Se c’è qualcosa che è sempre stato considerato gratis è il tempo delle nonne: i pranzi domenicali, fare la baby sitter la sera, dopo la scuola o l’asilo, poi i compiti, le vacanze, le malattie, insomma sostituire i genitori in mille situazioni, sono tempo ed energie regalate a chi si ama.
Si, ma anche i regali hanno un valore economico. La pensano così le nonne svizzere di Grossmütter Revolution e dell’associazione sorella, sempre svizzera ma in lingua italiana, il Movimento AvaEva.
Nel loro Manifesto chiedono perciò che il loro impegno sia riconosciuto dalla società e dallo Stato: senza il lavoro delle nonne buona parte del lavoro extradomestico femminile (di figlie e nuore) sarebbe infatti irrealizzabile.
Questo il punto di partenza. Ma poi le nonne ribelli hanno cominciato a occuparsi di buon invecchiamento, di assistenza alle donne anziane povere, di coabitazione intelligente, alternativa alle case di riposo, ma anche intergenerazionale.
Nei convegni e nei forum che si svolgono due volte all’anno si parla però anche di tempo libero, dal lavoro e dai nipoti: le nonne di Grossmütter Revolution hanno due band musicali, le Crème brûlée e le Mammutz, e organizzano corsi su argomenti vari, dalla clownerie ai social network, dalla cucina all’arte di scrIvere. In questi momenti di incontro le nonne in rete si confrontano, accolgono suggerimenti, trovano nuove idee da proporre alle amministrazioni pubbliche.
Il loro bel progetto, che sarebbe bello duplicare in Italia, è supportato da qualche anno dalla Migros, la catena elvetica di supermercati che investe da tempo nella cultura, con il suo settore Percento Culturale.
Altri due post sul movimento delle nonne svizzere sono questo e questo.
Il sito dove è possibile trovare le attività del Movimento delle nonne è questo.
[…] delle nonne svizzere del Canton Ticino. Ne avevo parlato qui e, prima di incontrarle, anche qui. Avevo detto anche di essere incappata quel giorno in una mia vecchia amica, che non vedevo da […]