Musica viva a Firenze

Mi stupisce sempre lo scarso spazio che viene dato all’educazione musicale all’interno della scuola italiana.

Ma, a dispetto di ciò, la musica, la buona musica, riesce a entrare in moltissime case e a costituire la colonna sonora della vita di molte famiglie. E sono molti i bambini che cominciano a studiare uno strumento, magari spinti dalla passione dei genitori o anche dei nonni. Spesso trovano ottimi insegnanti, che comunicano tecnica ed entusiasmo, stimolano la loro creatività, guidandoli alla logica e all’armonia.

La musica ha un’enorme potenza (comunicativa, emozionale, terapeutica, socializzante) e riesce a diventare indispensabile nella vita di bambini e adolescenti, riempiendo le loro stanze e molte ore della loro giornata.

Ma quando riescono a sentire un concerto dal vivo della musica che amano, allora è una vera festa.

Per molti ragazzi di Firenze è stata una festa sabato scorso, quando la città è diventata un’unica grande sala concerto. Nell’arco di una giornata, in quaranta luoghi della cultura, famosi oppure sconosciuti, tradizionalmente legati alla musica (teatri e auditorium) o strani e sorprendenti (come musei, biblioteche, l’Officina del Profumo di Santa Maria Novella…), si è svolto Strings City, il festival dedicato agli strumenti a corde.

Violini, viole e contrabbassi, pianoforti, arpe, anche la voce umana, in tutte le formazioni possibili, dagli assolo alle grandi orchestre, hanno suonato musica classica, da camera, contemporanea, etnica, jazz, ecc.

I bambini c’erano, numerosi, affascinati, pronti ad ascoltare e ad applaudire.

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Oppure a guardare stupiti i soffitti affrescati delle sale concerto appena scoperte.

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Le foto del post sono di Marco Borrelli, grazie.