Estate a Copenhagen: una nuova esperienza di scambio casa

E così, mi ritrovo di nuovo a parlare dello scambio casa. Questa volta niente amici, ma un pezzo di famiglia e, soprattutto, mia nipote, con cui viaggiare è molto facile e sempre divertente. Ha senza dubbio le sue esigenze di bambina, ma ha la stoffa della grande viaggiatrice, che si adatta bene a orari sballati di cibo e di nanna, che accetta le scomodità, che è curiosa e si entusiasma per le novità.

Colgo l’occasione dello scambio di questa estate per raccontare passo passo questo modo intelligente di fare vacanza che, come sapete e come ho ampiamente raccontato in questo altro post del blog, mi rappresenta e mi piace incondizionatamente. Con piacere noto che questa modalità di viaggio sta ampliandosi sempre più: oltre alle associazioni più strutturate, ci sono anche gruppi nati dal basso che, senza intermediazione alcuna, mettono in contatto persone che hanno la stessa filosofia di vacanza. Per esempio ci sono alcuni gruppi su Facebook, tra i quali questo, molto ben gestito, a cui io sono iscritta.

Wonderful, wonderful Copenhagen

La vacanza (o meglio, la vacanzina, dieci giorni, non potevamo di più) di questa estate è nata nella nostra mente diversi mesi fa, quando una famiglia di Copenhagen mi ha chiesto per la seconda volta se potevamo accordarci per uno scambio estivo. L’anno scorso, la prima volta, era stato impossibile combinare con loro perché avevamo già programmato un altro scambio e poi, perché, bisogna dirlo, portare Paolo al nord non è mai un’impresa semplice. Per cui l’estate scorsa avevamo optato per l’arida e mediterranea Murcia spagnola (magnifica e magnifico scambio!).

Ma questa volta avevo proprio voglia di vedere di nuovo Copenhagen, dopo molti anni dall’ultima visita. Si sa, le città cambiano continuamente e quelle amministrate bene di solito cambiano in meglio. Già mi era piaciuta anni fa d’inverno, e poi durante un paio di passaggi veloci all’interno di altri itinerari; e anche diversi amici che ci sono stati di recente sono tornati entustiasti. Quindi, abbiamo deciso: vada per Copenhagen, anche Paolo convinto. Certo, abbiamo pensato, dovremo rinunciare alla nostra dose di nuotate e di sole mediterraneo, in cambio di bei musei e dell’invidia per una città realmente a misura d’uomo (e di donna, di bambini, di famiglie, di anziani…).

Organizzare lo scambio

Lo scambio era previsto per i primi di luglio, voli aerei acquistati con anticipo da noi e da loro.  Dall’inizio di giugno si sono intensificate le email tra me e Nana, la mamma dell’altra famiglia, con comunicazioni, consigli, ragguagli. Si sono intensificate anche le miniristrutturazioni di casa e giardino, le migliorie, i riordini, le pulizie di fino. Eh sì, perché lo scambio casa è una grande occasione per migliorare la casa, renderla splendente e ordinata, buttare via cose vecchie e rotte, fare del sano decluttering che in altri momenti può sembrare faticoso e anche un po’ inutile, ma che in vista dello scambio diventa una bella chance per aumentare fascino ed efficienza alla nostra casetta.

Gli ultimi giorni sono stati un po’ caotici, perché pulizie e giardinaggio erano in concomitanza con la chiusura di vari lavori miei e di Paolo e le consegne frenetiche prima della partenza.

Alla mattina, prima del loro arrivo, ultimi ritocchi: fiori in cucina, un cestino di verdure del nostro orto, annaffiata alle piante, ciotola piena per i gatti, una controllata al frigo, le ultime aggiunte alla lista dei consigli. Tutto pronto.

gatto su scultura Lorenzelli

Benvenuti!

Questa volta si è trattato di uno scambio simultaneo ma con un leggero sfasamento, nel senso che noi siamo partiti il giorno successivo (all’alba!) del loro arrivo. In questo modo abbiamo avuto l’opportunità di conoscerci di persona, di pranzare insieme, di scambiarci chiavi e informazioni. Quella notte noi abbiamo dormito in studio, nella sala di posa sotto il tetto a vista, una cosa che a me e Paolo piace molto perché ci ricorda i primi tempi della nostra vita a Sereia.

Comunque, eccoli! Un po’ in ritardo perché hanno sbagliato strada e hanno imboccato la sponda lombarda del lago. Mamma, papà, un ragazzino, due ragazzine e una bebè di un anno e mezzo. Le due bimbe, vicine per età, sono affiatate come sorelle e hanno anche deciso di dormire insieme nel lettone, ma non si somigliano per niente.  In effetti, se non ho capito male, l’albero genealogico è così strutturato: Albert e Asta sono figli di Heinrick, Sofia è figlia di Nana e la piccola Beate di tutti e due.

Dopo i saluti di benvenuto, ma prima di ogni spiegazione, ci mettiamo a tavola. Menù del pranzo semplicissimo: trofie al pesto appena fatto, con fagiolini e patate, assiette di formaggi, insalata e l’Erbaluce fresco, il Lucia, della nostra amica Francesca.

Una chiacchierata piacevole a pranzo, anche con mia madre, che per l’estate è inquilina dei miei vicini; i bambini beneducati, deliziosi, felici di poter accudire i nostri gatti.  Poi il giro della casa per spiegare dove sono le cose, quindi uno sguardo alla mia scatola di carte, guide e dépliant vari per completare il quadro dei consigli, con i ristoranti, i mercati, gli eventi, le nostre spiagge preferite, ecc.

La sera, loro a perlustrare per la prima volta le rive dei laghi, noi a letto presto per la sveglia alle 4 e mezza per il volo antelucano Malpensa-Copenhagen. Bello arrivare in un aeroporto davvero appena fuori città.

arrivo a copenhagen aeroporto

Arrivare nella nostra nuova casa

Il quartiere è centrale, a due passi dal porto e dal centro storico. E’ un antico quartiere operaio, gentrificato, con lunghi edifici dal colore giallo acceso, composti da case unifamiliari, molte delle quali in fase di ristrutturazione.

L’edificio dove si trova la nostra non è giallo, ma si vede che è stato rimesso a nuovo di recente. Giriamo le chiavi che ci ha dato Nana ed entriamo. Primi istanti per capire come muoverci, dove andare, come disattivare l’allarme. Ci chiediamo sorridendo cosa avranno pensato della nostra porta praticamente sempre aperta e che, se anche è chiusa, puoi aprire con una spallata… Sul tavolo un messaggio di benvenuto per noi, con una buona bottiglia e un piccolo regalo per Jimi, oltre a dépliant e mappe della città.

Casa bellissima, ma ce lo aspettavamo: abbiamo già visto qualche foto sul sito di Behomm e poi Nana è architetto e ha ristrutturato lei, da poco tempo, questa casa su tre livelli. Tutto perfetto, estetico e funzionale (anche se un po’ delicato… per cui mille attenzioni), belli i colori, mobili nuovi ben accostati a quelli vintage, soluzioni intelligenti per valorizzare gli spazi.

casa Nana scambio casa Copenhagen

Il piano terra (due miniappartamenti) viene affittato con Airbnb, mentre la famiglia vive negli altri due piani. Come siamo abituati a vedere in molti quartieri inglesi, sul retro un piccolo giardino pieno di fiori e piante: sono un po’ secchi, si capisce che sono adatti a un’estate più umida e piovosa, non sono abituati alla lunga siccità di quest’anno.

In giro per la città

In effetti Copenhagen ci stupisce piacevolmente per molti aspetti: è molto cambiata da come me la ricordavo, è rinnovata, è bella, ha nuovi edifici privati e pubblici di alto livello architettonico, ha spazi collettivi intelligenti, pensati per il tempo libero dei cittadini, con un’alta vivibilità e facilità di movimento. Naturalmente la bicicletta resta la protagonista della mobilità urbana: è una cosa che si sa, ma stupisce sempre vedere quanto siano poche le auto in giro e quanto numerose le bici.

Ma quello che più ci stupisce è il clima, temperature mediterranee con una piacevole arietta che però non ti costringe a mettere il golfino nemmeno di sera. Ce l’avevano detto che questa è un’estate particolare e in effetti, quando facciamo il primo giro, vediamo molti che fanno il bagno in mare e nei canali. Quindi, qualche nuotata nello stretto di Øresund non me la toglierà nessuno.

Io e Paolo abbiamo tre giorni per stare da soli, prima che arrivino Martino, Kahn e Jimi. Dobbiamo goderceli perché questa è vera vacanza, senza limiti né regole. Poi, anche se sarà piacevolissimo, dovremo adeguarci ai loro ritmi di famigliola con bimba piccola. Quindi camminiamo, camminiamo, camminiamo. Ci concediamo dello street food e un paio di ristorantini, passeggiamo per un bel parco che poi scopriamo che è un cimitero, facciamo un po’ di foto.

Ma, gira e gira, la calura estiva ci porta sempre verso l’acqua: nella centralissima Ofelia Plads c’è una specie di spiaggia a gradoni, con scalette che portano in acqua: un posto dove fare il bagno, ma anche prendere il sole e chiacchierare durante la pausa pranzo, facile che ci si passi uscendo dall’ufficio. In un attimo sono in acqua e mi  godo una bella nuotata. L’acqua è poco salata e un po’ freddina, ma niente di drammatico, sopportabilissima, il giusto stimolo al movimento.

Facciamo anche una cosa molto da turisti: prendiamo un biglietto per un giro in barca, una specie di bateau mouche con guida che ci spiega i vari edifici e monumenti (Sirenetta compresa) visti dal mare. Sarà turistico, ma è un bel modo per capire la città, da fare proprio il primo giorno, per poi muoversi con altri mezzi e maggiore consapevolezza della struttura urbana. E poi, con giornate così è l’occasione per una bella abbronzatura.

Una vacanza di famiglia

Quando arrivano cominciamo a pianificare: ci resta una settimana, ma sappiamo che d’ora in poi i giorni voleranno. Li porto subito a fare il bagno: è troppo bella l’idea di fare una nuotata in città, a due passi da casa.  Anche Jimi  si diverte con i suoi braccioli: sembra proprio che abbia ereditato la passione dell’acqua da sua nonna…

jimi fa il bagno a copenhagen

Martino deve ritagliarsi dei momenti per lavorare al computer, quindi ogni tanto usciamo noi quattro. Per esempio andiamo al Museo Nazionale (qui il sito), un affascinante museo etnografico che ripercorre la storia della Danimarca.

Ma la cosa che è piaciuta di più a Jimi è senza dubbio la sezione dedicata i bambini, un intero piano dove ha potuto cavalcare su un cavallo finto, ma di dimensioni reali, travestirsi, viaggiare su una nave vichinga, preparare la cena in una taverna medievale, giocare ad allestire un piccolo museo: bellissimo, ci siamo divertiti anche noi.

jimi su nave vichinga

jimi gioca al museo

E anche la nonna gioca a travestirsi!

travestimento museo

 

 

 

 

 

 

 

 

Una giornata è stata dedicata al Louisiana Museum of Modern Art, da alcuni definito il più bel museo d’Europa e certamente un luogo cardine della vita culturale danese; qui il sito. Ci andiamo con il treno perché è a mezz’ora da Copenhagen, sulla costa a nord, a picco sul mare. Prima di entrare, una piccola sosta per comprare dolcetti alla cannella venduti per strada.

dolcetti alla cannella louisiana museum copenhagen

La collezione di arte moderna è molto bella ed è interessante anche l’esposizione temporanea dedicata a Gabriele Münter, un’artista dell’espressionismo tedesco che fu anche compagna di Kandinskij.

Ma la cosa più sorprendente del Louisiana è la struttura dell’edificio, una villa bianca e imponente, circondata da un giardino arredato con piante rigogliose e opere d’arte, con la possibilità di pranzare su terrazze a gradoni sul mare. Anche qui c’è naturalmente la sezione per i bambini e, al termine della visita, un’altra bella nuotata.

Un’altra giornata è dedicata all’Amager Strand Park, qui si viene apposta per fare il bagno; all’ingresso compriamo da un ragazzino delle fragole profumatissime. E’ un parco marittimo con lunghe spiagge, dune di sabbia e la sensazione di mare aperto. Invece siamo ancora sullo stretto, a pochi chilometri dal lungo ponte sull’Øresund che vediamo in lontananza e che ci dispiace non attraversare: sarà per la prossima volta.

vegetazione arida amager park

Naturalmente facciamo anche tanto altro (come non andare a Christiania…; ma il Tivoli no, quello lo abbiamo evitato) e ci riempiamo gli occhi e lo stomaco (come si sa, Copenhagen è una delle capitali europee del buon cibo) di molte cose nuove. Visitiamo anche molti parchi gioco, molto estetici oltre che divertenti. In particolare ce ne piace uno, nuovissimo, il Superkilen: più che un playground è un’area pubblica all’insegna dell’integrazione e della valorizzazione etnica, con oggetti e piante provenienti dai luoghi di origine di tutte le etnie della città. In particolare a Jimi è piaciuta la fontana del Marocco, dove è stata a mollo per oltre un’ora lanciando strilli di gioia.

 

Vivere da danesi

Bello girare (camminiamo un sacco), ma è bello anche tornare in questa casa confortevole che già dopo pochi giorni consideriamo nostra.

 

Ci diciamo, sia io e Paolo, sia i berlinesi, che potremmo molto in fretta adattare le nostre vite a questa casa e a questa città.  Martino e Kahn, anzi, che sono nomadi dentro (e come non capirli..) ci fanno più di un pensiero. Certo, Copenhagen è molto più cara dell’Italia e della Germania, ma stipendi e compensi sono sicuramente adeguati. Ma non è semplice per liberi professionisti spostarsi in un paese di cui non si conosce la lingua; ci vorrebbe un periodo di transizione che però dovrebbe essere coperto dal punto di vista economico…

Comunque, in un attimo ci ritroviamo a fare il gioco che da sempre piace alla nostra famiglia, anche quando i nostri figli erano piccoli: e se vivessimo qui? quale casa ci piacerebbe? dove potremmo aprire uno studio? come imposteremmo il nostro lavoro?

Un gioco che abbiamo fatto in molte parti del mondo, praticamente in quasi tutti i paesi in cui abbiamo viaggiato: ovunque abbiamo trovato una città, un villaggio, una regione di cui ci siamo follemente innamorati. Complice di questa nostra attitudine è stato senza dubbio lo scambio casa, che non ti fa mai sentire un turista, ma un cittadino, parte integrante della vita locale, da Isfahan a Dublino, da New York a Marrakesh, da Istanbul a Parigi, ecc.

Certo che però Copenhagen… 😉

Arrivederci al prossimo innamoramento!

Fotografie di Paolo, qualcuna di Kahn, un paio mie.