Il Pride di nonna Ginetta

Elena è mamma di quattro figli ed è nonna. E’ anche un membro molto attivo dell’AGEDO, Associazione Genitori di Omosessuali. Questa associazione, che ha quasi 30 anni, è stata creata da famiglie di persone LGBT e lavora da tempo, nella società e nelle scuole, contro il bullismo e la discriminazione.

Elena ci racconta di quando, ormai 6 anni fa, sua suocera, l’amata nonna Ginetta, è venuta a conoscenza dell’omosessualità di suo nipote Andrea. Le nonne sono sempre davvero sorprendenti! e soprattutto, comunque, piene di amore…

La nonna Ginetta

“Quando mia suocera ha saputo che mio figlio, suo nipote, è gay, è stata magnifica. Non un rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere, ma che non era; nessun giudizio, nessuna osservazione fuori luogo, ma solo la testimonianza di un grande amore verso suo nipote. Quando a giugno Milano si è colorata delle bandiere arcobaleno per il gay pride ha addirittura voluto fare tutta la parata con suo nipote e tutti noi.

E’ stata una parata meravigliosa, come sempre a Milano. Tantissime persone, tantissimi colori, canti, balli, famiglie intere che attraversavano la città per rivendicare pari dignità e pari diritti e doveri. La legge Cirinnà che avrebbe istituito le unioni civili per le coppie omosessuali non era ancora stata approvata e le persone omosessuali non erano citate in nessuna legge italiana. Semplicemente lo Stato si era dimenticato della loro esistenza.

Faceva caldo e quando il corteo si fermava in vie assolate il desiderio di un po’ d’ombra si faceva forte, ma la nonna, con i suoi ottant’anni, i suoi mal di schiena e le gambe traballanti, non ha mai ceduto. Tornata a casa, ha preso carta e penna e da brava milanese ha scritto una poesia in dialetto per suo nipote. Eccola qui.

Mi e i gay

Semm sfilàa per Milan
man in la man
con tanta alegria.
Ona gran compagnia,
tanti giovin e on poo de genitor
che vosavum “Semm con lor,
con tutt el noster amor!”
Hinn i noster fioeu
hinn no di cagnoeu
per dagh ona pesciada
e lassai là per strada.
Gh’hann diritu a ona vita normal
che hann fàa nient de mal.
Hinn nassuu inscì
e l’è inutil stà a dì
la colpa l’è sua, l’è toa, l’è mia,
la diversità l’è no ona malatia.
L’ha mes’ciàa i cart la natura
e per lor la vita l’è pussée dura;
ma se num ghe vorum ben,
allora tutt el po’ andà ben.
Semper insemma, man in la man,
senza mascher, andemm per Milan,
andemm per el mond inter
perché vorum ch’el doman el sia mej d’ier.

Traduzione per i non milanesi

Io e i gay

Abbiamo sfilato per Milano, mano nella mano con tanta allegria. Una grande compagnia, tanti giovani, un po’ di genitori che gridavano ”Siamo con loro, con tutto il nostro amore!”. Sono i nostri figli, non sono dei cagnacci ai quali dare una pedata e lasciarli là per strada. Hanno diritto a una vita normale perché non hanno fatto nulla di male. Sono nati così ed è inutile stare a dire la colpa è sua, è tua, è mia: la diversità non è una malattia. Ha mescolato le carte la natura e per loro la vita è più dura; ma se noi gli vorremo bene, allora tutto andrà bene. Sempre insieme, mano nella mano, senza maschere, andremo per Milano, andremo per il mondo intero perché vogliano che il domani sia meglio di ieri.

 

Qui la cronaca di un’altra giornata di testimonianza a Milano per le famiglie arcobaleno.

Questo il link al sito dell’AGEDO nazionale.