Margaret Atwood e il Racconto dell’ancella

Parto da questa foto strepitosa per fare gli auguri a una delle grandi scrittrici del nostro secolo e di quello passato. Infatti Margaret Atwood, canadese, qui ritratta da Tim Walker per il Sunday Times Style Magazine, tra qualche giorno, il 18 novembre, compirà la cifra tonda di 80 anni.

E’ una foto che parla molto di lei: le sue armi sono infatti la penna, una mente vivacissima che trapela dallo sguardo intelligente e ironico, e la sua fama di essere un po’ strega. Certo, su questo lei gioca, ma sembra che abbia effettivamente contribuito a comporre il suo DNA anche un’antenata accusata di stregoneria.  O almeno Margaret ne è sempre stata fermamente convinta, dopo aver ascoltato da bambina i racconti di sua nonna su Mary Webster, che nel 17° secolo subì due processi e una condanna, ma riuscì a sopravvivere all’autodafè, guadagnandosi per la vita il soprannome di ‘Mary per metà impiccata‘.

Margaret a Mary Webster dedica una poesia e poi, nel 1985, il suo romanzo forse più celebre, ‘Il Racconto dell’Ancella‘ (Handmaid’s Tale). In questo libro, che si legge tutto d’un fiato (obiettivo che Atwood ha sempre perseguito in tutto il suo lavoro), la protagonista descrive la società americana in un futuro prossimo. Una crisi economica, ambientale e demografica porta all’instaurarsi di una dittatura teocratica e sessuofobica in cui le donne perdono ogni potere: sono completamente sottomesse, obbligate a servire gli uomini, chiuse rigidamente, e con violenza, in ruoli predefiniti. Sono private della lettura, della creatività, di una libera maternità. Una storia sconvolgente, un libro terrificante e fantastico, che ho amato intensamente. Magnifica anche la serie televisiva, che riesce a far convivere l’orrore e una grande eleganza estetica.

Handmaid's Tale

Da poco, Atwood ha pubblicato il seguito dell’Ancella, ‘I Testamenti‘. Oltre trent’anni anni dopo continua il suo racconto, di cui aveva volutamente  mantenuto un finale aperto. Con la stessa abilità, freschezza e limpidezza continua le storie e le lotte dei vari personaggi femminili, con flashback e colpi di scena che impediscono al lettore (nello specifico, alla qui presente lettrice) di spegnere la luce.

Il Racconto dell’Ancella e I testamenti sono un manifesto politico vero e proprio, un messaggio su come una società può trasformarsi nel giro di pochi anni, un avvertimento su come i piccoli cambiamenti possono portare a una progressiva perdita di libertà. Fino a che, un giorno, ci si chiede come tutto questo è potuto accadere, ma ormai non è più possibile tornare indietro. Quindi, una storia femminista, ma anche una storia libertaria, perché dall’affresco distopico emerge chiaramente che le libertà delle donne sono le libertà di tutta la società e di tutta l’umanità.

Un altro racconto di impegno femminista è quella di ‘Alias Grace‘, una drammatica storia vera avvenuta in Canada nel XIX secolo. Di Alias Grace non ho letto il libro (lo farò presto), ma ne ho visto la splendida trasposizione in una miniserie tv, che vi straconsiglio. Bella ed emozionante la trama (una sedicenne che nella sua breve vita ha conosciuto solo dolore e che diventa inconsapevolmente un’assassina), meravigliosa l’ambientazione e la regia.

Ma i libri di Atwood sono molti, tutti da apprezzare (come, ad esempio, la trilogia visionaria che inizia con ‘L’ultimo degli uomini‘), compresi alcuni bei racconti per i bambini. E Margaret continua il suo attivismo su molti fronti, non sono certo gli ottant’anni a fermarla. Tra gli altri, l’impegno ambientalista, che condivide con il marito e compagno di vita Graeme Gibson, ‘il marito che ogni scrittrice dovrebbe avere’, come è stato definito da una giornalista americana.

 

Altri post del blog su libri che raccontano storie di donne sono qui e qui.

Qui e qui, invece, due post sull’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030, che riguarda la parità di genere.