Happy Berlin to you!

Un piacevole anticipo di quello che sarà il periodo di Natale. Neanche una settimana, sei giorni scarsi per stare con i nostri figli, la nipotina e la sua mamma, nostra figlia acquisita. Sei giorni intensi, ma tranquilli e rilassati.

Ormai da qualche anno il ritmo delle nostre brevi vacanze a Berlino è abbastanza stabilito. Durante la settimana i nonni accompagnano al kita, cioè all’asilo, Jimi e poi, se non hanno da lavorare, si godono la città fino all’ora del ritiro della bimba.

Questa volta non abbiamo fatto molto per conto nostro, troppi impegni insieme a loro: da spese e incombenze varie ai servigi di Paolo come fotografo per documentare lavori di Martino. Comunque siamo riusciti a vedere una bella mostra di fotografia al C/O Berlin: l’antologica di Nicholas Nixon, con, tra l’altro, la bella serie di fotografie alla moglie e alle sue sorelle, nell’arco di quasi 50 anni. Un lavoro bello, intenso, profondo, che conoscevo già solo in parte e che mi ha fatto molto piacere vedere nell’allestimento di questo spazio espositivo che è uno dei miei preferiti.

Nicholas Nixon a Berlino

Poi c’è stata anche qualche bella camminata lungo i canali, accompagnati dal dolce Mickey, cagnolino di casa, e un giro per i posti che ormai costituiscono le nostre tappe obbligate berlinesi (lo so, non ci faccio una bella figura, ma anche il negozio della Nivea lungo Unter del Linden non me lo perdo mai, ha sempre piacevoli novità, oltre che riportarmi a miei ricordi di bambina).

 

Dopo il kita, ha sempre fatto un po’ freddo per il parco giochi, quindi siamo tornati soprattutto a casa, con qualche gioco, lettura o film. Poi tante chiacchiere tra noi adulti, raccontandoci (soprattutto in una direzione, dall’Italia alla Germania) le ultime notizie su parenti e amici.

Mentre si fa un aperitivo (le delizie portate dall’Italia vengono spazzolate in fretta), si comincia a preparare la cena tutti insieme. A casa di Kahn e Martino il cibo è una cosa seria, mai un incontro casuale: lo si programma, ci si prepara, ci si informa, se ne parla a lungo, lo si pregusta. Questa volta non sono stata io a portare lo stendardo della cucina italiana all’estero, ma Kahn, nata a Taiwan e cresciuta in Nuova Zelanda, mi ha insegnato il modo più semplice di preparare un gustoso pho, la sana e profumata zuppa vietnamita. Ecco qui la ricetta.

pho a berlino

Nel weekend ci sono sempre varie attività, anche se mai quelle che programmo in anticipo dall’Italia. Per esempio, ogni volta mi riprometto di portare Jimi in piscina: io e lei a nuotare, entrambe innamorate dell’acqua sotto ogni forma, dimensione, temperatura e colore, mi sembra un bel modo di passare il tempo insieme nonna e nipote. Quindi, ogni volta, ritaglio un piccolo spazio in valigia per costume, cuffia e occhialini. Poi, però, non riesco assolutamente mai a trovare il tempo per realizzare questo mio bel programma. Ma c’è sempre una prossima visita, vedremo.

Come sempre in questa stagione, c’è stata la festa di compleanno di Jimi. Quest’anno Jimi ha compiuto 4 anni e ha invitato tutti i suoi più cari amici, accompagnati da genitori e fratelli. In famiglia, tutti quanti siamo stati coinvolti nella preparazione e nell’organizzazione.

Pizzette, sfogliatine, stuzzichini all’italiana, frutta e dolcetti: il tutto con la faccia da mostro (era il tema scelto da Jimi per la festa). Cercando suggerimenti su Pinterest abbiamo scoperto che per trasformare qualsiasi cibo in un cibo da mostri basta aggiugere degli occhi, e così abbiamo fatto in abbondanza. Poi, spritz a volontà per i genitori, a partire dalle 3 e mezza (non proprio l’ora da aperitivo…) e una torta al cioccolato (fatta dalla nonna) da leccarsi i baffi.

I bambini si sono divertiti da matti, soprattutto nella stanza di Jimi, facendo mille giochi. E tutto è andato bene, in vero stile berlinese. Ecco, veramente, non proprio tutto è andato bene: al momento del mio ingresso con la torta e le candeline accese, una lite sulla posizione dei posti intorno al tavolo ha fatto piangere a dirotto la festeggiata. Si è perso così l’effetto sorpresa e la più delusa sono stata io, con in mano la mia torta, attentamente preparata con un disegno fatto stampare su foglio di zucchero,  su cui lentamente si stava sciogliendo la cera delle candeline. Vabbè, poi è passata, la cera è stata tolta e la festa è ricominciata.

E poi, e poi siamo partiti.

 

Qui il post della torta per uno dei primi compleanni di Jimi e qui la ricetta di un’altra torta di compleanno raccontata da Patti.