Rosa e fucsia

In un post avevo scritto che non mi è mai piaciuto il colore rosa. E lo confermo: il rosa come ambito estetico entro il quale vengono relegate (anche se poi ci si autorelegano) le bambine mi è sempre sembrato il simbolo di una limitazione, di un’obbligata rinuncia a tutti i colori del mondo.

Però di tonalità di rosa, lo sappiamo, ce ne sono tante: dal rosa polvere al color carne, dal pesca al salmone, al fluo, ecc. ecc.  Tra tutti, il fucsia mi è sempre sembrato un gran bel colore, un colore da protagonista, da indossare se vuoi dire ‘guardatemi, eccomi qua, sono arrivata io’, ma in modo elegante, forse non troppo discreto, ma elegante.

Ieri, in decine di marce negli Stati Uniti e in tutto il mondo, il fucsia ha trionfato. Milioni di berretti in pile o lavorati a maglia, sciarpe, maglioni e giacche di questo colore hanno sfilato per proclamare i diritti delle donne.

Prima ancora che abbia inizio un nuovo corso al governo degli Stati Uniti (qui un esempio del vecchio che ci è rimasto nel cuore), si è voluto testimoniare che su certi principi non si può e non si deve tornare indietro. I diritti delle donne sono diritti universali, che hanno valore per tutta l’umanità.

E quindi la marcia non può che continuare.

 

Per la foto di copertina, grazie a Shannon Stapleton, della Reuters.