C’è un asilo nel bosco…

Ma guarda un po’, proprio nei boschi di Barquedo, la frazione vicino a casa mia, è spuntato un asilo.

La cosa è nata così. Juan Carlos è tanto che ragiona di educazione alternativa, anche con Camilla, la mamma di sua figlia Smilla, che vive a Copenhagen. Là gli esempi sono tanti ed entusiasmanti, primi tra tutti i waldkindergarten, asili ‘senza soffitto e pareti’, diffusi anche in Germania e in altri paesi europei. A questi asili nel bosco nordici si ispira anche Giuseppina Pizzigoni, la creatrice della scuola Rinnovata a Milano, di cui parlo qui.

Quindi Juan Carlos scopre che altri (genitori ed educatori) qui su questa sponda del lago Maggiore stanno facendo gli stessi ragionamenti, sul metodo Waldorf-Steiner, il Montessori, l’esperienza dei waldkindergarten, appunto, e di altre realtà… Alcuni di loro prendono quindi contatto con  l’associazione Manes, un gruppo di Ostia che ha già fatto l’esperienza di un asilo nel bosco. I romani accettano l’invito di qualche giornata su al nord e, cenando e chiacchierando, anche il gruppo del lago comincia a stendere un progetto. Vuoi vedere che forse è possibile? Vuoi vedere che anche dalle nostre parti è possibile pensare di far vivere i bambini all’aperto tutto l’anno, in modo sano e felice, e nel contempo imparare dalla natura e dallo stare con gli altri? Sì, probabilmente si può fare.

Intanto si deve

– trovare una comunità accogliente

– individuare un bosco adatto

– trovare una struttura di appoggio

– formare gli educatori

– coinvolgere genitori e bambini

E, con determinazione e cura, piano piano tutto questo si avvera. E proprio qui fuori dalla mia porta. E il bosco offerto, scopro solo ora, è di una mia cara amica, Michela. La comunità accogliente è la sua, quella dell’associazione barquedese, che utilizza anche una comoda casetta di legno, con bagno, utilissima come supporto per l’asilo.

Così, la cosa è stata avviata lo scorso inverno: un sabato o una domenica ogni 15 giorni, genitori, bambini ed educatori hanno fatto una lunga passeggiata nel bosco, giocando, scoprendo piante e animali, mangiando insieme una colazione al sacco, continuando a progettare e ad affinare l’organizzazione futura, creando una vera e propria comunità educante.

 screenshot-2016-09-15-21-29-37

Poi, quest’estate, la prova generale, con due settimane di centro estivo.

Nella prova tutto ha funzionato e lunedì prossimo si parte, con la proposta per i bambini dai 2 anni e mezzo ai 7.

L’asilo sarà attivo tutta la settimana, ma si potrà anche scegliere di frequentarlo solo qualche giorno, così potranno provare questa esperienza anche i bambini che vanno abitualmente all’asilo normale.

Sono invitate anche le mamme con bambini più piccoli, che potranno stare, insieme agli altri, senza pagare niente, ma riceveranno molto, in termini di rimedio all’isolamento in cui sono spesso relegate le neomamme.

screenshot-2016-09-15-19-00-08

E le nonne? Bé, le nonne possono fare tantissimo: possono dare una mano alla comunità, nel bosco e nella casetta, possono stare con il gruppo quando devono accudire i più piccoli o accompagnare quelli più grandi. Possono insomma aderire al progetto, motivando i genitori.

Jimi viene da me solo ogni tanto, ma non ho dubbi che ci sarà l’occasione per vivere con lei questa esperienza.

Potete trovare maggiori informazioni tecniche, organizzative, educative sul sito del progetto Vagaboschi: potete per esempio trovare le risposte per fugare ogni dubbio sul fatto che stare all’aperto in un bosco d’inverno  ai bambini faccia solo bene (io sono già convinta da tempo).

Ah, le foto sono tratte dal sito.

Un’altra avventura educativa tra i boschi, sempre dalle mie parti, pensa un po’, potete leggerla qui.