L’anello di malachite di Giovannina D’Urbà

Stefania, nonna di Viola, ricorda in questo scritto sua nonna Giovannina. Nella vita di Stefania, nella sua mente e nelle sue emozioni,  vivono perciò cinque generazioni.

Questo mi ha fatto pensare che, anche se ero piccolissima, io ho chiaro un ricordo anche della mia bisnonna: nonna Celeste, a Bologna, che, già novantenne, ci guarda dall’alto, affacciata a una finestra. Quindi dentro di me vivono sei generazioni. E se mai diventerò bisnonna, cosa che mi auguro vivamente, diventeranno sette. Che meraviglia, in una vita sola!

Ma ecco, dunque, il bel racconto di Stefania Torri.

Giovannina D’Urbà, mia nonna

Giovannina d'Urbà

La spola andava avanti e indietro in battere e levare seguendo il ritmo del pedale ed io, seduta sul parquet, al riparo di quel contrafforte che era la tua macchina da cucire, mi sentivo al sicuro.

Decine di coriandoli di stoffa cadevano dai tuoi misteriosi lavori e non desideravo altro che diventare come te. Con il tempo hanno detto che ti somigliavo: non nei tratti, io non sono mai stata così bella ma, allo stesso tuo modo permalosa e musona, sempre in cerca dell’eleganza. E della compagnia. O della cicoria…

Metto spesso il tuo anello di malachite, quello che avevi quando venivo a trovarti, che tenevi su per impastare la pizza e forse per fare all’amore.

Quando i tuoi giorni sono diventati più numerosi delle pedine di una tombola, il tuo corpo parcheggiato stabilmente qui, il tuo spirito veleggiava altrove ma siccome ci sei sempre stata, credevo avresti vissuto per sempre.

In uno dei tuoi ultimi giorni, ricordi? chiesi ai presenti di lasciarci sole e parlando a quella parte di te che ero certa, mi ascoltava da qualche parte, ti dissi: “Divento nonna anch’io” e girò la boa.

Poche lacrime al tuo funerale, sapevamo che hai avuto una vita lunga e quasi tutta insieme all’uomo che hai amato così tanto… Non c’era niente altro che potessimo desiderare per te.

Molti di noi, quel giorno, avevano un sorriso lieve sulle labbra perché proprio lì divenne ufficiale: sarebbe arrivata una Viola.

 

Qui e qui potete leggere due poesie di Stefania, dedicate alla nipotina Viola.

Ecco, nel blog, un altro bel ricordo legato alla macchina da cucire.

Qui invece la recensione al romanzo di Bianca Pitzorno, Il sogno della macchina da cucire.