La chiave dell’arte

L’importanza dell’arte (conoscerla, studiarla, amarla, praticarla…) nell’educazione e nella crescita delle giovani generazioni è cosa risaputa.

Ma da diversi anni Cyndie Berthezene, cantante lirica ed educatrice newyorchese, sta utilizzando l’arte contemporanea e la creatività come vero e proprio strumento di riscatto sociale.

La sua attività è diretta ai bambini che frequentano le scuole e le strade di Harlem e del South Bronx, l’immenso stuolo di bambini più a rischio della città di New York. L’offerta scolastica pubblica, lo sappiamo, è spesso carente e di rado riesce a incidere sul destino già segnato dei figli delle famiglie più povere della metropoli.

L’associazione di Cyndie, Time In Children’s Arts, propone allora attività sull’arte contemporanea, che faccia conoscere e praticare l’arte come reale strumento di espressione.

La cosa a mio avviso più interessante è che queste attività non sono offerte una tantum, ma inserite nell’attività curricolare scolastica. Una volta alla settimana, per tutto l’anno scolastico, le classi coinvolte girano per musei e gallerie, conoscono artisti, visitano le loro botteghe, assistono a spettacoli, fanno laboratori, disegnano, dipingono, creano. Il mondo dell’arte in un normale giorno di scuola, insomma, ma pieno di stimoli provenienti da un contesto molto diverso rispetto al loro quotidiano.

La cosa sembra dare i suoi frutti. I bambini si divertono e sono felici, molti continuano a studiare dopo l’obbligo, le classi coinvolte sono sempre più numerose.

Ora l’attenzione dell’associazione si sta puntando sulla disabilità e i disturbi dell’apprendimento, sulle situazioni più disagiate tra quelle disagiate, che vengono in questo modo supportate oltre i limiti del tradizionale modello didattico pubblico.

Certo, l’associazione è volontaria e viene sostenuta da donazioni e campagne di fundraising. Deve costantemente lottare contro problemi economici. Ma, secondo Cyndie, ne vale proprio la pena.

Esempi di educazione all’arte contemporanea contro il disagio sociale ne ho trovati anche in Italia, cercando un po’ in rete, a Torino, a Catania, a Napoli… L’entusiasmo c’è sempre, ma il valore di ciascuno di essi credo lo si possa valutare solo considerando continuità, perché è soprattutto questa che riesce a incidere in senso positivo sulla realtà.

 

Le foto del post sono tratte dal sito dell’associazione.

Qui e qui altri post che riguardano percorso scolastico e disagio o disabilità.