Per i bambini abruzzesi il dolce di Pasqua non è soltanto l’uovo di cioccolato: anzi, la tradizione vuole che ai piccoli siano regalati cavalli e pupe. Di che cosa si tratta (per chi abruzzese non è…)?
Sono dei biscotti, di dimensione variabile e riccamente decorati: per le bimbe hanno la forma di dolci bamboline (le pupe) e per i bimbi quella di nobili destrieri (i cavalli). Eh sì, perché, seguendo la tradizione regionale, ma certo contravvenendo ai giusti principi di parità di genere, da sempre vengono preparati dolcetti diversi per maschi e femmine.
In questi giorni che precedono le vacanze pasquali, mi ritrovo a casa di Rosaria, l’amica delle pizzelle e delle pallotte, ricordate? Abbiamo deciso allora di preparare questi dolcetti pasquali, mentre Rosaria non finiva di ricordare le litigiose e chiassose preparazioni di quando era bambina, con mamma, nonna e zia zitella ( la “maestra”assoluta, quella a cui tutto in cucina riusciva perfetto).
Per tradizione, i dolci si cominciavano a preparare il giovedì santo, ma in casa Vaccaro si anticipava al mercoledì, ultimo giorno di apertura delle scuole, per evitare di ritrovarsi i piccoli a intralciare il lavoro: quale bambino, infatti, è mai riuscito a resistere al morbido e saporito impasto crudo delle torte, che veniva abilmente rubato grazie a un grande cucchiaio di legno?
In realtà, Rosaria sostiene che al suo rientro da scuola si ritrovava le formine da pulire e da preparare per le infornate successive, cosa che lei detestava e per cui brontolava, senza per altro suscitare nessun tipo di attenzione da parte delle cuoche.
Il sabato prima di Pasqua i bambini, con tutti i cavallini e le pupe, facevano il giro dei parenti, regalavano i dolcetti e ne ricevevano altrettanti in cambio. La gara era alla più sfarzosa decorazione! Contenti del loro bottino tornavano a casa, sapendo di dover aspettare pasquetta per gustare le opere d’arte, durante il tanto agognato momento della gita fuori porta e del picnic campagnolo, con tutti i cugini, gli amici e gli spettacolari cavalli e pupe.
Ecco allora la ricetta, con dose per un cavallo e una pupa di grosse dimensioni, che si realizza in due fasi.
Prima fase
- 2 uova intere + 6 tuorli
- 100 gr di olio evo
- 270 gr di zucchero
- 270 gr di farina
- la buccia grattugiata di un limone e di un arancio non trattati
- un cucchiaio di cannella
- 330 gr. di mandorle con la buccia
- 4 gr di lievito per biscotti (ammoniaca per dolci)
- 30 gr di liquore amaretto
- 70 gr di cioccolato fondente
Tritate il cioccolato e le mandorle in modo grossolano.
In una terrina setacciate la farina, aggiungendo poi lo zucchero, il cioccolato e le mandorle. Mischiate bene.
Preparate una fontanella e in successione aggiungete: le uova, l’olio, la buccia di limone, la cannella e infine il lievito sciolto in 2 cucchiai di latte tiepido.
Impastate fino a che tutti gli ingredienti siano ben amalgamati (BAMBINI!!! A questo punto il dolce è già squisitissimo!).
Passare all’interno delle formine prima l’olio e poi un velo di farina; fate in modo che questa operazione sia molto curata perché, una volta cotti, i biscotti escano con facilità dalle forme senza rompersi.
Aggiungete, nella forma della pupa, 2 noci ricoperte di stagnola all’altezza delle braccia, perché sembri proprio la forma di una prosperosa signora con le mani sui fianchi!
Mettete in forno preriscaldato a 180 gradi per 20 minuti.
Molte nonne abruzzesi aggiungono, prima della cottura, un uovo intero ancora con il guscio, che inseriscono nella pancia delle due figure a simboleggiare prosperità e fecondità. Ma forse questo è più legato alle feste di fidanzamento di un tempo, durante le quali, al termine di banchetti sontuosi, ai fidanzati venivano regalati cavalli e pupe.
Seconda fase
- 200 gr di cioccolato fondente
- 100 gr di cioccolato bianco
- confettini decorativi
- altre decorazioni varie
Prima di estrarre i biscotti dalle forme lasciateli raffreddare, per evitare che si rompano.
Fate sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria con un cucchiaino di olio e ricoprite i dolci con questa crema.
Prima che si raffreddi completamente, decorate cavalli e pupe con confettini, ovetti, cioccolato bianco o glassa di zucchero.
Siate precise e fantasiose, mi raccomando. Ma, comunque vada, per i vostri piccoli sarà sempre una gran festa!
Buongiorno,sai che sono abruzzese e non avevo visto mai queste pupe e cavalli?sentivo sempre mia nonna nominarli,favolosi,grazie per la ricetta!?
Questo tuo commento mi fa proprio contenta! In effetti non in tutte le famiglie si continuano le vecchie tradizioni, grazie alla nostra amica Rosaria!
Noi a Pasqua come dolce tipico abbiamo le “Cuzzupe” una tradizione che con il tempo si sta perdendo. Noti già la differenza tra mia nonna che le preparava e mia madre che le compra. Hai fatto benissimo a condividere questa tradizione…dolcissima!
Eh sì, ogni generazione qualcosa perde… Però si acquistano nuove conoscenze, magari provenienti da altre parti del mondo. I bambini vivranno in un mondo sempre più cosmopolita. Ma è giusto anche tramandare le tradizioni più belle
Avevo già sentito, forse in tv, qualcosa a proposito di questi dolcetti della tradizione abruzzese, è bello leggerne la ricetta! Adoro tutto ciò che è collegato alla tradizione e credo che trasmetterle ai più piccoli sia qualcosa di molto bello ed educativo. ? Sarebbe bello poterli assaggiare, ma mai dire mai nella vita!
Serena Pasqua.
Valentina
Buona Pasqua anche a te! La nostra amica Rosaria è un’insegnante e una donna molto moderna, ma è anche una fonte infinita di ricette tradizionali della sua terra, l’Abruzzo, a cui noi attingiamo con gioia a piene mani.
Caspita, ma sono stupendi! Ho imparato qualcosa di nuovo, non conoscevo quest’usanza. Non so se e quando avrò tempo, ma io segno tutto e poi proverò. Magari anche se non siamo abruzzesi possiamo “adottare” questa tradizione oppure crearne una sulla falsariga di questa.
Grazie per avermi dato qualcosa anche oggi.
Siete fantastiche!
grazie a te! il fatto che ci leggi sempre è fantastico! sì, è vero, è bello seguire le tradizioni, ma è anche bello prendere spunto da loro e andare oltre, lasciando libera la creatività.
Sembrano molto buoni oltre che davvero tanto belli a vedersi =)
La mia nonna paterna aveva origini abruzzesi ma sai che questa usanza non ce l’ha mai raccontata?
Forse perchè già da molto piccola si è spostata in un’altra regione perdendo le usanze ..
Sì, buoni perché fatti in casa con i migliori ingredienti. Poi biscotto e cioccolato è sempre un buon abbinamento, e anche la dimensione fa: i bambini si entusiasmano a vedere questi grandi biscottoni colorati. Per tua nonna magari dipende anche in quale parte dell’Abruzzo…
Buongiorno, i miei nonni paterni sono abruzzesi e così tutti i miei zii che ora hanno più di 80 anni!
Vorrei realizzare pure io queste forme in metallo, ma non riesco a trovarle in vendita. Abito in provincia di Torino e dovrei trovare un negozio abruzzese disposto a spedirmele, mi potete aiutare?
Grazie e continuate sempre così, le tradizioni vanno assolutamente mantenute!
Ciao Cinzia! Grazie per la tua domanda, che rivolgo a Rosaria, che è tornata in Abruzzo, dopo essere stata per molti anni a Milano, e che è l’ispiratrice di questa ricetta.
Ti faccio sapere al più presto.
Rossella