Magnifica Margaret! La libera arte del quilt

Sono da sempre innamorata dei quilt, opere d’arte create da donne che non si considerano artiste. E’ invece certamente una forma d’arte, a volte collettiva, libera espressione di emozioni, sentimenti, pensieri, piacere estetico. Un’arte antichissima (si fa risalire il primo quilt al 3400 a.C., creato durante la civiltà egizia), forse l’unica in cui le donne non hanno mai temuto di restare in secondo piano rispetto agli uomini.

Il mio primo approccio con il quilt, ormai quarant’anni fa, è stato con i lavori delle donne amish, che corrispondono all’iconografia classica delle trapunte a disegno geometrico, colorate e bellissime nella loro severità formale.

Ma poi ho incontrato il lavoro di Sonia Terk Delaunay e la piccola trapunta creata per il suo primo bambino, spunto iniziale del suo impegno artistico, centrato sugli abbinamenti di texture e colori. Ne sono stata folgorata e ho cominciato a interessarmi anche ai crazy quilt, in cui si abbandona il rigore dello schema ripetuto per lasciare spazio alla libera creatività.

trapunta Sonia Terk Delaunay

Ho acquistato libri su Sonia, su quilt e patchwork tradizionali e su quelli delle nuove artiste, ce ne sono di magnifici. Ho anche provato a creare qualche quilt, geometrico e non. Non sono un’artista e neanche un’abile artigiana, ero solo soddisfatta del mio lavoro. E questo, comunque,  non è poco.

C’è molto da dire sulla storia e il messaggio di questi splendidi lavori, e probabilmente prima o poi lo farò. In ogni caso può essere interessante consultare il sito dell’Associazione Italiana del Quilt.

E anche, se riuscite, andate a vedere la bellissima serie Netflix Alias Grace, tratta da un romanzo di Margaret Atwood (un’altra magnifica Margaret…), dove i quilt hanno una parte molto importante.

Margaret Fabrizio, maestra di quilt

Lo spunto per questo post è venuto da uno scritto inviato da Gabriella (qui e qui altri suoi scritti) che, visitando la fiera del tessile a Verona, ha scoperto il lavoro di Margaret Fabrizio, straordinaria donna di San Francisco.

Ecco il racconto di Gabriella.

Chiunque abbia avuto il piacere di avvicinarla ne è stato incantato, catturato; la  vitalità di questa ottantanovenne è altamente contagiosa. E’ pianista, clavicembalista (è stata insegnante di musica per 25 anni), compositrice, pittrice, scrittrice, viaggiatrice e anche, tra le mille cose in cui si applica, quilter, ossia ideatrice e cucitrice di quilt.

Ha iniziato a 58 anni con quilt realizzati con la stoffa di camicie usate, in modo tradizionale, con blocchi precisi e ripetuti.

Via via, ha dato via libera alla propria creatività modificando la struttura schematica, ma continuando a utilizzare avanzi di tessuti e abiti usati. Nel 2011, a una mostra, si è innamorata delle trapunte kawandi, i quilt africani. Ha quindi deciso di conoscere le donne che le avevano cucite e, dopo una laboriosa ricerca, si è trasferita in India per incontrare le donne siddi, superstiti di una tribù che dall’Africa era stata portata in schiavitù in India dai portoghesi, circa 400 anni fa.

Ha vissuto con loro e ha imparato le loro tecniche, poi è tornata in America dove ha creato alcuni lavori, sempre con materiali di scarto e abiti smessi. Non soddisfatta, Margaret ha voluto fare un altro viaggio in India per avere correzioni e suggerimenti. Le donne siddi hanno molto apprezzato questa sua sensibilità, felici soprattutto di vedere amato e riconosciuto il loro lavoro.

Ora Margaret è una donna anziana, ma continua a spostarsi per il mondo da sola, accompagnata da un grande  trolley in cui ripone le sue opere. Ha avuto importanti problemi di salute che però non hanno scalfito la sua voglia di conoscere, studiare e imparare. La sua voce, all’inizio sommessa e flebile, prende quota quando parla dei suoi progetti, dei suoi viaggi, dello studio delle lingue dei Paesi dove andrà. Un vulcano di idee, una donna che ama gli incontri e la gente.

Tra le tante sue opere ci sono i bellissimi Art Books che presentano disegni, collage di tessuti, ricami, materiali vari raccolti nei suoi viaggi e che raccontano dei luoghi che ha visitato (sono così belli… anche se non faremo nulla di tanto splendido, perché non provare anche noi?).

Forse tutto quello che faccio è arte, ma non sono sicura che mi piaccia una parola definitiva come ‘artista’. Mi mette a disagio.

Margaret Fabrizio ph. Daniele Romano

Questo è il sito dove potrete trovare il lavoro di Margaret Fabrizio, nel quilting e in altri campi.

 

Le foto di Margaret sono di Daniele Romano, che ringraziamo.