giro, che in genere viene proposto al contrario: partenza da Arona per Locarno con pranzo a bordo, poi Locarno – Domodossola e infine Domodossola – Arona. Costa di più e noi preferiamo il pranzo al sacco: quindi abbiamo deciso di percorrerlo al contrario.

In questo primo tratto il panorama fuori dal finestrino non è abbastanza interessante e mamma Elena tira fuori i primi attrezzi: si disegna.

Emma disegna

Camilla disegna

Alcuni treni sono composti da vagoni panoramici, con grandi vetrate, ma il nostro primo trenino è normale. Ci sono tanti turisti stranieri, ma vicino a noi c’è una ragazza che abita in un paesino sperduto e che torna a casa dall’università di Milano. Non parla molto e guarda quasi sempre fuori, riassorbendo il splendido paesaggio di queste montagne della Val d’Ossola, a volte verdi con pascoli ben tenuti, case abitate piene di fiori, ma composto anche di rocce ruvide e fiumi che nei secoli hanno scavato letti profondi in cui si gettano a gran velocità. Ogni tanto sorride.

Decidiamo di scendere a Santa Maria Maggiore. È una bella giornata di sole e giriamo a piedi in questo paese conosciuto per gli spazzacamini: c’è un bellissimo museo e ogni anno a inizio settembre c’è il raduno internazionale di quelli che esercitano questo antichissimo mestiere.

Dopo un’ora riprendiamo il nostro viaggio con un treno panoramico strapieno di comitive tedesche, ma il personale a bordo gentilmente ci trova posto nella prima carrozza con una vista spettacolare. Pranziamo con i nostri panini e la frutta mentre fuori scorrono dei paesaggi incredibili. Il bisnonno fotografa, come ha sempre fatto in ogni viaggio.

il bisnonno fotografa a bordo del trenino delle Centovalli

A un certo punto il treno rallenta e alla nostra sinistra vediamo un precipizio da far girare la testa. Si attraversano infatti valli diverse, in punti dove si arriva solo con questo fantastico treno, oppure a piedi. Ogni tanto si ferma perché la rotaia diventa unica e incrocia il treno che viaggia nel senso opposto.

Poco primo di arrivare a destinazione si passa vicino al piccolo borgo Verscio dove ha vissuto il famoso clown Dimitri e dove aveva creato un teatro e una scuola. Di lui esiste un bellissimo cortometraggio animato da far vedere a tutti i nostri nipoti.

Il trenino si ferma sotto la piazza di Ascona e in un attimo si arriva in superficie per fare un giretto. Non ci facciamo mancare una sosta nel parco sul lungo lago che ha due piante secolari di ginkgo biloba e un grande toro in bronzo.  E a Emma viene un desiderio impellente: un gelato. Mentre ci allontaniamo per mano verso la gelateria, la mamma ci avverte: ‘Che non sia di cioccolato!’ Ma i desideri dei nipoti, si sa, vanno rispettati.

Emma e il gelato al cioccolato

Alle quattro del pomeriggio ci imbarchiamo sul traghetto verso casa. Una nave molto grande con un bar, tanti posti a sedere fuori e dentro, con larghe vetrate per guardare il paesaggio che scorre davanti ai nostri occhi. Camilla si è appisolata nel passeggino e Emma disegna ancora un po’ con i bisnonni.

Il ritratto di famiglia

Vedendoci così tutti insieme esprimo un desiderio che avevo già da tempo: realizzare una foto di famiglia. Ma non il solito autoscatto, dove tutti ci mettiamo da qualche parte e qualcuno (in genere il bisnonno che era fotografo di ritratti) prepara la macchina fotografica e poi corre verso il gruppo per vedere la luce rossa lampeggiare tre volte e PUM! non c’è scampo, qualcuno ha sempre gli occhi chiusi, un altro controlla i bimbi e guarda giù, insomma il solito casino.

E così, finalmente, il giorno prima della partenza dei bisnonni, siamo andati nello studio dell’amico e fotografo Paolo Sacchi, che ha realizzato per noi un bellissimo ritratto di famiglia. Naturalmente si sono aggiunti Andrea, il papà e il nonno, non potevano mancare. Mi ha divertito moltissimo vedere mio padre osservare con competenza, ma anche con stupore per l’evoluzione tecnologica, le attrezzature che facevano parte del suo bagaglio professionale.

Abbiamo chiamato questa fotografia ’87-11′, un titolo che rappresenta la differenza di anni e giorni tra il bisnonno e l’ultima pronipote.  La stampa sarà presto appesa nella nostra casa, come ricordo di tanti desideri diventati realtà.