Due nonne a Firenze

La mia amica Giovanna ha una figlia, Alice, che si sposta molto, ma per il momento abita a Firenze.  E qualche giorno fa chiede alla nonna aiuto per i bambini, per un’intera settimana. Giovanna mi telefona e in pochi minuti ci organizziamo. Dopo due giorni siamo sul treno per Firenze.

I piccoli vanno all’asilo, per cui abbiamo tutte le mattine per fare le turiste: visitiamo le Cappelle Medicee, il palazzo Medici-Riccardi, la casa-museo Martelli, il cimitero degli Inglesi e per l’ennesima volta il Duomo, di cui non se ne ha mai abbastanza.

Ma se le mattine sono per noi, nei pomeriggi siamo in missione.

Ogni giorno, alle due e mezzo si parte per raggiungere il nido di Pietro (nove mesi e sempre sorridente). Il nido è in un posto stupendo, un paradiso di piante, prati e aria pulitissima. Peccato si trovi a poca distanza dalla Badia Fiesolana e che per arrivarci ci sia da camminare per una bella mezz’oretta tutta in salita (e intendo “vera” salita). Per fortuna il tempo ci aiuta: siamo in primavera, non piove, il paesaggio è davvero spettacolare: oliveti, pioppi, fiori di tutti i colori. Soprattutto siamo in due e tra una risata e un rantolo riusciamo ad arrivare all’asilo puntuali. Poi ci aspetta la discesa, tutta un’altra cosa.

Ma non è finita, e si parte per l’asilo di Mariangela. Si sale anche questa volta, ma la strada per fortuna è molto più breve e costeggia per un tratto la ferrovia.  Un giorno proprio in quel punto succede una cosa straordinaria. Al passaggio a livello ci sfila davanti una vecchia locomotiva nera con due carrozze antiche, il macchinista con il foulard al collo e la faccia nera di carbone ci saluta con un cenno della mano. Rimaniamo incantate. Provo a chiedere informazioni e un signore mi spiega che ogni tanto un’associazione amatoriale organizza brevi tratte a bordo di questi trenini d’altri tempi. Bello esser passati al momento giusto!

Ora la missione è compiuta e i bimbi sono stati recuperati. Ce ne andiamo quindi, come ogni giorno, al parco dell’Area Pettini, vicinissimo a casa. E che parco: enorme, verdissimo, pieno di giochi e di un sacco di bimbi felici, chi gioca a pallone, chi fa capriole, chi si arrampica sugli alberi. Non posso negare che il mio pensiero corre a Leone, il mio piccolo nipote: quanto mi piacerebbe vederlo rotolare su questo prato, altro che il parchetto dietro casa circondato dal traffico milanese!

So che Firenze non è ai primi posti in Italia (e non parliamo dell’Europa) come percentuale di spazi verdi all’interno della cerchia urbana, forse anche alle spalle di Milano. Ma la mia percezione è differente e mi sembra che le aree naturali dove portare i bambini a Firenze siano numerose: oltre all’Area Pettini, il Parco delle Cascine, il giradino di Boboli, il giardino della Gherardesca, gli orti botanici e molti altri giardini più piccoli, ben tenuti e facilmente accessibili.

Comunque, Milano sto tornando! Alla Stazione di Santa Maria Novella sono in attesa di un comodo treno che mi riporti a casa giusto in tempo per riprendere i miei turni con Leone e gli appuntamenti con le micropasseggiate nei pochi metri quadri del giardinetto. Ma in ogni caso Leone vuol bene alla sua nonna e ci divertiamo lo stesso.

 

Nella foto di copertina ci sono io che mostro un brandello di verde a Leone.