Wonder Nonna

Ho avuto Natalia a 18 anni ed Emiliano a 22. Forse per questo non ricordo molto le fatiche di essere mamma. In parte perché è accaduto secoli fa, in parte perché allora mi sentivo forte e invincibile, come la donna bionica che piegava in due gli oggetti di metallo.

Mi è capitato negli ultimi anni di andare al mare. Lì ho cominciato a vedere con altri occhi le mamme, non più come donne bioniche ma come Wonder Women. Le vedevo tornare dalla spiaggia cariche di giocattoli, canotti, salvagenti, bambini, avanzi di cibo, asciugamani, ombrelloni; certamente, arrivate a casa le Wonder Mamme, single o non single, non avrebbero avuto il tempo di farsi una doccia prima di aver lavato la prole, sistemato i bagagli, pensato alla cena. Confrontavo la loro situazione con la mia: tornata dalla spiaggia mi facevo una doccia, mi truccavo per andare al ristorante oppure cucinavo tranquilla e senza fretta a casa. Alle Wonder Mamme andava tutta la mia ammirazione.

Ma qualcosa nella mia vita è cambiato. Sono diventata nonna. E sono andata al mare con mio nipote Pablito.

Mia figlia Natalia, mamma attenta e previdente, mi ha lasciato uno zaino, con annesso pallone, dove ha inserito tutto quello di cui avevo bisogno: dal protettore solare alle gallette, dai giocattoli per la spiaggia alla frutta, dagli asciugamani alla bottiglia d’acqua, fino, naturalmente, al cambio “non si sa mai”. Oltre allo zaino, Natalia ha previsto anche un ombrellone da portare a tracolla.

Certo sono felice di andare con Pablo alla spiaggia e dopo pranzo ci organizziamo per il trasloco.

Pablo: Nonna, nell’ascensore tu sai quale pulsante schiacciare?

Io : Sì, certo.

Pablo: No, perché noi giovani sappiamo fare molte cose.

Io: Beh, anch’io sono un po’ giovane…

Pablo: Pochissimo, nonna.

E non posso che essere d’accordo con lui: io ho 58 anni e lui è veramente giovane, ne ha 4. Ha la pelle nuova ed è un bambino affettuoso e intelligente ( lo so… questo pensiero lo fanno tutte le nonne del mondo, e mi sorprende sempre far parte di questa enorme categoria).

Bene, andiamo a prendere l’autobus per andare da Finale Ligure a Varigotti, dove lui ha i suoi amici.

Mi sento intrepida con Pablo per mano, zaino in spalla e ombrellone a tracolla. Percepisco il pallone che penzola sotto lo zaino. Con l’unica mano libera acquisto i biglietti, un ghiacciolo, un giornale, gli sistemo il cappellino, cerco la bottiglia d’acqua nello zaino e gliela passo. In qualche modo ci sediamo sotto la pensilina ad aspettare l’autobus. Sono sicuramente molto furba a evitare di andare in auto (per via dei parcheggi, ecc. ecc.). Ma ecco che sento un peso sul braccio sinistro e qualcosa di umidiccio: Pablo si è addormentato e il ghiacciolo si sta sciogliendo!!! Aiuto!!! Ci sarà un santo protettore delle nonne?

Ci rifletto un attimo: cosa fare? Salire sull’autobus con nipotino in braccio e tutti i bagagli annessi appena descritti? Umh, la vedo difficile… non riuscirei a salire, sedermi, scendere… Tornare a casa, sperando che lui continui a dormire, e dormirmela anch’io un po’? Andare a piedi alla spiaggia più vicina?

Dopo attente valutazioni decido per l’ultima soluzione. Dopo aver camminato degli interminabili 500 metri, arrivo in spiaggia arrancando sui gomiti e in qualche modo riesco a stendere l’asciugamano prima di deporci Pablito, che continua a ronfare ignaro, ad aprire l’ombrellone e finalmente a sdraiarmi accanto a lui. Smetto di ansimare e mi riposo.

In QUEL momento mi torna in mente la Wonder Mamma, e mentre mi riprendo, mi guardo attorno e vedo un piccolo esercito di Wonder Nonna e Wonder Nonno che, con fortune alterne, assolvono i loro compiti. E più tardi, mentre apro il mio kindle sotto l’ombrellone (che dopo sarebbe volato via; ma questa è un’altra storia) e guardo amorosamente Pablito, penso a quale meravigliosa ruota sia la vita: ora, da nonna, posso essere anch’io l’oggetto di quella ammirazione che un tempo riservavo alle Wonder Woman da spiaggia.

 

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Nella foto di copertina la Wonder Nonna con Pablito in braccio, in spiaggia al tramonto, ripresi da Marco Del Comune.