Passeggiando nel parco, un pomeriggio d’ottobre

Camminiamo vicine, attraverso un luminoso pomeriggio di fine ottobre. Abbiamo lasciato la grigia foschia di Milano: mezz’ora di macchina, e tutto si è trasformato. I colori sfacciati dell’autunno trovano il loro specchio nelle acque del fontanile. Cigni candidi lasciano scie d’argento. Un pavone apre l’incredibile blu del suo ventaglio. Alice è incantata. Sorride, come se fosse davvero nel Paese delle Meraviglie. Poi mi tira una manica, mi guarda fissa: “Noi siamo amiche, vero, nonna?” mi chiede all’improvviso.

Amiche? Cinquant’anni giusti giusti, dai suoi quattro ai miei. Eppure non siamo così lontane: appartengono a tutte e due l’insaziabile curiosità, lo stupore verso ciò che è nuovo intrigante misterioso, la voglia di giocare e di ridere, il non prendersi troppo sul serio, e il bene che ci vogliamo. Nessuno può toglierci il nostro tempo insieme.

Ogni volta che la ritrovo mi travolge quel bene che fa male, tanto è forte. Ci corriamo incontro, ci abbracciamo strette strette, e poi via, a raccontarci storie vere e immaginate, a ridere come pazze, a inventare un modo nuovo per rendere il nostro giorno diverso da tutti gli altri.

“Noi siamo amiche vero nonna?”
“Certo che siamo amiche, amore mio”.

 

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