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Newsletter n° 21 – 19 gennaio 2021

Anno davvero strano, questo 2020. Comunque vadano le cose, non potrà essere dimenticato da nessuno. Non ci sarà nuovo romanzo, film in uscita, poesia, post di un blog, opera d’arte o teatrale che potrà prescindere da questa lunghissima parentesi (non ancora chiusa) all’interno di quella che abbiamo sempre considerato la normalità.

Tante parole, tante immagini, tanti pensieri non detti hanno espresso la realtà di questi mesi e tanto ancora si esprimerà in futuro, in un raggio d’azione che va dalle preoccupazioni per la propria famiglia ai timori per le sorti del pianeta. Per lavoro scorro molto materiale che riguarda i disastri ambientali globali, gli sconvolgimenti economici, i drammi che colpiscono gli ultimi della Terra. Da quello che recepisco non mi sembra che la pandemia abbia insegnato molto. Anche chi, come me, di solito fatica a non essere ottimista vede incrinarsi la speranza che da tutto ciò ne nasca un mondo migliore. Un’altra occasione mancata, e speriamo non l’ultima.

In ogni modo, fortunate le nonne che riescono ad avere vicino anche in questo periodo i loro nipoti. Io le ho avute qui per tre settimane durante le vacanze natalizie ed è stato un toccasana per i miei pensieri. Qualche giorno fa Mina ha compiuto un anno: ripenso allo scorso gennaio, mentre anch’io ero a Berlino e la stavamo aspettando, quando ancora non si poteva immaginare ciò che sarebbe accaduto. Ma ancora in questi giorni stanno nascendo tanti bimbi e bimbe intorno a me: figli e nipoti di amici o nuovi membri della mia famiglia allargata, che arrivano ignari in questo mondo, in questo preciso periodo. Benvenuti, piccolini, e speriamo che siate voi ad aiutarci in questo non facile cammino.

Parlando del blog, quest’anno mi è capitato di incontrare (anche se solo online, ma da un po’ tutto succede così) due nonne straordinarie (nel senso proprio di fuori dall’ordinario) che non si conoscono tra loro, ma che io vedo in verità molto simili. Fisicamente, anche: sono sorridenti e belle, con una lunga treccia bianca. Ma le similitudini non finiscono qui. Entrambe prendono molto sul serio il loro ruolo di nonne, ma anche per questo continuano a lavorare e lottare per molto altro.

Lala vive da moltissimi anni in Senegal e lì è medico pediatra: affronta con determinazione il suo non facile lavoro e, come dico nel post, fa sentire in tutti i modi possibili la sua voce contro l’ingiustizia di un pianeta ancora troppo diseguale. Daniela,dopo aver operato per anni in zone ad alto rischio ambientale e situazioni di guerra, ha portato in Italia la battaglia di Plant for the Planet, un’organizzazione che supporta ragazzi e ragazze che piantano alberi in tutto il pianeta per lottare contro il riscaldamento globale. Vi invito a leggere nel blog le loro storie (Storia di Lala: scegliere l’Africa e L’eredità della nonna), con alcune loro interessanti riflessioni.

Nel blog trovate però tante altre cose. Per esempio, la voce di una nonna (io) all’interno dell’utile guida di Iaia Pedemonte, edita da Altreconomia, per donne che amano viaggiare, La guida delle libere viaggiatrici. O una riflessione sulla storia delle donne, sulla base delle presentazioni di Laura Pezzi per il libro sulle donne di Lesa. O, ancora, due ricette, molto diverse tra loro, dall’immenso patrimonio della cucina italiana: Il Cappon magro, piatto di pesce ligure che ha allietato le nostre feste, e le tradizionalissime pesche ripiene (ricetta di Letizia) così semplici e così buone.

Vi lascio però con un post che non ho scritto o, meglio, che non ho scritto ancora. Il 20 dicembre scorso mia mamma, la nonna Mariangela amatissima da sette nipoti e sei bisnipoti, ha compiuto novant’anni. Già dalla fine dell’estate pensavo che avrei dovuto festeggiare questo importante compleanno con un post su di lei, la sua vita, la sua personalità, le belle relazioni che ha intorno. Ma invece no, non sono riuscita ancora a scriverlo: forse sono troppo coinvolta, ho troppe idee mescolate, anzi addirittura fuse, con l’affetto che le porto. Ma prima o poi lo farò. Intanto pubblico la doppia foto di mia mamma a 19 anni (della tessera del tram) e quella dell’allegra vecchietta che è ora (fatta da Soledad stamattina).


Un abbraccio a tutte.
Rossella

 

Newsletter n° 20 – 13 giugno 2020

Mie care,
sta finendo? non ancora?
Passeremo la prossima estate soprattutto a casa, per chi è fortunato nella seconda. Le vacanze saranno in Italia, per tutti più brevi (la crisi economica, chi più chi meno, si fa certo sentire).

La voglia di ripartire con la vita ‘normale’ è tanta, ma l’incertezza ci attanaglia. L’autunno che cosa ci riserverà? E un futuro più lontano? Il futuro dei nostri nipoti?
Da un mondo di certezze, alcune belle e alcune orribili, siamo passati a un universo di questioni aperte, irrisolte, dagli sbocchi più imprevedibili.
So di dire ovvietà che si stanno ripetendo ovunque, ma sono pensieri da cui, in questo periodo, non si sfugge.

Comunque, nel disorientamento una sola certezza: se non si fa qualcosa, se non si adottano nuovi stili di vita, se non si modificano i rapporti economici, se non si pongono in primo piano sostenibilità e solidarietà, perderemmo questa (ultima?) occasione di cambiamento che ci è stata offerta. E ci avvicineremo con una velocità esponenziale a scenari planetari davvero preoccupanti. Ho letto recentemente “L’ultimo degli uomini” della mia amata Margaret Atwood: fortunatamente siamo ancora lontani da un tanto drammatico epilogo dell’umanità, ma è incredibile come lei abbia potuto immaginare quasi vent’anni fa cose che abbiamo realmente vissuto in questi ultimi tempi.

Meno male che il mio catastrofismo (accentuato dal fatto che per lavoro sto approfondendo da tempo le tematiche dell’Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) si alterna, devo dire in modo assolutamente irresponsabile, al mio ottimismo naturale.  Così, continuo a entusiasmarmi per quello che ho intorno: l’estate che sta arrivando, la prospettiva di rivedere tra un mese le mie piccole, belle risate con un’amica, le verdure dell’orto… Vertebra fratturata permettendo (sì, mi è capitato anche questo durante il lock down), tra poco riprenderò a fare i bagni nel lago e lunghe camminate nei boschi; poi gli amici, e qualche serata piacevole e normale. Prima avrei detto ‘mi accontento di poco’: oggi mi rendo conto che quel poco è davvero tanto.

Sul blog ho lasciato molto spazio alle mie amiche, che hanno raccontato avventure con i nipoti e storie di famiglia, hanno dato suggerimenti e ricette, hanno scritto poesie. Ho dedicato un post, anzi più di uno, al libro che ho curato per la mia associazione Terra di Confine “Le valorose ragazze di Lesa. Storie di donne del Novecento“, di cui sono abbastanza orgogliosa. Dovremmo riuscire a fare qualche presentazione in giro (è uscito proprio prima del lock down, dovevamo presentarlo l’8 marzo); quindi se vi capita partecipate. Ma potete anche ordinarlo a me, ve lo spediamo; il ricavato andrà a progetti di solidarietà nella zona e anche a un’associazione di donne in Afghanistan.

Se poi volete spiegare argomenti ‘importanti’ ai vostri nipoti, andate ogni tanto a visitare il mio blog Progetto Ipazia: lo sforzo è quello di presentare in modo semplice ai bambini e alle bambine anche concetti complessi. Per esempio, tra gli ultimi post ci sono quelli dedicati al Primo Maggio, alle epidemie, alla Festa della Repubblica.

Buona lettura, allora. Vi lascio con un grande incoraggiamento per il prossimo futuro e una foto ritrovata della mia classe in seconda elementare. Un premio a chi indovina quale sono io: non è difficile (anche se un po’ imbarazzante…)

seconda elementare Rossella

Un caro saluto e a presto.

 

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Newsletter n°19 – 24 gennaio 2020

Care nonne e non nonne,
un abbraccio a tutte!

Il mio tradizionale ottimismo mi sa che sta scomparendo, messo a dura prova dallo sgomento provocato da eventi vicini e lontani: emergenze, nodi che vengono al pettine, una politica e un’economia internazionale che non possono che portare al disastro, dando ragione a tutte le cassandre che si sono occupate del futuro del pianeta e dei suoi popoli.

Ma un notevole sprazzo di felicità mi è arrivato dalla nascita della mia seconda nipotina, la tenerissima (così nuova…) Mina, nata il 10 di gennaio.


Cinque anni fa, per la nascita di Jimi, ero arrivata a Berlino una settimana dopo, come mi era stato chiesto. Ma quest’anno la presenza di una nonna era utile fin da subito: per stare con Jimi, mentre il papà dormiva con la mamma in una stanza di famiglia nell’ospedale (il cesareo ha richiesto qualche giorno di degenza), per accompagnamenti all’asilo e nel dopo asilo, per gestire il dolce cane Mickey, per cucinare e fare lavatrici anche dopo il ritorno a casa di Kahn, che poteva muoversi proprio pochino.

Quindi sono restata 10 giorni. Nei momenti liberi mi sono anche goduta la città: il mercato del venerdì sotto casa, un paio di volte la piscina, un po’ di tempo con Francesco, l’altro mio figlio che vive a Berlino. Ho anche cercato di ricominciare a fotografare, usando una macchina fotografica e non il cellulare. Ma l’emozione e la scarsa attenzione non mi hanno fatto raggiungere pregevoli risultati, per usare un eufemismo. Per ora. Mi riprometto di provarci di nuovo.

Ho comunque avuto conferma che Martino è proprio bravo, in casa e con le bambine. La gestione della famiglia è equilibrata e sono contenta che il nostro (mio e di Paolo) esempio e i nostri insegnamenti abbiano contribuito. Anche se, in ogni caso, ritengo che per noi donne sia sempre meglio non abbassare la guardia.

Complice di questo pensiero è senza dubbio la visione che sto facendo in questo periodo della bella serie tratta dal libro Il racconto dell’ancella, di Margaret Atwood, di cui parlo in questo post, in occasione degli ottanta anni della scrittrice. Nell’articolo consiglio il libro e anche il suo seguito, I testamenti, pubblicato di recente, che raccontano di un futuro terribile, ma assolutamente possibile. Anche la serie televisiva mi sta affascinando, però: è arrivata alla sua 3a stagione (e io sono ancora alla prima) e mi sembra che non deluda anche chi, come me, soffre quasi sempre per le trasposizioni cinematografiche di un romanzo.

Per quanto riguarda l’attività del blog, consiglio di andare a leggere due post, che allargano il respiro sul mondo: l’incontro con i bambini e le bambine della Repubblica Saharawi e quello sulla grandissima Mercedes Sosa, a 10 anni dalla sua scomparsa.

In effetti non ho scritto molto in questi mesi su Fantastic Nonna, un po’ perché impegnata a vivere (e lavorare…), un po’ perché ho seguito gli altri miei blog. Se vi va, andate a leggere su Progetto Ipazia il post sulla storia dei Curdi spiegata ai bambini e anche altri articoli in cui cerco di spiegare concetti un po’ complicati (economia, sostenibilità, patrimonio culturale…) con un linguaggio semplice. Interlocutori sono insegnanti e ragazzi, ma magari potrebbero servire anche nel tempo che passiamo con i nipoti.

Interessante, credo, anche il nuovo blog di viaggi, Human Road, in cui cerchiamo di raccontare viaggi abbastanza on the road, ma adatti anche alla nostra età. Questo è il post di Patti sul viaggio di 4 amiche in Armenia.

Infine, sempre se vi va, leggete il post di Paolo sulle recenti vicende iraniane: l’Iran è un paese che ci è rimasto nel cuore e seguiamo con apprensione (e molta rabbia) gli sviluppi della politica internazionale, anche perché là abbiamo diversi cari amici.

Un abbraccio.
Rossella

 

Newsletter n°18 – 11 giugno 2019

Scusate, scusate, scusate!
Viene naturale lo scusarmi, non mi sono fatta sentire per mesi. Ma forse è un ‘mi dispiace’ solo tra me e me: non vi sarete certo accorte di questa assenza, probabilmente anche contente di una newsletter in meno 😉

Comunque eccomi qua, in questo periodo un po’ strano. Climaticamente, perché è un inizio d’estate che alterna giornate bollenti a giornate pienamente autunnali, con l’unica differenza che la sera, ormai, arriva tardissimo. Ma l’estate, quella vera, ci sembra ancora lontana.

Politicamente, perché abbiamo la sensazione di vivere in un’Italia un po’ più chiusa e un po’ più cattiva,  nell’epoca, molto pericolosa, del Grande Imbroglio: “Mi preoccupo degli italiani, io, (sono tutti miei figli..) e per farli stare meglio e più sicuri creo terra bruciata per tutti quelli che italiani non sono e non hanno alcun diritto su questo pezzetto del pianeta, che è solo nostro.”

Una tristezza di fondo, dunque, che possiamo combattere solo, forse, con il prenderci cura degli altri, non chiudendo gli occhi e aprendo invece le braccia.
Non ci resta quindi che lavorare. Per intervenire nella realtà, con le associazioni, nel nostro intorno, con chi non vuol perderre la memoria, con chi si dà da fare per gli altri e si occupa di ogni tipo di fragilità.

Nel blog parlo di una di queste associazioni di volontariato, La casa di sabbia, raccontando di un piccolo libro di favole, Favole dal mondo expat, che ha devoluto tutti proventi per aiutare le famiglie dove vivono bambini con gravi disabilità.

Sempre più importanti sono le reti che collegano le persone, magari in carne ed ossa, non solo virtuali. Una rete che ho imparato ad apprezzare è quella di TeatroxCasa, che connette chi fa teatro e chi lo ama e lo vuole condividere con gli altri. In questo post il mio racconto di uno splendido TeatroxCasa che ha portato a casa nostra (grazie a Tiziana Vaccaro)  la storia della grande Rosa Balistreri, voce e testimone della Sicilia del dopoguerra.

Anche Fantastic Nonna in fondo vuole essere una rete per comunicare e far star meglio le persone. Sono particolarmente contenta perché alcune donne, nonne e non nonne, si sono aggiunte al blog, un po’ sollecitate da me e un po’ si sono fatte avanti, raccontando di sé, della propria famiglia, dei propri incontri e pensieri.

Ecco qua i tre post che sono stati pubblicati:
Lavori precari, di Gabriella Fratini
L’anello di malachite di Giovannina D’Urbà , di Stefania Torri
Magnifica Margaret, di Gabriella Cabrini.

Andateli a leggerli. E chissà che non venga voglia anche a voi di mettere per iscritto qualche pensiero.

Voi lascio con una foto bellissima di un tempo passato. Ritrae bambini di due paesini in provincia di Modena che con grembiuli e cartelle attraversano il Panaro scorrendo con delle carrucole lungo una corda d’acciaio tesa sul fiume; il ponte era stato distrutto durante la guerra e questo era l’unico modo per andare e tornare da scuola.

In questa immagine c’è dentro tanto:
– il dopoguerra e l’entusiasmo rinato per la conoscenza
– il valore della scuola come conquista per cui lottare
– il retaggio di una società contadina dove non era tutto dovuto
– la bellezza dei bambini, che riescono a trasformare in gioco ogni difficoltà.
Evviva!

Un abbraccio a tutte.
Rossella

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Newsletter n°17 – 28 febbraio 2019

Mie care,
eccomi qui, ormai quasi alla fine dell’inverno. O, almeno, è quello che sembra, con queste giornate di sole e aria limpida, senza neve né pioggia da tanto tempo.

Effetti del cambiamento climatico, purtroppo, ma per ora ancora non ci si spaventa e si apprezza questa primavera precoce. Complice il tramonto che arriva finalmente sempre più tardi, sembra proprio di essere avanti nella stagione, anche se quest’anno in realtà mancano quasi due mesi alle vacanze di Pasqua.

Ma già si pensa all’orto (qui e qui due post) e al giardino. O, in città, si comprano fiori e primizie.

Ti verrebbe di pensare che viviamo nel migliore dei mondi possibili, ma poi le notizie interne ed estere ti riportano a terra. Però, se da un lato si sente sempre più forte la mancanza di una guida politica che rappresenti quella larga parte di popolazione che crede nei valori della democrazia e della solidarietà, dall’altro si sta presentando una stagione in cui la voglia di manifestare il proprio dissenso e di creare un’alternativa, di affermare la legittima libertà di pensare e dire la propria, di lavorare e di viaggiare, di spostarsi e vivere in ogni parte del mondo, per tutti, con gli stessi diritti.

Sabato a Milano ci sarà una manifestazione, People, che spero sia bella e grande e partecipata, perché anche se non riusciamo più ad identificarci con un partito, riusciamo ancora a riconoscerci in quella parte di umanità che vede gli altri, e soprattutto quelli che più soffrono e faticano in questa breve avventura che è la vita, come propri pari. Restiamo umani.

Io e Paolo stiamo comunque per partire per un nuovo viaggio: marzo ci vedrà tornare in Iran, un paese e un popolo che amiamo. Nell’altro nostro viaggio abbiamo incontrato persone meravigliose che non si meritano, come in altre parti del mondo d’altronde, il governo oscurantista che hanno e, tanto meno, l’assedio economico alimentato dagli Stati Uniti e da Israele. Nell’attesa di un nuovo post su questo viaggio, se avete voglia di riguardarvi ciò che avevo scritto quando sono tornata l’altra volta, potete andare qui.

Intanto però dall’ultima newsletter il blog è andato avanti, anche se il tempo che ho per dedicargli non è molto, tra lavoro, impegni familiari e anche l’altro blog, Progetto Ipazia, a cui volentieri dedico energie e attenzioni.

Ma comunque in questo periodo ho postato alcuni articoli che mi hanno appassionato. Per esempio, scrivendo ho conosciuto più da vicino due donne importanti per la nostra storia recente, donne belle, forti e coraggiose: Teresa Mattei e Joyce Lussu.

Insieme a Patti, poi, ho fatto un’intervista all’associazione L’abilità, il centro che segue suo nipote Olmo nella sua crescita. Fanno davvero un buon lavoro e le loro risposte presentano spunti intelligenti, da cui traspare esperienza, competenza e, soprattutto, passione.

Un altro post mi ha fatto tornare molto indietro nel tempo, ai mei parti (e qualche giorno fa siamo andati a Berlino a festeggiare Martino che ha compiuto 38 anni…) e anche all’esperienza straordinaria, vista soprattutto a posteriori, della partecipazione di Tommaso alla nascita di Francesco.

A proposito di Berlino e della mia famiglia multietnica, grazie a Kahn adesso ho imparato a fare proprio bene il pho, la profumata zuppa vietnamita che avevo mangiato e apprezzato diverse volte e che racconto con una ricetta precisa e appetitosa in questo post.

Bene, a presto, ragazze. Se qualcuna che è entrata di recente nella mailing list avesse voglia di leggere le passate newsletter può farlo andando a questo link.

E, naturalmente, se lo desiderate potete disiscrivervi con molta facilità. Ma spero di no 😉

Un abbraccio a tutte.
Rossella

Newsletter n°16 – 25 novembre 2018

Care tutte,
come certamente sapete, oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Forse però non tutte ricordate che questa data è stata scelta perché, nel 1961, tre sorelle dominicane, le sorelle Mirabal, furono uccise in un agguato perché fiere attiviste contro il regime dittatoriale che governava nel loro Paese.

La storia delle donne è punteggiata dalla violenza di genere. In questi tempi in cui più donne riescono ad alzare la testa e a opporsi da sole, oppure appoggiate da associazioni e da istituzioni, ci saremmo aspettate una diminuzione degli episodi di violenza. Ma così non è stato: anzi, l’alzata di testa ha incattivito i cattivi, se possibile, e botte e stupri e assassini sono cronaca quotidiana ormai quasi scontata. E ogni volta ci si sente tutte profondamente ferite.

In questa giornata ho ripreso in mano l’intervento della mia amica Silvia sul Manifesto che avevo postato sul blog, una storia dura, ma anche densa di molteplici significati: la rilettura di episodi del passato, prima bambina ora adulta, la difficoltà nel riconoscere il ruolo di vittima alla madre, la necessità del fare arte per esprimere la propria lotta contro la violenza.

E chi non fa arte o attivismo militante che cosa può fare? Senza dubbio educare, educare, educare, maschi e femmine, cercando anche di contrastare un clima politico e sociale che vorrebbe le donne a casa e la reiterazione della famiglia tradizionale, nonostante la maggior parte dei fatti di cronaca violenta abbia avuto proprio qui il brodo di coltura.

Educare alla non violenza è naturalmente anche educare alla pace, alla solidarietà, al rispetto per le persone e per il pianeta. Credo che questa sia un’impresa a cui sia un dovere applicarsi, in famiglia, a scuola, nelle nostre azioni quotidiane, nelle cose che scriviamo e raccontiamo. In alcuni giorni la fiducia nelle nuove generazioni è l’unica cosa che riesce a contrastare un pessimismo cosmico da cui mai avrei pensato di farmi contagiare.

Nei mesi scorsi ho avuto il piacere, l’emozione e l’onore di conoscere due Premio Nobel per la Pace, 2003 e 2006, Shirin Ebadi, avvocata iraniana, e Mohammad Yunus, economista bangladese. Dell’incontro con Ebadi ho scritto qui, mentre mi riprometto di raccontare di Yunus, il cui lavoro ammiro da tempo, quando avrò letto il suo libro, che mi aspetto ricchissimo di spunti di riflessione.

Mohammad Yunus al Centro culturale Ikeda per la Pace, il grande centro buddhista vicino a Milano (l’ho potuto fotografare dalla prima fila perché a mia madre a me erano stati riservati due posti in ricordo di mio fratello Giampaolo)

Mie care, vi saluto da Berlino, alla fine di qualche giorno passato con la mia parte di famiglia all’estero. Comunque tra poco è Natale e saranno loro ad arrivare da noi 🙂 .

Un grande abbraccio a tutte.
Rossella

Newsletter n°15 – 19 settembre 2018
Care ragazze,
ben ritrovate!
Altro che una volta al mese, nemmeno una volta ogni due mesi: guardo ora la data dell’ultima newsletter e mi accorgo che era maggio.
Immagino siate sopravvissute ugualmente, ma comunque mi spiace un po’ tutto questo silenzio, che significa per me, da un lato, una lunga estate molto piena, ma dall’altro testimonia anche il fatto che ho avuto pochissimo tempo per fermarmi a riflettere e a mettere su carta (per così dire…) qualche pensiero.D’altra parte, tengo moltissimo a questo momento di scrittura più tradizionale, quasi una lettera alle mie amiche. Mi ricorda quando da bambina tornavo dal mare, dove vivevano i miei nonni, ben contenta di riprendere la vita in città, ma dispiaciuta di dover lasciare le amiche della mia intensa estate. Quindi, almeno per i primi tempi, ci scrivevamo lunghe lettere per raccontare le novità trovate al ritorno e ricordare le risate pazze che ci eravamo fatte.Oggi, questa newsletter mi aiuta a tenere i contatti del blog con chi non è mai stato su Facebook, a chi ha deciso di uscirne, a chi non lo frequenta con assiduità. E anche a riflettere su alcune realtà dell’oggi, niente di particolarmente profondo, lo ammetto, ma in ogni caso qualche argomento che mi va di porre all’attenzione. Per cui sono sempre strafelice quando qualcuna di voi mi risponde, d’accordo o non d’accordo, non importa.Comunque faccio subito la cronaca di due belle cose che sono accadute di recente, e cioè le nascite di Anteo, figlio di mio nipote Raffaele e di Bettina, e Maria Vittoria (tra l’altro il mio secondo nome), figlia di mio nipote Emanuele e di Serena. La stirpe di mio fratello continua e, se il suo spirito prevarrà, questi nipoti saranno due bei tipetti…Mia mamma è contenta perché almeno un bisnipote porterà avanti il nome di famiglia, ma io che non vedo l’ora che si affermi la possibilità di attribuzione del cognome materno non lo reputo molto importante. D’altra parte, anche se tutto va bene, ci vorranno generazioni perché si realizzi veramente un lignaggio al femminile, perché comunque il cognome che oggi una donna può dare ai figli è il nome di suo padre, non quello di sua madre. E’ quindi il cognome del nonno materno che, ben che vada, si potrà trasmettere, come afferma in una bella intervista Benedetta Barzini, donna intelligente e consapevole (e plurinonna) che ho conosciuto bene quando ero una ragazzina.In questi mesi sono successe molte altre cose. Anche se per me è stata un’estate prevalentemente lavorativa, e mi verrebbe voglia di dire “niente, non è successo niente…”,  ripensando all’ultimo periodo mi rendo conto quanto numerosi sono stati gli incontri, i pranzi sotto il portico, le cene con chiacchiere, gli spettacoli (teatro, musica, performance), le passeggiate mattutine e anche le nuotate al lago. Quindi un’estate piena.Nella prima metà di luglio c’è stata l’unica vera vacanza (finora), nella bellissima e caldissima Copenhagen. La racconto qui, in questo post, in cui porto l’esempio di uno scambio casa, che avevo già presentato con grande entusiasmo in quest’altro post. L’articolo su Copenhagen ha avviato in famiglia un dibattito che oggi è vivo in molte famiglie, e che da noi è ancora in corso, sulla pubblicazione delle foto dei bambini, o meglio dei nostri bambini. Per la lontananza geografica, da noi i i dibattiti hanno tempi lunghi, ma sono sempre tranquilli, rispettosi e affettuosi. Comunque questo è un argomento che certamente riprenderò anche in queste pagine o sul blog.Gli incontri di teatro e performance sono stati particolarmente importanti questa estate. Ho rivisto una grandissima e umanissima Silvia Gribaudi, che colpisce per le sue rappresentazioni provocatorie e vere, che parlano anche di me, di noi, di tutte le donne. Ne ho parlato qui, ma ne avevo già scritto qui, quando l’ho incontrata per la prima volta l’anno scorso.A luglio ho sperimentato in prima persona l’ospitalità teatrale. Io e Paolo abbiamo aderito alla rete di TeatroXCasa, una bellissima idea nata nella mente di due attori, alla cui base c’è il pensiero “se la gente non va a teatro, portiamo il teatro alla gente”. E così è nato un social network che organizza rappresentazioni teatrali (monologhi o dialoghi) nei salotti di persone che si dichiarano felici di ospitare amici (e anche sconosciuti, se si decide) per assistere a uno spettacolo teatrale di qualità. Noi abbiamo ospitato Elena Vanni, un’attrice talentuosa, che, nel suo monologo, riesce a passare istantaneamente da un ruolo all’altro,  avvalendosi di una notevole professionalità attorale e anche in un grande cuore. Ci ha portato Bim, Bum, Bang!, uno spettacolo intenso, profondamente pacifista, recitato magistralmente. Nonostante fossero le giornate più calde dell’anno, una settantina di persone se lo sono gustato nella sala di posa dello studio, magicamente trasformata in palcoscenico teatrale.

A settembre, per una settimana, abbiamo invece ospitato in studio Sista Bramini, con Camilla Dell’Agnola e Valentina Turrini, della compagnia O Thiasos – Teatro Natura, che partecipavano alla settima edizione del Teatro sull’Acqua, la settimana di teatro e letteratura che si svolge ad Arona e che io supporto. Come ogni anno vorrei partecipare di più, ma il supporto esterno è tutto quello che posso permettermi: per i tempi editoriali della scolastica settembre per me è sempre lavorativamente intenso.  Comunque quest’anno sono riuscita a vedere tre spettacoli di pregio: il divertente, ma non banale, Modern Family 1.0 , la vita di Don Milani narrata da Luigi D’Elia, e poi il necessario pugno nello stomaco di Davide Enia, con Scene dalla Frontiera, che racconta i suoi viaggi a Lampedusa.Il tema dei migranti, delle sofferenze di tanti e, a fronte, delle politiche del governo attuale, ma anche dei precedenti, il ruolo dell’Europa, il ‘che cosa possiamo fare?’, ecc.  sono al centro dei pensieri e delle conversazioni di molti di noi. Davide Enia ha affrontato queste tematiche di petto, andando a Lampedusa con il suo anziano padre e riportando le storie di salvati e salvatori, che testimoniano anche le vite dei sommersi. Il tutto con una recitazione carica e intensa: se vi capita non perdetelo.Tornando a O Thiasos,  parlo di loro perché il nostro è stato un incontro fantastico: è stato un piacere averle con noi, scambiare chiacchiere leggere e più profonde sugli argomenti più disparati, accoglierle in famiglia e tra i nostri amici. E’ stato soprattutto un piacere fare da minuscolo pubblico per un’anteprima (ancora un lavoro in corso) di Sista, autrice, regista, narratrice, danzatrice, che ci ha coinvolto ed emozionato, e su cui, alla fine,  ci ha anche invitato a dire la nostra.
Ecco Sista che ci offre il suo lavoro in un bello scatto di Paolo.
Il dolce in fondo, vi racconto che in questo periodo ho anche pubblicato alcuni post di nonne, mie amiche,  che si raccontano. Si interrogano sui diversi ruoli che una nonna vive, sulle aspettative che avevano prima della nascita dei nipoti, sui collegamenti con le altre nonne, sui rapporti con i figli. Da tutti i racconti, pur diversissimi, emerge, felicemente inesorabile, l’ineluttabilità dell’amore che hanno per i nipoti.Ciao ragazze, vi abbraccio e vi saluto lasciandovi la tenerissima foto di Patti dormiente sovrastata dal piccolo Olmo.
Rossella
Newsletter n°14 – 24 maggio 2018
Mie care,
in questi ultimi due mesi non sono stata molto assidua nella pubblicazione dei post. Ma questa volta non posso dare la colpa al lavoro eccessivo o alla famiglia esigente.La ragione è stata che ho dato alla luce un nuovo blog e questo ha tolto naturalmente spazio e tempo a Fantastic Nonna.
Il nuovo blog è Progetto Ipazia ed è legato al mio lavoro. Si occupa infatti di didattica per la scuola primaria: ci sono riflessioni sulle diverse pratiche educative, proposte di attività didattiche e anche diversi materiali da utilizzare con i ragazzi. Molti di questi toccano argomenti importanti ma poco trattati nei libri di testo e, spesso, anche in classe (come gli Obiettivi di Sostenibilità dell’Agenda 2030 dell’ONU).
Lo spunto è stato il bel lavoro fatto durante lo scorso anno per il sussidiario della casa editrice Cetem, e anche la grande sintonia che si è instaurata con la mia collega Rosanna, bravissima e creativa maestra elementare (e non solo). Al contrario di altre esperienze, siamo uscite da questo lungo lavoro non sfinite, ma con tanti nuovi progetti e nuove cose da dire e da comunicare. E quando le ho detto, in modo sconsiderato e anche un po’ temerario, ‘facciamo un blog!’, ho trovato subito in lei una sponda partecipe ed entusiasta.

Da madre orgogliosa devo dire che non è venuto male. In effetti, al contrario di Fantastic Nonna, dove i consigli e le digressioni mie e delle mie amiche possono essere solo una piacevole lettura per voi che siete così carine da seguirci, Progetto Ipazia si è rivelato uno strumento effettivamente utile per le/gli insegnanti, a giudicare dai numeri di chi ci segue, già dopo così poco tempo (numeri che Fantastic Nonna è molto lontano da raggiungere, purtroppo). Quindi, se vi va, andatelo a visitare, questo è il link alla home. Anche se non insegnate alla primaria, ci possono essere degli argomenti che suscitano forse il vostro interesse e poi, magari, potete parlarne in giro.

Quindi, dicevo, ho pubblicato meno. Però ci sono dei post che mi hanno coinvolto parecchio. Per esempio quello che racconta l’incontro fatto con Malalai Joya, la coraggiosa e inarrestabile attivista afghana che è venuta in Italia per parlare della sua lotta per le donne e per la pace nel suo travagliato Paese. Qui potete leggere il post e vedere anche i bei ritratti che le ha fatto Paolo.

Anna Rocco, la mia cognata e amica e nonna (tra pochissimo saranno 4 nipoti!), ha presentato nella sua libreria una bella mostra delle sue opere in stoffa, un lavoro di ricerca artistica che fa da molti anni. Vorrei proprio scrivere su di lei uno dei prossimi post.

Qui potete vedere una sua opera esposta.

Bene, oltre a vedere le opere di Anna, quella sera in libreria ho incontrato di nuovo, dopo un po’ di tempo che non ci vedevamo, anche la Gnogna, cioè la mia mitica amica scrittrice che mi ha promesso, lavori e babysitting permettendo, di riprendere le puntate del suo diario particolarissimo (qui il link alle puntate). Ed è stata anche l’occasione per metterla in contatto con Bettina, la brava disegnatrice che, se tutto va bene, dovrà illustrare le storie della Gnogna per farne un’operina (in pdf o anche cartacea, chissà, sarete le prime a saperlo).

A proposito di questo, credo che dovrò a breve inviarvi una mail perché le nuove norme europee sulla privacy richiedono un vostro consenso esplicito per continuare a ricevere le mie email. Dato che, come vedete, non sono molto invasiva (ormai il ritmo è di una email ogni due mesi, più o meno) vi chiederò di rispondere affermativamente alla mia richiesta. Se la ricevete, vi prego fatelo, perché così sarà più facile restare in contatto.

Tornando ai contenuti del blog, mi sta appassionando l’argomento donne scienziate: troppo poche nella storia della scienza, ma geniali e grandissime quelle che, per caparbietà o fortuna o per entrambe, sono riuscite a perseguire i propri straordinari obiettivi, rendendo reali sogni futuribili per tutta l’umanità.  Una riflessione sull’educazione scientifica delle ragazze è qui. E quando è possibile, se racconto di donne scienziate, do anche un’occhiata nella loro vita privata, meglio ancora se sono, o sono state, nonne e scienziate allo stesso tempo, come nel caso del post su Marie Curie e di quello su Amalia Ercoli Finzi, che avevo scritto un po’ di tempo fa. Ma andate a leggere anche il post su Trotula de Ruggiero, medica medievale fondamentale per la conoscenza del corpo delle donne.

Ricordo a chi si è aggregata di recente che anche le newsletters passate si possono leggere sul blog qui.
Ricordo anche che è molto facile e immediato togliersi dalla mailing list, se lo volete, cliccando qui sotto.

Una grande abbraccio a tutte. E a presto.
Rossella

 



Newsletter n°13 –  7 marzo 2018

Buongiorno a tutte,
scrivo questa email dopo la tornata elettorale che, comunque la si pensi, ha scardinato molte certezze e ha aperto nuovi scenari (di rabbia? paura? sollievo? aspettativa?, a volte anche tutto questo insieme, credo) per il futuro del nostro paese.A questo proposito, metto qui con piacere il link a un post di Paolo sulle elezioni. Il suo blog è recente, con pochi mesi di vita; e sono molto orgogliosa di averlo fatto io, con l’aiuto di WordPress, naturalmente. In questo post racconta le 24 ore della giornata elettorale, partendo da Invorio, la nostra cittadina, e arrivando in treno a Roma. D’altra parte, mi sento di incoraggiarlo: ha deciso che da grande farà il reporter, e non solo attraverso la fotografia. Per chi non lo conosce e pensa stia parlando di uno dei miei figli, Paolo è mio marito e ha quasi 64 anni.
Questa è una foto del servizio, ritratto di una bella, ieratica, elegante e dignitosissima ospite di una campo profughi romano, il Baobab, gestito da volontari.
Pensando invece al mio blog, molti degli ultimi post suggeriscono che avrei potuto facilmente chiamarlo Memoria, invece di Fantastic Nonna 😉
La memoria è stato infatti il filo conduttore di molti articoli e di molte riflessioni.
Uno dei post che più mi è piaciuto scrivere è stato quello sui ricordi dei viaggi di qualche decennio fa. E’ la memoria del nostro passato recente, sono le emozioni e i modi di vita diversi da quelli dell’oggi,  che vogliamo tramandare ai nostri nipoti, alle giovani generazioni nate in questo tempo e ignare di ciò che era la nostra normalità quotidiana. Scrivere questo post ha anche voluto dire mettere mano a vecchie foto, stampe, negativi e diapositive, o almeno cominciare a farlo, e questa è, come sapete tutte, un’operazione piena di carica emotiva (e a volte di un po’ di occhi umidi).
Ho riflettuto anche in questo post sulla memoria del lavoro, grazie a Rina Poletti, la maestra di sfoglia che ho conosciuto in rete e che ho finalmente incontrato di persona. Mi si è confermata una donna eccezionale, ricca di calore umano e di bei pensieri. Spero che questa rimarrà un’amicizia per la vita, anche se ho capito che io e lei siamo fatte della stessa pasta e siamo sempre pronte ad accogliere e ancora accogliere, felici, amicizie nuove, come un vaso di Pandora all’incontrario. Entrambe, credo, ci entusiasmiamo per i nuovi incontri, incuranti di quanto tempo questo ci toglierà al riposo e alla cura di noi stesse.
Memoria è anche il titolo di una grande mostra che si è appesa conclusa a Palazzo Reale di Milano e di cui ho steso una recensione: si tratta delle foto di James Nachtwey, uno dei grandi fotografi di guerra (o di pace, come preferisce autodefinirsi) nostri contemporanei. Il suo impegno è costantemente quello di essere testimone delle grandi tragedie del nostro tempo, per far capire e per non far dimenticare.
A questo proposito allego anche il link a un articolo di quella utilissima rivista Internazionale, che ci ricorda sempre che il mondo non si ferma fuori dalla nostra porta di casa. Il tema di questo articolo è l’immigrazione e la demagogia che viene sfatata dai dati reali; penso perciò che sia un articolo da leggere, ma anche da diffondere per amplificarne il messaggio.A un’altra importante memoria della mia gioventù, la mia prima esperienza diretta (lontana nello spazio, ma vicina nel sentire) della nascita di una dittatura, è legata la mia recensione a uno spettacolo teatrale che mi è piaciuto immensamente. Non spettacolare, scarna ed essenziale, al Teatro dell’Elfo è andata in scena la testimonianza autentica di una madre (e nonna) attraverso i momenti più drammatici della storia cilena, che hanno inciso profondamente sulla sua storia familiare.La memoria dei luoghi è stata trattata nel post su Margherita Pusterla, protagonista di una tragica storia femminista in epoca medievale. L’occasione mi è stata data dal lavoro certosino e preziosissimo dell’associazione Toponomastica Femmminile, a cui ho deciso di dare il mio piccolo contributo indagando sulle (poche) donne a cui sono state intitolate strade nella mia zona.Domani è l’8 marzo, giornata simbolo di una lotta che non può mai avere tregua, perché ogni traguardo raggiunto deve essere difeso con i denti. Anche questo fa parte della mia memoria: nel senso che un tempo, in un periodo pieno di ottimismo e fiducia verso il futuro, pensavo che ciò che era stato conquistato potesse ormai essere dato per acquisito. Ma gli anni e i nuovi tempi mi hanno insegnato che purtroppo non è così: insieme alla battaglia per i nuovi obiettivi bisogna sempre affiancare la lotta per mantenere integri quelli già ottenuti.Legato all’8 marzo è anche il post in cui Silvia Levenson ci parla dei ricordi sul suo passato di testimone di una vita in famiglia con una madre vittima di violenza: riemerse solo da adulta, queste memorie hanno contribuito a una presa di coscienza che Silvia, da artista, esprime attraverso le sue opere.Concludo quindi con l’ultimo post, sempre in tema con la lotta delle donne e il sostegno che le istituzioni nazionali e internazionali devono garantire, nelle elaborazioni teoriche e nei fatti. Si tratta infatti di un’altra angolazione dell’analisi sull’Obiettivo 5 dell’Agenda 2030, già analizzato in questo altro post: è d’obbligo infatti constatare che non si tratta solo di un traguardo importante da raggiungere nei Paesi del Sud del mondo, ma che abbiamo ancora molto lavoro da fare proprio qui, a casa nostra, e anche in tutti i Paesi della ricca e civile Europa.Una caro abbraccio, ragazze (e anche magari qualche ragazzo che, per sbaglio, mi legge).
In attesa della primavera,
Rossella

Newsletter n°12 – 14 gennaio 2018

Ecco, se ne sono andati tutti.

Una ventina di giorni molto belli, anche se impegnativi, con tutti per casa, i nostri ragazzi, la piccoletta, il cagnolino Mickey, ma anche amici e visitatori vari. Tre pasti al giorno, e chiacchierare di cibo tra un pasto e l’altro, tutti coinvolti ed entusiasti, gli expat felici di poter accedere ad abbondante, saporito, sano cibo italiano. Qualcuno che tenta di lavorare in mezzo al casino, si gioca, si chiacchiera, dopo qualche giorno Jimi parla un perfetto italiano.
Ora la casa è più calma, un po’ più fredda, perché non scaldiamo più tutti i piani e solo con la legna, ma i gatti sono più tranquilli avendo ripreso possesso degli spazi.

Con Jimi ora si comunica via Skype, almeno fino a che andremo (febbraio o marzo) a trovarli a Berlino. E’ felice di vederci, ci parla dei suoi giochi, dell’asilo, di nuove canzoni imparate, ma monopolizza la conversazione. Quando parliamo troppo in inglese con Kahn di argomenti che non la riguardano, mostra segni di insoddisfazione e chiede di poter chiamare in Skype gli altri nonni, ye ye e nai nai, come li chiama in cinese. La perfida!

Comunque anch’io e Paolo abbiamo ripreso spazi, tempi, progetti. Devo dire che questo nuovo anno inizia bene, con energie rinnovate e tante idee per la testa. Tra le altre, una gran voglia di viaggiare e di conoscere posti nuovi, e diversi modi di vivere. Viaggi fisici, prima di tutto, ma anche sfruttando film, libri, musica, teatro. Non si può nascondere che questo desiderio di aprirsi verso l’altro nasce da una grande insoddisfazione per come stanno andando molte cose in Italia, per esempio pensando ai possibili scenari dopo le prossime elezioni. Vabbé, vedremo.

Anche il blog sta riprendendo dopo il rallentamento natalizio. Ho fatto un elenco degli argomenti che mi piacerebbe trattare e un foglio formato uni non mi è bastato. Ho mille spunti per argomenti interessanti, alcuni leggeri altri più profondi, su cui ho voglia di riflettere, commentare, comunicare. Vediamo se avrò il tempo per tutto. Intanto ho aiutato anche Paolo a fare un suo blog, strumento di cui aveva grande bisogno per veicolare i suoi progetti che non sono lavoro (o non lo sono ancora) e per mostrare le sue foto e raccontare quello che c’è dietro. Se avete voglia di visitarlo è qui.

Tra gli articoli del blog che ho pubblicato dall’ultima newsletter (pochi) mi ha soddisfatto particolarmente quello sulla storia di Clelia, bisnonna di Paolo, donna forte, coraggiosa, con una vita piena di grandi dolori e grandi fortune. Una donna che ha vissuto intensamente buona parte del secolo scorso e della sua Storia. Qui potete leggere il post.

Insieme a Jimi ho visto poi un film davvero bello, Coco, della Disney e Pixar insieme. A parte la dolcezza di Jimi e del suo amico Bastiano mano nella mano, e lui che ha voluto comprare pop corn proprio per lei (cose che fanno sciogliere le nonne), il film è godibilissimo per adulti e bambini. Quindi ne ho scritto la mia personle recensione sul blog.

Ci sono poi nel blog due recenti e interessanti contributi di mie amiche con utili suggerimenti su posti dove portare i bambini. Betti parla dell’Acquario di Genova, visitato con Olmo, mentre Mariagrazia racconta della visita con Leone alla mostra di Lucio Fontana all’Hangar Bicocca.

Non perdetevi poi la ricetta, facilissima e di sicuro successo, della farinata, raccontata da Patti, accompagnata come al solito dai suoi ricordi. Poi, anche se il post  è dello scorso anno, ecco la ricetta della mia marmellata di mandarini: sto aspettando proprio in questi giorni l’arrivo di agrumi dalla Sicilia del fornitore del mio Gruppo d’Acquisto, InCampagna, per mettermi a prepararla per il 2018.


In questo ritratto in studio di Paolo, la famiglia di Rita, mia amica e vicina e, naturalmente, Fantastic Nonna.

 

Newsletter n° 11 – 16 Novembre 2017

Mie care,

giugno…
Era giugno quando ho scritto la mia ultima newsletter.

La mia estate è stata così piena e complicata, nel bene e nel male, che l’attività di blogger che mi sono inventata (e che mi piace e mi diverte) è stata messa all’ultimo posto di tutti gli impegni e le emozioni.
Almeno non ho corso il rischio di annoiare…

L’evento più triste di questa estate è stata la perdita di mio padre, novantenne e malato da tempo, ma comunque uno dei grandi affetti della mia vita. Una perdita come questa porta con sé ricordi, emozioni, pensieri. In fondo a questa email allego le poche parole che ho letto (parlare a braccio non era facile) per salutarlo.

Al dolore per la sua mancanza si è aggiunta la preoccupazione per mia madre, che ha cominciato a vivere da sola per la prima volta in 86 anni. All’inizio, la ragazza se la stava cavando molto bene. Aveva ripreso a far ginnastica, usciva a pranzo con le amiche e a cena con i nipoti, andava al cinema e alle mostre. La forza delle donne… Adesso è un po’ ferma per un doloroso problema di salute, ma siamo tutti fiduciosi che si risolva. In questo post la sua ricetta del vitello tonnato, che ha preparato a casa mia, aiutata da Tommaso.
Un’altra deliziosa ricettina di una bisnonna (nonna Pucci, mamma di Patti) la potete trovare qui, in uno degli ultimi post.

Qualche cosa della mia estate la potete anche leggere su un brevissimo post (10 immagini per la mia estate) del blog. In realtà, leggendo il post potrebbe sembrare un’estate rilassata e tranquilla, ma così non è stata. Basti pensare che in tutti quei mesi non ho fatto una delle cose che più mi piace al mondo, e cioè nuotare, che sia al mare o nei miei vicinissimi (10 minuti da casa mia) laghi.

Ho lavorato tantissimo (ho finito praticamente ieri le ultime consegne dei miei libri), ma ho anche ospitato parenti e amici da ogni parte del mondo. Tutto bellissimo, ma ognuna di voi sa quanto tempo e quante energie ci vogliono per accogliere, nutrire e accudire. Una scheda tratta dal mio lavoro la potete leggere nel post Agenda 2030 – Obiettivo 5, su un tema che mi interessa molto.

A settembre, poi, ho fatto uno dei più bei viaggi della mia vita, in Iran; lo racconto qui nel blog e anche qui su un blog iraniano, con alcune bellissime foto di Paolo. Meno male che erano già fissati i voli, perché forse altrimenti non avrei avuto il coraggio di partire, con tutti gli impegni e i carichi di responsabilità che mi sentivo sulle spalle. Meno male davvero, perché sono felice di aver visitato un Paese meraviglioso, con uno dei popoli più accoglienti del mondo. In particolare ho amato e ammirato le ragazzine e le giovani donne, forti, determinate, curiose, aperte, gentili. A volte ci dicevano (a me, Patti e Adriana) ‘bello vedere donne della vostra età viaggiare’: all’inizio ci stupivamo, ma poi abbiamo capito che con queste parole manifestavano la loro voglia di imitarci, crescendo libere e con un futuro aperto al mondo.

Forse è  proprio questa l’unica cosa a cui possiamo attaccarci, in questo periodo in cui movimenti xenofobi, omofobi e di destra violenta stanno ampliando la loro popolarità, nutrendosi di ignoranza e di chiusure preconcette. Abbiamo bisogno di ragazzi e ragazze che hanno voglia di viaggiare per conoscere l’altro, che desiderano confrontarsi, all’estero e anche a casa propria, con altre culture, altre storie, altre esperienze. In famiglia, a scuola, nelle associazioni non dobbiamo mai smettere di facilitare questi incontri, usando tutti gli strumenti per ampliare i confini delle loro menti. La cucina, un film, un libro, una foto, una notizia da commentare, tutto può essere un’occasione per farli sentire cittadini del mondo. Importanti sono anche riviste come Internazionale e notiziari come Esteri di Radio Popolare e il bel Tg Mondo di Sky: grazie a loro, in questo panorama dell’informazione troppo italocentrico, si può andare oltre le schermaglie tra i nostri insoddisfacenti partiti o le disgrazie della nazionale di calcio. A quest’ultimo proposito, diffondo volentieri una notizia recente e allegra, e cioè quella dei successi della nazionale femminile: forza ragazze! mi sa che questa volta seguirò i mondiali…

Vi saluto con questa foto di due deliziose sorelle che ho scattato durante il mio viaggio iraniano, in una moschea di Shiraz.
A tutte voi, buon inverno, ragazze!
Rossella

Lettera per mio padre
Da bambina ne ero perdutamente innamorata.

A 8 anni lui ne aveva 36 e io pensavo che fosse l’età più bella per un uomo.

Dicevano che assomigliasse a Stewart Granger, ed è innegabilmente vero. Ma per me era più Cary Grant, l’attore che preferivo quando ero piccola.

Poi, da adolescente, ho rifiutato quello che consideravo il suo essere maledettamente borghese. Ho contrastato molto del suo modo di vivere, ma senza mai arrivare a veri scontri, io infiammata ma conciliante, lui sempre gentile e rispettoso.

Da adulta ho cominciato a capire quanto anche gli altri lo amassero e lo apprezzassero, sul lavoro, tra gli amici, anche nelle conoscenze brevi o casuali. Mi hanno raccontato della sua onestà e della sua professionalità, del suo rigore maniacale unito a una elasticità di vedute, del fatto di essere sempre sincero e affidabile.

I nostri stili di vita sono comunque rimasti diversi: l’unica volta che mi sono davvero arrabbiata con lui è stato quando non ha voluto concedere per qualche giorno la sua casa di montagna a una famiglia irlandese con cui io facevo scambio casa. Stupida io a insistere: non era una cosa che poteva capire.

Di bene ce ne siamo voluti molto, sempre, senza eccezione alcuna. E, come mio fratello, i miei figli e i miei nipoti, ho sempre saputo di poter contare su di lui, non solo economicamente, ma come presenza e sostegno reale in qualsiasi momento, qualunque cosa fosse accaduta.

In fondo, mio padre con la sua vita ha fatto quello che tutti dovremmo fare: far sapere, o meglio, far sentire a chi amiamo che noi ci siamo e ci saremo sempre, finché, come è accaduto ora, la morte, crudelmente, non ci separa.

 

Newsletter n°10 – 17 Giugno 2017

Care tutte, buongiorno.

In questo mese, tra i vari post pubblicati, ce ne sono stati alcuni che mi è piaciuto particolarmente scrivere perché hanno coinvolto memorie e ricordi importanti nella mia vita di madre (e che certo hanno fornito un imprinting nella mia vita di nonna).

Pensando a me come mamma di bambini, o ancora prima come futura mamma in attesa, mi sono trovata a riflettere sull’unicità dell’individuo e di come invece, dall’esterno, ogni persona sia vista come in una foto strettamente legata al momento presente. Certo, i tuoi amici di una vita e la tua famiglia (magari non i tuoi figli…) ti prendono in considerazione in divenire: per loro sei sempre tu, la giovane mamma che eri, la donna adulta e quella che si avvicina all’età anziana, tutte insieme, in fondo senza stupirsi delle rughe che crescono piano piano, del giro vita che si allarga e delle nuove e diverse questioni che ti trovi ad affrontare.
Ma all’esterno, per gli incontri occasionali (lavoro, nuove conoscenze, viaggi, nuove avventure in cui ti lanci…) tu oggi sei, inequivocabilmente, una donna sessantenne.

E allora, godiamocelo questo ruolo, in fondo qualche vantaggio ce l’ha. Credo infatti che siano più numerose le occasioni in cui stupisce piacevolmente vedere una sessantenne comportarsi in modo vitale e propositivo di quelle che ti fanno sembrare un po’ ridicola. E poi, si sa, il ridicolo sta tutto negli occhi di chi guarda 😉
Molto in tema è un’esperienza di questo periodo che ho raccontato in un post, un’esperienza che mi ha entusiasmato: un workshop di movimento, danza e teatro, ma anche di riflessione sul sé, per un gruppo molto variegato di donne over 60, ideato, animato e guidato da Silvia Gribaudi, attrice e coreografa che sono stata felice di incontrare nella mia vita.

Comunque, tornando ai ricordi, penso che facciano sempre bene. E poi sono un bagaglio di storie da raccontare, soprattutto in un blog come quello di Fantastic Nonna.

Uno dei ricordi di questo mese è legato a un oggetto molto evocativo, la culla. Una bella culla per neonato che è passata tra parenti e amici, rinfrescata e riamata a ogni nuova nascita.

L’altro riguarda i momenti che hanno preceduto la nascita dei miei figli (e la scoperta che tutti e tre sarebbero stati maschi). Da questa memoria è partita una riflessione sull’educazione dei figli maschi e sulla necessità, per la costruzione di una società realmente femminista (che per quanto mi riguarda significa paritaria, egualitaria, senza differenze di genere), di far evolvere la tradizionale prospettiva. Non dobbiamo lavorare soltanto per rendere consapevoli, volitive e forti le nostre ragazze, ma dobbiamo impegnarci per allevare dei ragazzi sensibili, autonomi e collaborativi, rispettosi dell’altro. Anche in bagno 😉 (questa la capite se leggete il post…)

Dopo un primo esperimento ho continuato a tradurre le ricette di Fantastic Nonna in inglese, come questa sull’insalata russa di famiglia. Ho approfittato dell’aiuto di David e Kahn, anche se poi ho voluto rimaneggiare la traduzione, con il risultato di produrre un inglese forse un po’ broccolino. D’altra parte i post del blog non sono mai la ricetta punto e basta, ma sono legate a storie, ricordi, cenni biografici: quindi non è facile una traduzione che segua fedelmente le emozioni e il filo dei pensieri. Comunque il risultato mi incoraggia a proseguire, dove posso faccio io, poi vediamo. Nella pagina Facebook, FantasticNonna’s Italian cooking, ho inserito anche spezzoni di vecchi film che raccontano dell’italianità in cucina e rimandi a post di altri blog in inglese, sull’Italia e il suo cibo, che mi piacciono, come il sempre amato CasaChiesi.com

Un’ultima nota su un argomento che mi ha molto colpito. Nelle elezioni dell’11 giugno la sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, non è stata rieletta.

La sua voce, che si è elevata forte e chiara a favore dei diritti dei più deboli, esseri umani non italiani ma che importa, ha rappresentato l’opposizione all’indifferenza alla strage dei migranti, un esempio per tutti noi. Ha avuto per la sua opera e la sua testimonianza riconoscimenti internazionali di ogni tipo. Ma questo non è stato sufficiente, hanno prevalso invidie e calcoli politici, e la maggior parte dei lampedusani ha voluto tornare a un vecchio ordine, con la solita parola d’ordine, che sta diventando davvero troppo di moda, “prima noi e poi gli altri”.  Anche se questo avesse un senso, se esistesse davvero un altro da noi, quando arriverebbe questo “poi”? Quando riterremmo sufficiente quello che abbiamo? Quando mai ci accontenteremmo di uno stomaco pieno, di una casa, di una pace, buoni servizi, una tv, un’automobile, un telefonino…? E’ veramente impressionante come si sia arrivati alla teorizzazione di un puro e semplice egoismo (che è anche il mio, naturalmente).
Scusate le banalità, ma credo sia meglio dirle che tacerle.

Un abbraccio a tutte.
E ricordate sempre che potete cancellavi facilmente dalla mailing list (magari dopo questo sfogo…).

Rossella

 

Newsletter n°9 – 22 maggio 2017

Ciao a tutte,
Scrivo questa mail in un momento particolare: da qualche giorno ci ha lasciato il mio amico carissimo, Sandro, l’amico di una vita. Per me è stato perdere un fratello per la seconda volta e anche in questo caso sarà lungo e difficile convincere il mio inconscio che se ne è andato veramente.
L’abbiamo accompagnato per l’ultimo saluto, in una cerimonia bellissima, molto partecipata e commovente, soprattutto per la presenza di decine di suoi studenti in lacrime, testimonianza di una professione di insegnante vissuta con passione e amore  (veramente non proprio l’ultimo saluto, perché lo ricorderemo ancora in una bella festa all’aperto, con vino e chiacchiere e musica…).
Dopo la cerimonia, molti di noi sono andati alla manifestazione al Castello, a Milano, la bella dichiarazione di una città contro tutti i muri, per una reale solidarietà tra i popoli e per l’accoglienza di chi scappa da fame e guerra. Una manifestazione gigantesca e confortante. Una opportuna conclusione di giornata. Poi a casa, stanchissima.

Parlavo di mio fratello. Proprio in questo ultimo periodo ho pubblicato sul blog una storia corredata da alcuni deliziosi biglietti di Giampaolo, disegnati in occasione del Châ de bebé di suo figlio, la festa che in Brasile si fa in famiglia prima della nascita di un bambino. Sono disegni che ricordavo, ce li aveva mandati da Sao Paulo, e che mi fa piacere aver ritrovato. Un piacere altrettanto grande è condividerli con altri, in questo post.

In un altro post racconto invece della prima lettera che noi nonni abbiamo inviato a Jimi, con la nostra foto da appendere in camera sua. Sembra che Jimi fosse sovreccitata da questo arrivo: i nonni sono sempre i nonni e ricevere posta da loro a 2 anni e mezzo è effettivamente una bella sorpresa.

Ma le foto non ci bastano e quando possiamo cerchiamo di vederci. Ora aspetto la famigliola per il prossimo weekend: un impegno dei genitori in Italia ci regala qualche giorno con la piccoletta. Così come un altro impegno del papà a Vicenza ha permesso di vederci una decina di giorni fa: tre ore andare e tre ore tornare, i nonni sono arrivati in giornata. Qui, su una scalinata,  bacio tra nonna e nipote.

Ho anche cominciato a pubblicare nel blog alcuni post in inglese; sono soprattutto post di ricette che inserisco, insieme alle ricette di cucina italiana di altri blog in inglese che mi piacciono (come Casa Chiesi), anche su una nuova pagina Facebook (per chi lo segue). Questi post sono diretti alle amiche anglofone, ma forse possono anche servire a fare un po’ di pratica in questa lingua, perché sono le stesse ricette pubblicate in italiano. Come, ad esempio, la ricetta della marmellata di fragole, qui in italiano e qui in inglese.
Un altro post che ho tradotto in inglese è quello che parla di Rina, la maestra di sfoglia emiliana e testimone di un’epoca di cui ho parlato nell’altra newsletter. E, a proposito, ho provato la ricetta della sua famiglia, il Gnoc ad furminton, la torta rustica, ed è venuta benissimo.

Vi lascio con dei versi di Robert Louis Stevenson che concludono il libro di Pia Pera, “Al giardino ancora non l’ho detto”, un bel libro che racconta in prima persona del fine vita. La poesia parla di bambini nelle notti d’estate, ma l’allegoria rimanda a chi, come Sandro, se ne è andato troppo presto.

Bed in Summer
A letto d’estate

In Winter I get up at night
And dress by yellow candle-light.
In Summer quite the other way,
I have to go to bed by day.

D’inverno mi alzo la notte,
E mi vesto alla luce gialla della candela.
D’estate è tutto il contrario,
Mi tocca andare a letto di giorno.

I have to go to bed and see
The birds still hopping on the tree,
Or hear the grown-up people’s feet
Still going past me in the street.

Mi tocca andare a letto e vedere
Gli uccellini saltellare ancora sull’albero,
Oppure sentire i passi dei grandi
Che se ne vanno ancora per la strada.

And does it not seem hard to you,
When all the sky is clear and blue,
And I should like so much to play,
To have to go to bed by day?

Ma non vi pare brutto,
Col cielo così chiaro e azzurro,
Quando si vorrebbe tanto giocare,
Dovere andare a letto di giorno?

Se volete togliervi dalla mailing list andate qui sotto, è facile.
Se invece volete andare a vedere le newsletters passate, le trovate qui sul blog.

Baci a tutte e tutti.
Rossella

 

Newsletter n°8 – 26 aprile 2017

Buongiorno mie care.
Ieri era il 25 aprile, bella festa di noi tutti.
Nonostante la pioggia, ma la pioggia c’è quasi sempre il 25 aprile. Mentre il primo maggio è di solito splendente e soleggiato (e speriamo che lo sia anche quest’anno).
Certo, una festa sempre meno unitaria (vi sareste mai immaginate un tempo un PCI che litiga con l’ANPI?)
E sempre più difficile mantenerla viva nelle nuove generazioni…

Una mia amica giornalista, Lucia Vastano, scrive su Facebook:

Ci siamo arresi e abbiamo finito per accettare questo mondo che non ci piace. Ricordiamo gli eroi e le eroine che lottarono e diedero la vita per liberare il Paese dai fascisti e dai nazisti, ma siamo incapaci di liberare la democrazia da chi la sta sfregiando. Inneggiamo alla resistenza, ma cosa aspettiamo? Che la liberazione ci piova dal cielo, ognuna e ognuno di noi ancorati nel nostro individualismo e nella nostra solitudine facendo finta di avere a cuore la comunità, ma in realtà cercando solo un posto al sole per noi stessi. Il 25 aprile deve essere il giorno della verità, lasciamoci alle spalle le ipocrisie della retorica e cominciamo a coltivare la liberazione dentro di noi, liberi dal nostro egoismo e dai pregiudizi. Non c’è liberazione senza resistenza. E la memoria giusta ci fa guardare al futuro e non al passato.

Sono note certo un po’ pessimiste, ma molto stimolanti e su cui è importante riflettere.

Tornando alle nuove generazioni, la nostra importanza è fondamentale. Noi abbiamo avuto la fortuna di sentire raccontare di quegli anni dalle voci dirette dei nostri nonni e genitori, ma a noi tocca il ruolo di tramite per figli e nipoti. Devo dire che, anche se con i figli è andata abbastanza bene, non vedo un compito facile la trasmissione della memoria ai nipoti… Però ci proviamo!

Comunque quando si parla di Resistenza, uno dei primi pensieri va a mia nonna Giulia, che ha perso il figlio partigiano a 23 anni. Più invecchio e più divento consapevole di quanto deve essere stata terribile per lei e per tutta la famiglia quella tragedia, peraltro condivisa allora da migliaia di famiglie in Italia, purtroppo, e ancora oggi in ogni guerra del mondo. Sempre più forte è il desiderio di raccontare la vita densa di questa nonna dolce, ma composta e riservata.

Sul blog tante cose nel frattempo.
Vi consiglio di leggere due belle storie, che arrivano da mondi diversi, di donne forti, combattive e che non si fermano mai: Rina Poletti e Miriam Grimaldi.

Un’altra bella storia è quella della geniale educatrice Giuseppina Pizzigoni, una storia che in questo post si intreccia con quella della mia mamma. La visita alla sua scuola Rinnovata, per lei dopo tanti anni, per me per la prima volta, è stata carica di emozione e anche di riflessioni sulla differenza tra quello che potrebbe essere la scuola e quello che molte volte è… Meno male che di insegnanti bravi, intelligenti e responsabili ce ne sono tanti e ognuno di noi, alle elementari, medie o superiori, prima o poi li ha incontrati. Ma quello che è più difficile da scalzare è il sistema… E sì che Montessori e Pizzigoni pensavano e operavano già un secolo fa.

In questo post ho invece messo le mie riflessioni su come provare a crescere individui aperti, solidali e non violenti. Mi piacerebbe sentire da voi altri suggerimenti, sono certa che ne abbiate di interessanti.

Vi lascio con un ritratto che ha fatto Paolo a quattro generazioni di donne, dalla bisnonna novantenne alla neonata che non ha ancora due mesi. Il ritratto l’ha voluto la giovane mamma, Lucia, e mi sembra sia davvero un bel modo per celebrare i forti legami intergenerazionali tra donne di una stessa famiglia. Io ho dovuto fare un salto (con tre figli maschi), ma ho recuperato alla grande!

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Un abbraccio a tutte.
Rossella

 

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Newsletter n° 7 – 8 marzo 2017

Ciao a tutte.
Scrivo oggi, 8 marzo, mentre mi sto preparando per andare alla manifestazione di Milano. Pronte giacca nera e sciarpa fucsia, come indicato dalle organizzatrici.

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Il clima effervescente di questa nuova stagione femminista ci fa tornare a molti anni fa. E non possiamo che rallegrarcene, perché è stato molto triste vedere l’avanzare, per anni, di una società che distruggeva nei fatti le conquiste di libertà e dignità delle donne.
Nonna, ma prima di tutto donna…

Comunque questo mese mi sono concessa una vacanza a Berlino. Oddio, vacanza… Io e Paolo abbiamo fatto i nonni a tempo pieno. Preparare e portare Jimi all’asilo, riprenderla, poi a fare la spesa con il passeggino avvolta in una coperta, perché faceva freddo, troppo freddo. Quindi niente parco giochi, ma si andava in uno dei tanti caffè attrezzati per accogliere e far giocare i bambini; e dove fanno il babyccino (latte schiumato in tazza piccola) di cui Jimi è golosa. Leggere e giocare con Jimi, il bagnetto, portare fuori Mickey, il cagnolino, la stufa a legna, le lavatrici… Un paio di serate concesse ai genitori, e anche una notte intera, perché dopo cinema e ristorante hanno dormito romanticamente in un hotel. Poi, la preparazione di una serie di cene con amici e parenti, a menu rigorosamente italiano, con qualche difficoltà a trovare gli ingredienti corretti.

Un gran lavoro, non ricordavo più, ma comunque bello. Per un periodo breve, bello. Però il pensiero è andato alle mie amiche nonne-babysitter: le ho capite finalmente fino in fondo, e sarò certamente più solidale con loro quando manifesteranno stanchezza e, a volte, anche insoddisfazione ;).

E nel blog, nel frattempo, che cosa è successo?
Due blog sull’Africa, uno sulla grande Nina Simone che, anche se americana, all’Africa è stata molto legata e un altro sulle nonne dei villaggi, che sono il miglior tramite per migliorare la vita delle donne dal punto di vista sanitario e sociale.
L’incontro con il Movimento AvaEva, nonne svizzere allegre e combattive. L’impegno di Giuliana, per portare scuole e salute nei villaggi indiani. La storia di Franca Viola, ora nonna, che ha segnato la vita di molte italiane della mia generazione. E altro che potete scoprire girovagando sul blog.

Per salutarvi allego un video, I am an immigrant, che ho apprezzato molto: è il mondo della moda americana che risponde alle politiche sull’immigrazione di Trump. Si, è vero, sono tutti belli e famosi, ma forse proprio per questo è particolarmente efficace; e poi, c’era da aspettarselo, è molto bello.

E poi ancora un altro video, Let me dance, altrettanto estetico, ma parecchio incoraggiante. E’ quasi un’anticipazione, perché mi sa che su questo farò un nuovo post.

Un abbraccio a tutte.
Al mese prossimo.
Rossella

 

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Newsletter n°6 – 25 gennaio 2017

Care ragazze,
buon anno!

A dicembre niente newsletter, perché è stato difficile anche fare le cose obbligatorie, con tutti i ragazzi per casa. Sembrava di rivivere momenti del passato, certo meno tranquilli, ma comunque allegri e divertenti. In più c’era Jimi, e anche con lei, le sue esigenze e la sua vivacità, la sensazione era di essere tornati a molti anni fa, con voci di bambini e giocattoli per le stanze.

Comunque, a parte il piacere di stare in famiglia e con gli amici, il 2017 non è cominciato bene, in Italia e nel mondo, per vicende diverse, ma egualmente tragiche. Non che ci si aspettasse granché, visto il 2016… E poi, come è difficile certe volte conciliare una sana voglia di vita (far festa, ridere, viaggiare, godere delle cose belle e buone che ci possiamo permettere) con uno sguardo attento e preoccupato, ma anche arrabbiato, su ciò che succede attorno a noi. Riflessioni scontate, lo so, ma non per questo meno reali.

Anche il blog di Fantastic Nonna, nella sua estremamente varia composizione dei post, corrisponde a questa lotta tra opposti che sta, credo, in ognuno di noi. Mia mamma, per esempio, sta sveglia la notte a pensare a ciò che di più negativo accade, ma poi questa vitale ottantaseienne una bella risata non se la fa scappare.

E così, per alleggerire la tensione, leggiamo divertite un’altra puntata del Diario semiserio di una Gnogna o sogniamo un viaggio a New York, magari per cenare all’Enoteca Maria, con il suo progetto sulle cucine di tutte le nonne del mondo.

Penso che la marcia delle donne a Washington, in tutti gli USA e nel resto del mondo sia stato un evento importante, anche se è da considerare solo l’inizio di un processo che, secondo me, vedrà in America molta più gente, e soprattutto donne, interessarsi alla cosa pubblica.

E poi, che altro nel blog da novembre? La mostra di quella grande fotografa siciliana che è Letizia Battaglia, se siete a Roma, non perdetevela.
Il post con un’intervista a un cantastorie che parla anche della sua nonna, che gli ha comunicato l’amore per le filastrocche. E, a proposito di filastrocche, il primo video di Fantastic Nonna su youtube, più che altro una sperimentazione, con la mia amica Francesca Amat, anche lei cantastorie (ma anche molto di più), che ne recita e mima una della tradizione.

Ci sono anche diverse ricette di Patti, tutte semplicissime, per le nonne che devono preparare da mangiare ai nipoti, magari anche divertendoli. Per esempio questa della torta di rose. Ce ne è anche una mia, anche questa molto facile, preparata per il compleanno di Jimi. Per ora sono tutte ricette per i bambini, magari più avanti penseremo anche a proporre ricette per tutta la famiglia.

Ancora pochi istanti per consigliarvi un film che mi è piaciuto davvero molto, 7 minuti, un film di donne, anche se diretto da un uomo, Michele Placido. E’ anche un film sul lavoro e fa riflettere su tutto ciò che sta cambiando in quest’ambito. Sono anche orgogliosa di una mia amica, Lee Colbert, che fa parte del cast per una piccola parte. Ormai è difficile trovarlo nelle sale, ma probabilmente si può reperire in rete oppure trovare nella programmazione di qualche cineforum (come, tra qualche giorno, in quello di Borgomanero).

E ora, tanto per rinfrescarci la memoria, le donne che hanno vinto un Nobel: loro sono il simbolo di migliaia di altre donne che hanno fatto ottimamente il loro lavoro ma sono rimaste misconosciute e di milioni che non hanno avuto pari opportunità.

Per finire una riflessione di Arundhati Roy, che un po’ di speranza ce la dà, così non smettiamo di lavorare e impegnarci 😉
“Il sistema collasserà se ci rifiutiamo di comprare quello che ci vogliono vendere, le loro idee, la loro versione della storia, le loro guerre, le loro armi, la loro nozione di inevitabilità. Ricordatevi di questo: noi siamo molti e loro sono pochi. Hanno bisogno di noi più di quanto ne abbiamo noi di loro. Un altro mondo, non solo è possibile, ma sta arrivando. Nelle giornate calme lo sento respirare.”

Un abbraccio.
Rossella

ragazze, se non volete più ricevere potete facilmente levarvi dalla mailing list, trovate il link qui sotto; se invece volete farla conoscere ad altre amiche nonne vi ringrazierò :). se poi avete voglia di scrivere qualcosa, faccio i salti di gioia!
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Newsletter n°5 – 8 novembre 2016

Care tutte,
oggi è il mio compleanno, ma è anche una giornata cruciale per il futuro degli Stati Uniti e, di conseguenza, di tutto il mondo.

Anche chi non è contento (e io sono tra questi) della prospettiva di una presidenza Hillary Clinton (ma quanto è bella la nostra conquista di mantenere il nostro cognome…), è certamente più spaventato dalla possibilità che Trump e collaboratori scelti da lui decidano per quattro anni le sorti del pianeta.

Anche se, per essere sinceri, sul continuare a creare barriere e divisioni tra il Nord e il Sud del mondo, anche l’Europa ci mette del suo.

E le nonne? Confesso  che negli ultimi anni ho perso quella fiducia nel continuo progresso della società umana che avevo un tempo. Il futuro mi sembra invece un po’ più simile a quei cupi film di fantascienza che mi piacevano tanto proprio perché raccontavano un’evoluzione del mondo che credevo impossibile.

Eppure, proprio essere nonna mi fa essere più fiduciosa, mi aiuta a non mollare, a continuare a conoscere e imparare cose nuove,  a impegnarmi su vari fronti.

Credo che l’educazione delle nuove generazioni sia una questione irrinunciabile e mi emoziona contribuire a far crescere (parlo di Jimi) una nuova donna intelligente, consapevole e libera.

Il blog di Fantastic Nonna sta andando avanti, grazie anche a contributi più numerosi delle mie amiche. Se avete voglia date uno sguardo al post di Maria Francesca sulla sartoria per bambini in cui lavora come volontaria www.fantasticnonna.com/una-sartoria-allegra-e-solidale . Oppure al bel racconto di Giovanna sulla visita al Mart con suo nipote www.fantasticnonna.com/creare-insieme-dei-momenti-memorabili. E naturalmente alle ricette di Patti e ai racconti della Gnogna (che in questo periodo va un po’ a rilento perché è nato il secondo nipote).

Una bella esperienza che racconterò in un prossimo post è stato l’incontro con le nonne svizzere del Movimento AvaEva: sono andata a un loro convegno a Bellinzona, dove sono stata accolta con affetto e dove ho provato un po’ d’invidia per il loro entusiasmo e la loro organizzazione, e ancora di più per la loro capacità di creare un collettivo vivace e pensante.

Vi lascio con una foto di Jimi con i suoi nonni che stanno dall’altra parte del pianeta: Lily e Robert, gli amorevoli nonni taiwanesi/neozelandesi.

I nonni di Taiwan

Un abbraccio a tutte.
Rossella

 

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Newsletter n°4 – 17 settembre 2016

Care tutte,

finita l’estate, siamo a settembre, l’inizio dell’anno.

Anche chi non va più a scuola, per studiare o lavorare, né ha intorno piccoli in età scolare sa che l’inizio di settembre è la vera svolta dell’anno. Si fanno progetti, buoni propositi, si decide cosa deve essere continuato e quali attività si devono iniziare. Sì, si programmano anche le diete e le attività fisiche, insomma si progetta un nuovo anno che deve essere un po’ migliore di quello passato. Poi, naturalmente, non sarà così, ma a settembre tutto sembra possibile, e questo è senz’altro un bell’aiuto per non pensare che l’estate è finita.

Anche se la newsletter si è fermata in agosto, il blog ha continuato a pubblicare due post alla settimana, ma anche Fantastic Nonna ha dei buoni propositi per il nuovo anno.

Prima di tutto le ricette. Patti ha scelto il part-time per l’anno prossimo e quindi ha promesso più tempo da dedicare al blog, e molte delle ricette saranno sue. Qui una ricettina molto semplice, ma anche molto appetitosa per i bambini; le polpettine sono fritte, ma una volta ogni tanto non fa male…

Poi le recensioni. Recensioni di libri per bambini e recensioni di libri che hanno per protagonista una nonna. Guardate che non è facile trovarli, e magari anche belli. Quindi si accettano suggerimenti e, se vi viene voglia, anche di recensioni complete. Intanto eccone una qui. A volte si parlerà anche di libri per bambini che hanno per protagonista una nonna, ne sto raccogliendo un po’. Anche in questo grazie per consigli eventuali.

Anche la Gnogna ha ricominciato a scrivere e ci sarà più o meno sempre una puntata a settimana, più o meno perché non bisogna farle fretta… Ma di cose da raccontare ne ha sempre tantissime, una vera saga familiare in cui, almeno a pezzetti, molte di noi possono riconoscersi. Ecco qui la settima puntata, in anteprima.

E poi continuano le riflessioni, i ricordi, i suggerimenti a ruota libera, sperando che qualcosa ogni tanto vi possa interessare, come questo post di Silvia, o magari questo su un asilo nel bosco.

Questa bella foto di una nonna, Lynn, e sua nipote, svegliate alle sei del mattino è di Dennis Marsico.

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Vi saluto con un video, bellissimo, che mi ha emozionato. Anche perché quello delle terribili migrazioni dei nostri tempi credo sia un tema che non dobbiamo mai dimenticare. Anche se non si sa l’inglese credo che l’emozione passi lo stesso, grazie anche agli splendidi attori.

Baci e abbracci a tutte.
Rossella

 

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Newsletter n°3 – 16 luglio 2016

Care tutte,

l’estate è cominciata. Il meteo è un po’ alterno, ma il caldo c’è, e questo è un bene, fa sembrare che la vita del pianeta proceda normalmente. Invece tanto normale non è, accadono cose terribili. Ma forse è solo che ci siamo illusi per anni di una linea di tendenza verso il bello, il buono, il giusto, senza accorgerci veramente di ciò che succedeva al di fuori del nostro mondo. E così il brutto, il cattivo, l’ingiusto è scoppiato tra di noi, non solo per violenze e attentati, ma perché ha cambiato la testa e il cuore della gente, e non ci si riconosce più come simili per strada.

Scusate la divagazione. In realtà volevo dire: è arrivata l’estate e Fantastic Nonna ha postato alcuni consigli per fare l’orto con i nipoti 😉 , in campagna, ma anche su un balcone. Potete leggere l’articolo qui. E’ un post che può essere in divenire: se avete altri suggerimenti li aggiungiamo, grazie mille.

In due post sono stati affrontati argomenti femministi, o comunque di attenzione alla differenza di genere, qui e qui, tema che mi sta molto a cuore e filone da continuare perchè non bisogna mai abbassare la guardia: invece di urlare, abbiamo parlato per molti anni troppo sottovoce, e i risultati si vedono.
Nel post dico che non dirò a Jimi che è carina, la sto aspettando per settimana prossima (passerà tre settimane da noi e farò un po’ di esperienze da nonna a tempo pieno) e vedrò se resisto a farle qualche complimento.

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Il diario semiserio di una Gnogna continua sul blog, meno male: siamo alla quinta puntata, se vi va leggetela qui.  Ora la gnogna è al mare, con il nipote e la mamma quasi novantenne, quindi si è presa un po’ di pausa, ma arriverà presto la sesta puntata, non dubitate.

Per salutarvi posto il link a un video di danza, che non c’entra nulla con le nonne (o poco, con le nonne in fondo c’entra tutto, mi sto accorgendo), ma mi è piaciuto molto e spero piaccia anche a voi. Eccolo.

Un abbraccio a tutte.
E ricordate che se volete cancellarvi dalla newsletter è molto semplice, guardate in fondo a questa mail.
Rossella

 

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Newsletter n°2 – 7 giugno 2016

Care tutte,

questo mese nel blog sono stati pubblicati post sugli argomenti più vari, dalle mamme che accompagnano le figlie in sala parto al movimento svizzero delle nonni ribelli (evviva!), passando per Susan Sarandon e la nonna dei rifugiati in Somalia.

Ma uno di questi post mi riguarda molto da vicino, perché ho raccontato delle mie felicissime esperienze di neononna a tempo pieno. I genitori di Jimi sono andati a New York per una settimana e hanno lasciato la piccola a noi nonni. Tutto inaspettatamente perfetto! Naturalmente siamo stati fortunati, ma nel post ci sono alcuni suggerimenti che possono essere utili per altri nonni che si trovassero in una situazione simile.
Ecco qui il link al post.

Ed eccomi qui, allegra a Berlino (anche il tempo è stato magnifico…)

Io e Jimi, nonna e nipote a Berlino.

Il blog ha anche una grande novità, molto divertente: l’esilarante diario di una nonna (prima, durante e dopo il diventarlo). Si tratta di una mia amica, che da tempo mi raccontava le conflittuali vicende con sua figlia, madre di suo nipote. Io ridevo mentre me le raccontava, ridevo per giorni ripensandoci, e speravo proprio che le venisse voglia di scriverle per il blog. E così è stato, in un diario a puntate. Ecco la prima. Non ridete troppo.

Un ultimo consiglio. Se dovete organizzare le vacanze con i nipoti, siano viaggi avventurosi o soggiorni calmi e stanziali, ecco due siti che possono aiutarvi: its4kids e bambini con la valigia.

Auguro a tutte una buona estate!
Rossella

ps: se volete cancellarvi dalla mailing list, guardate in fondo, è facilissimo, l’ho provato. se invece vi piace, potete inoltrare ad altre amiche.

 

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Newsletter n°1 – 12 maggio 2016

Care tutte,

vi presento la newsletter di FantasticNonna.com.

FantasticNonna è un blog su idee, riflessioni, ricordi, scoperte di una nonna (io) e delle sue amiche, con occhi aperti e curiosi sul mondo dei bambini e sulle sue relazioni con l’arte, la scienza, la storia, la demografia. Il nostro sguardo si sofferma però anche sulle trasformazioni della società italiana e si allarga a piccoli e grandi temi che riguardano i popoli del pianeta.

Visitate perciò il nostro sito, www.fantasticnonna.com, non ve ne pentirete 😉
Il blog pubblica i suoi post due o tre volte alla settimana.
La newsletter, invece, vi arriva nella posta più o meno una volta al mese.
Se vi annoia, potete cancellarvi subito, guardate in fondo, è facilissimo.
Però, se non vi dispiace, inoltrate questa email anche ad altre amiche nonne.
(e sono aperte le collaborazioni, naturalmente…)

Intanto, ecco due foto che hanno girato in rete in questi ultimi tempi, provenienti da mondi molto diversi:

Famiglia reale, nonna e nipoti, foto di Annie Liebowitz

il bellissimo ritratto, scattato da Annie Leibovitz, di una nonna molto speciale, Elisabetta seconda e i suoi pronipoti,

nonne accoglienti a Lesbo

e l’immagine delle nonne greche che nutrono il piccolo rifugiato siriano a Lesbo (mi scuso, ma non ho trovato l’autore).

E, visto che parliamo di foto, allego il link a un post che dà alcuni suggerimenti su come fotografare i nipoti quando sono più piccoli (poi ne arriveranno anche per i più grandi)

Una lezione di fotografia

Baci e abbracci a tutte.
Rossella