Nonna migrante

L’anno scorso, per la prima volta dopo cinquant’anni, in Italia gli emigrati hanno superato gli immigrati.

Dagli anni Sessanta (il picco dal dopoguerra è stato nel 1961), fino a poco tempo fa, gli italiani che sono andati ad abitare all’estero sono stati in costante diminuzione. D’altra parte l’immigrazione ha continuato ad aumentare, portando nuova forza lavoro e nuove nascite.

Ma nel 2014 i migranti italiani sono stati più numerosi dei migranti stranieri che sono arrivati in Italia. Quindi tutto quello che si diceva nei libri scolastici e negli articoli dei giornali, e cioè che l’Italia da paese di emigrazione è diventato  soprattutto un paese di immigrazione, non è più vero. O, almeno, bisogna constatare che le due anime convivono e che l’Italia è uno dei tanti tasselli del puzzle planetario dei popoli in continuo movimento nelle varie direzioni.

L’altra cosa importante da notare è che l’emigrazione italiana è cambiata. Non sono i più poveri, gli analfabeti, i contadini, i lavoratori dalle mani grosse e dalla enorme forza di volontà ad andare all’estero. Sono i ragazzi cresciuti a proteine e televisione, i laureati, quelli che avevano nella testa mille idee e davanti a sé mille prospettive a non trovare lavoro a casa e a scegliere di tentare una strada altrove.

Si chiamano expat, per nobilitare la loro condizione, ma si tratta pur sempre di emigrazione per la ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita, come fanno milioni di persone ogni anno nel mondo.

Tutto ciò con le nonne c’entra molto. Soprattutto c’entra con me che sono diventata nonna di una nipote nata a Berlino e che ogni tanto, non molto spesso ma appena posso, prendo un volo Easyjet o AirBerlin e vado a coccolare la mia piccolina, permettendo a Martino e Kahn di andare al cinema o al ristorante. Nonna migrante, perciò. Uno degli aspetti dell’emigrazione, infatti, è anche quello della perdita del supporto familiare, in alcuni casi sostituita, ma mai completamente, dallo Stato sociale.

Oppure, molto più spesso, faccio la nonna in Skype.
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Sulla condizione di nonna migrante e sul mantenere i rapporti a distanza leggi anche qui.

Questo invece un post di riflessione sulla multietnicità.