Il fantasma di Margherita Pusterla

La cittadina dove vivo, Invorio, è sovrastata da un antico castello visconteo, con la sua bella torre. Come tutti i castelli che si rispettano, ha la sua leggenda. Come tutte le leggende che risalgono all’epoca medievale, racconta eventi crudi, di violenza estrema.

Ma i nonni… eh, si sa, i nonni per i nipoti riescono sempre a trasformare il brutto della vita in una favola, magari un po’ paurosa, ma molto affascinante, da ascoltare, sotto le coperte tirate fino al mento, con le orecchie ben aperte e gli occhi sgranati.

E così Emma, quattro anni, quasi cinque, come ci tiene a precisare,  chiede sempre a nonno Marco di raccontarle la storia della bella Margherita, bianca signora che, trasformata in fantasma (buonissimo, naturalmente), girovaga da secoli e secoli per le sale e le stanze del castello di Invorio. La storia di nonno Marco, con molti particolari e abbellimenti, si ferma più o meno qui.

La triste storia di Margherita Pusterla

Ma le vicende di Margherita Pusterla, più volte romanzate, si svolgono nel XIV secolo e sono decisamente tragiche, forse non proprio adatte per l’ascolto dei più piccoli. Lei è una Visconti e vive a Milano sposata al nobile Francesco Pusterla, con cui ha avuto quattro figli. La sua bellezza è famosa e viene cantata da poeti e musicisti, ma, pare, è anche una moglie innamorata del marito.

Luchino Visconti, Signore di Milano, è suo cugino: sposato più volte, donnaiolo, violento, si invaghisce di Margherita e tenta insistentemente di convincerla a diventare sua amante. Lei rifiuta e anzi ne informa il marito, che si infuria e, da sostenitore dei Visconti, si trasforma nell’anima di una congiura contro Luchino.

La congiura viene però scoperta e Francesco Pusterla è costretto ad abbandonare Milano insieme ai quattro figli, riparando ad Avignone presso la corte del Papa. Margherita viene invece imprigionata nel castello di Invorio e sottoposta a nuovi tentativi di seduzione da parte di Luchino, che lei continua a respingere. Difficile credere che Luchino non sia riuscito a ottenere ciò che voleva, ma così si narra.

Nel frattempo, ad Avignone Francesco viene convinto a tornare in Italia, illuso ad arte che la fine dei Visconti sia vicina. Ma, sbarcato a Pisa, viene catturato con i figli e riportato in catene a Milano.

Qui storia e leggenda si divaricano. La storia ci racconta che nel 1341 Margherita viene decapitata con marito e figli nella piazza del Broletto di Milano. La leggenda, invece, narra che è stata murata viva nelle segrete del castello di Invorio, dove muore, ed è per questo che il fantasma di Margherita, piangendo e lamentandosi, continua a vagare senza pace.

La toponomastica femminile

Invorio ha dedicato a Margherita Pusterla il vicolo che si arrampica fino a casa Rusca, la più antica del paese, proprio sotto al castello. E’ stato il meritevole sito Toponomastica Femminile che mi ha fatto venire il desiderio di scoprire quali siano le vie di Invorio e di altri comuni del Vergante intitolate a donne, e quali le loro storie. Non sono molte, purtroppo, come in tutta Italia d’altra parte, ma più avanti mi auguro di raccontare altre di loro qui nel blog.

vicolo Margherita Pusterla, a Invorio, in provincia di Novara

 

Questa la storia moderna di una ragazza che disse no, finita meglio di Margherita, fortunatamente.