Partendo dal presupposto assodato che crescere i nipotini in cucina assicurerà loro equilibrio psichico e che quindi già state operando il miracolo, per garantire anche la vostra sanità mentale vi proponiamo una ricetta a cui i più piccoli metteranno mano solo a metà processo.
Ecco qua, quindi, la crostata di pasta frolla della Pucci (mia madre), grande cuoca e affascinante contraddizione di termini: affettuosa igienista, emiliana minimalista, attraente bisnonna.
Ingredienti:
- 500 gr di farina
- 250 gr di burro morbido
- 250 gr di zucchero semolato
- 3 uova
- buccia grattata di un limone non trattato
- ¼ di bustina di lievito vanigliato
- un pizzico di sale
Impastate, fate una bella pallotta e mettetela in frigo a riposare per un’oretta.
Preparate una teglia bella, grande, imburrata e infarinata, stendete la pasta e foderate la teglia creando il bordino necessario; riempite di marmellata (la Pucci vi direbbe di scegliere quella di prugne aspre secondo la tradizione asburgica della tanto amata Maria Luigia di Parma), decorate quanto e come vi dice la vostra fervida fantasia e tutto il tempo che la meritata pensione vi concede, infornate a 170° per una mezz’ora (controllando di tanto in tanto perché, si sa, i forni non sono tutti uguali) e per cena siete sistemate.
Nel frattempo, però, una parte della vostra frolla è avanzata, anche eseguendo la più bizantina delle decorazioni, e a questo punto entrano in gioco i temibili nipoti che premono per mettere le mani in pasta.
Dividete la frolla avanzata, che in attesa di essere utilizzata aveva riposato un altro po’ in frigo, in tante palline grosse come una piccola noce e fate delle belle virgole con un capo sottile e uno cicciotto. Disponetele in una leccarda ricoperta di carta da forno dando loro la forme di un pesciolino guizzante.
Con uno stuzzicadenti punzecchiate i pesciolini facendo sollevare un poco di impasto in modo da imitare l’andamento delle squame e al centro della testa impiantate un pinolo in modo da simulare l’occhio.
Appena la vostra crostata sarà pronta, il forno potrà ospitare i biscotti per una breve cottura (una decina di minuti, un quarto d’ora al massimo).
Ci risentiamo a novembre per la versione Halloween con i biscottini della strega…
Se volete sapere qualcosa di più del mio modo di stare in cucina e di tante altre cose interessanti, visitate il mio blog. Per altre ricette e storie legate ad esse, scaricatevi la versione per iPad del mio libro Eating Heart.
Non essendo io ancora nonna (ma non escludo che la cosa succeda entro qualche anno), per la foto di copertina ho preso in prestito Olmo, il nipote di mia sorella Patti.
È bello far crescere i bambini in cucina,mettere le mani in pasta e vederli stupiti di cosa si può creare…io quando posso lo faccio sempre!
Brava! La cucina è un luogo di creatività e anche di apprendimento: le sequenze logiche e temporali, l’educazione alimentare, le scienze, anche il gusto estetico. Le scuole dovrebbero fare laboratori didattici in cucina…
che bellissima idea….i bambini si saranno divertiti un mondo!
Sì, un sacco. E’ molto bello farli partecipare a un’attività creativa in cucina. Tra l’altro si sentono partecipi e utili per tutta la famiglia.