Il Barbiere di Siviglia al Teatro alla Scala

Non lo nego: il motore dell’iniziativa di domenica scorsa è stata la mia grande passione per il Teatro alla Scala.

Io adoro questo teatro, tra i più belli del mondo, e da milanese ne sono estremamente orgogliosa. La mia milanesità trabocca anche solo quando entro nel foyer, a prescindere dallo spettacolo a cui assisterò, sia balletto, opera o concerto.

Perciò, è del tutto naturale che abbia voluto tentare di cominciare a trasmettere tutta questa emozione (o almeno un poco) al mio nipotino Leone. E’ incredibile come ogni volta che vivo una bella esperienza mi venga voglia di riviverla con lui, come per trasmettere un ideale testimone di intense sensazioni, passioni, curiosità. Forse è proprio una caratteristica della nonnitudine. Con i figli è diverso: vivi con loro molte esperienze ed emozioni, ma è come se facessero parte del trascorrere della vita, non ti poni tante domande, né ti crei urgenze e necessità. Forse c’entra anche con il fatto di avere tanto o poco tempo davanti.

In ogni caso, eccoci qua, eleganti e pettinati alle 11 di domenica scorsa, pronti per entrare in pompa magna nel tempio della musica classica, La Scala di Milano. In programma, il Barbiere di Siviglia.

Tutta l’operazione è stata davvero un successo. Leone è rimasto stupito e ammaliato da ogni cosa: dai lampadari, dagli stucchi, dai panneggi. Ha osservato attentamente i palchetti, si è incuriosito in particolare per la buca dell’orchestra.

Nonostante non abbia ancora quattro anni, devo dire che ha retto molto bene anche per tutta l’opera: il Barbiere è stato ovviamente adattato per i bimbi, forse un pochino più grandi di Leone, e dura comunque un po’ più di un’ora. Verso la fine qualche cedimento c’è stato, ma un binocolo che mi ero messa in borsa è servito a creare il giusto diversivo.

Scenografie, costumi e parrucche sono coloratissime. Un buffo narratore racconta in rima le parti che sono state tagliate, ma le principali arie rimangono quelle originali. Mio figlio Jacopo è stato bravissimo, nei quindici giorni precedenti, a preparare Leone allo spettacolo, raccontandogli la trama dell’opera di Rossini e introducendo i personaggi. Nelle ultime due settimane tutti quanti in famiglia giravamo per casa canticchiando “Figaro qua, Figaro là“.

Alla fine dello spettacolo, dopo l’apoteosi di applausi, Figaro e Rosina si sono spostati verso l’uscita per firmare i programmi. Leone, al grido di “Rosina, Rosina!”, ha così ottenuto il suo primo autografo.

E’ certamente un’esperienza che consiglio di fare alle mie amiche nonne, una mattinata meravigliosa da passare con i nipoti. Anche se non siete delle melomani, assistere a una rappresentazione d’opera alla Scala vi darà molte emozioni e ricordi che si protrarranno nel tempo.

Questo è il link allo spettacolo nel sito della Scala. Purtroppo noi siamo riusciti ad avere il biglietto solo per il penultimo giorno, quindi il mio non è un consiglio per quest’anno. Ma tenete d’occhio (e lo farò anch’io) la stagione dell’anno prossimo, senz’altro verrà programmata un’altra opera per i ragazzi.

Sempre in questo campo, e cioè delle riduzioni delle grandi opere per il pubblico dei ragazzi e delle ragazze, lavora  anche l’associazione culturale Venti Lucenti di Firenze (qui il sito) che da diversi anni propone le opere del Maggio Fiorentino e le porta in giro per l’Italia.

Un’altra esperienza di bambini a teatro la potete leggere in questo post.