Ma che bella cucina! L’ho fatta io.

Il mio sogno da bambina era avere grandi case per le bambole in stile vittoriano o modernista anni ’50, un banco per il mercato in scala quasi 1:1, una perfetta cucina adeguata alle mie dimensioni. Ma quando ero bambina io questi giocattoli erano riservati a bambini ricchi,  sia perché erano molto costosi sia perché avevano bisogno di essere sistemati in grandi stanze per i giochi. Oppure erano di bambini fortunati che avevano un papà o un nonno appassionato falegname. Sul regalare giocattoli in legno potete leggere questo post.

Queste, bellissime, le ho fotografate nel Museo Nazionale di Copenhagen.

Ancora oggi, comunque, mia mamma si rimprovera di non aver assecondato questo mio desiderio. Ma posso rassicurarla: io ho superato il trauma, anche se per mia nipote casetta, banco del mercato e cucina sono assicurati.

Ora questi giocattoli si trovano di serie a prezzi più contenuti, come la deliziosa cucina Ikea, che abita ormai in tantissime case. Ho trovato anche siti che suggeriscono come modificarla e decorarla (come questo), anche se a me la sua essenzialità non dispiace. Noi l’abbiamo ricevuta da amici il cui figlio è cresciuto. E’ restata qui da noi e quando mia nipote è a Berlino io la uso come utilissima piccola dispensa per pasta, sughi e marmellate.

Le cucine in legno comunque occupano spazio e, finita la loro funzione, non sempre è facile smaltirle, vendendole o regalandole. Ecco perché mi è piaciuto l’articolo di nonsprecare.it, suggeritomi da Patti, che spiega accuratamente come costruire una cucina partendo da materiali di scarto: scatoloni di cartone, vecchi cd, vaschette di alluminio, tappi di bottiglia. Il tutto facilmente riciclabile una volta finito l’entusiasmo per il giocattolo.

Molto ben fatto è anche il tutorial dell’Editoriale Scienza, da cui è tratta la foto di copertina.

Ma la cosa più bella di queste proposte, in fondo, è il fatto che non si tratta di un giocattolo fatto da un adulto ‘per’ i bambini, ma di un manufatto creato ‘con’ i bambini, che usano il cervello per seguire le istruzioni e inventare variazioni,  e le mani per trasformare l’idea in un oggetto concreto.

Così, dopo, giocare al grande chef sarà certo molto più divertente.