La difficile sfida di crescere una bambina

A me non è mai piaciuto il colore rosa. Quando da bambina mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande dicevo la scienziata, l’archeologa, l’esploratrice. Ho sempre pensato che avrei lavorato, che sarei stata indipendente e autonoma economicamente, che avrei deciso la mia vita.

Da ragazza sono diventata femminista e ho pensato che la società si sarebbe evoluta e tutte le bambine/ragazze/donne avrebbero via via pensato così.

Invece questo non è avvenuto. Il mondo è certo cambiato, ma gli stereotipi di genere sono rimasti e per le bambine il rischio di sognare sogni decisi da altri è molto elevato. Come in questo caso, per esempio. E dalla manicure e trucco a 5 anni alla chirurgia al seno come regalo per i diciotto il passo è breve.

So che la sto facendo molto sintetica, gli argomenti da prendere in considerazione sono tanti.

Qui voglio chiedermi però che cosa si può fare, quali azioni proporre, quando una donna adulta (madre, educatrice, zia o nonna, naturalmente) ha a che fare con una bambina, per aiutarla a crescere senza un triste gap di genere.

Nel sito Pasionaria.it (il nome è davvero ben scelto), Laura ha tradotto un articolo di Lisa Bloom, avvocata e attivista per i diritti civili americana, che si pone lo stesso quesito; qui l’articolo in lingua originale. Le cose che dice sono semplici, quasi banali, ma forse le uniche efficaci.

Ho una nipote femmina, dopo tre figli maschi, e si preannuncia una ragazzina molto carina. Ma anch’io come nonna sento il dovere di intervenire per aiutarla a non perdere neanche un attimo di una vita vera, da bambina e da adulta.

Quindi ho pensato che

  1. In futuro non loderò la bellezza di mia nipote, la sua eleganza nel vestire, i suoi capelli, il suo essere ‘carina’, anche se non sempre sarà facile trattenermi.
  2. Le parlerò di libri, li leggerò per lei e con lei, le consiglierò dei titoli dove ragazze sono antiprincipesse, supereroi o comunque donne straordinarie; poi le farò pensare di poterli anche scrivere e le proporrò di immaginare trame inconsuete.
  3. La trascinerò in attività pratiche, dove sporcarsi le mani e le ginocchia: l’orto è perfetto per fare una giusta fatica e scoprire di fare qualcosa di importante per sé e per gli altri, dove mani e testa devono lavorare insieme.
  4. Le regalerò giocattoli da maschio (che cercavo di non regalare ai mei figli) e la spingerò anche a sport tradizionalmente maschili, meglio se di squadra, danza solo se sarà una passione, musica sempre, ma meglio la batteria del pianoforte 😉
  5. Le farò pensare di poter fare assolutamente qualsiasi cosa, tranne la presidente degli Stati Uniti perché non è nata su suolo americano.
  6. Quando sarà con me non la vestirò mai di rosa.

 

Qui un post per educare contro la violenza e, soprattutto, per coltivare gli strumenti per non subirla.

L’immagine di copertina è tratta da Matilde, di Roald Dahl, uno dei più bei personaggi di bambina della letteratura per ragazzi.