Storia di genere, Storia delle donne

Il libro Le valorose ragazze di Lesa. Storie di donne del Novecento ci ha dato l’occasione per riflettere sul valore della storia locale, per esempio di un piccolo paese dell’Italia settentrionale, ma anche di dare un primo sguardo al grande tema della storia di genere. Laura Pezzi, una delle nostre autrici, storica di formazione, l’ha introdotta con brevi cenni nelle presentazioni del libro al pubblico. Sono partita dalle sue interessanti riflessioni per elaborare questo post.

Storia e movimento femminista

Non da molto tempo gli studi storici hanno cominciato a occuparsi della storia delle donne: hanno iniziato quasi soltanto con l’affermarsi del femminismo negli anni Sessanta del secolo scorso, proseguendo poi con sempre maggior forza ed entusiasmo negli anni Ottanta e Novanta.

La riflessione femminista ha in effetti dato l’avvio a una vera e propria svolta per la diffusione della storia delle donne. In realtà, il nuovo corso era stato preparato dalle scienze sociali, nate all’inizio del Novecento, e da un nuovo modo di studiare e scrivere di storia, e cioè una storia che fosse per problemi e non per successione di eventi.  Ma il femminismo ha conferito a questa visione una nuova potenza e un nuovo valore, anche se a volte attraverso un certo uso strumentale del passato alla ricerca di una coscienza femminista ‘ante litteram’, non sempre corrispondente al reale.  In ogni caso, grazie al movimento, negli ultimi quarant’anni la storia delle donne è entrata, non senza lotte e fatica, nel mondo accademico, perdendo anche la carica di ideologia che aveva assunto e diventando un legittimo filone di studio e di ricerca.

La storia che considera le donne

Possiamo intendere la storia delle donne in due modi. Il primo è quello di dare spazio alle donne, per lo più trascurate nella storia e dalla storia. Moltissime regine, nobildonne, monache, signore dei salotti, spie e partigiane, popolane rivoluzionarie, sindacaliste, scienziate e tante altre sono state semplicemente dimenticate dalla storia mainstream.

Le donne sono infatti rimaste quasi sempre lontane dalla scena principale della storia, che è scandita da eventi i cui attori protagonisti sono sempre stati gli uomini: guerre, accordi diplomatici, successioni al trono, grandi invenzioni e scoperte. Certo, ci sono state figure femminili che hanno davvero deciso la storia generale. Pensiamo a Elisabetta I Tudor, che nel Cinquecento pose le basi per la grandezza mercantile, coloniale ed economica dell’Inghilterra. O a Maria Teresa d’Asburgo che nel Settecento si fece promotrice di grandi riforme, che resero moderne ed efficienti le amministrazioni dei suoi domini.

Ritratto di Elisabetta I
Elisabetta I

Ma le eccezioni sono poche e sono sempre trattate come tali. Ad esempio, parlando di Rivoluzione francese, ci sono noti i nomi di Robespierre, Danton, Marat. Ma proprio durante quel periodo visse e operò Olympe de Gouges, pseudonimo di Marie Gouze, che si batté per i diritti delle donne e che scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina.  Per fare invece l’esempio di un evento che ha segnato il ventesimo secolo, bisogna ricordare le donne di San Pietroburgo che chiesero per prime, nel 1917, la fine della guerra con una grande manifestazione nella città in cui poco dopo sarebbe scoppiata la rivoluzione, di cui conosciamo soprattutto i leader maschili.

Ritratto di Olympe de Gouges
Olympe de Gouges

In questi ultimi anni i media, la cultura popolare, le ricerche locali, addirittura la letteratura per ragazzi hanno preso sempre più spesso in considerazione la storia di donne celebri, valorizzando il loro ruolo nella cultura, nella scienza e nella trasformazione della società. Non possiamo che essere contente di questo, anche se ciò non è forse da considerare sufficiente per far pensare a un definitivo cambio di rotta.

La storia vista dalle donne

Il secondo modo di intendere la storia delle donne, forse più ampio e interessante, si riferisce alla storia scritta dalle donne. Il lavoro di storiche, storiografe, scrittrici e narratrici di vario tipo (per esempio le diariste o donne che tramandano la storia orale) porta finalmente una nuova angolatura nell’osservazione del passato. Esse raccontano gli eventi, da loro studiati o vissuti direttamente, con un punto di vista diverso rispetto a quello tradizionale, maschile.

Viene infatti sempre da chiedersi come sarebbe la storia che abbiamo studiato sui libri di scuola raccontata secondo un’ottica femminile, con un’attenzione particolare alle relazioni tra i generi. Ai primi del XIX secolo, la scrittrice Jane Austen dice di leggere per dovere dei libri di storia, ma di annoiarsi a morte, perché

In ogni pagina ci sono papi e re che litigano, guerre e pestilenze: gli uomini sono tutti dei buoni a nulla, e di donne non si parla o quasi.

Ritratto di Jane Austen
Jane Austen

Le ‘altre storie’

Proprio grazie agli studi di genere, inoltre, si sono scoperte questioni che non appartengono alla storia generale classica, ma che non per questo sono meno importanti: per esempio, nell’ambito degli studi di storia della famiglia, analizzando i documenti relativi alle doti e ai testamenti, si è visto il notevole peso che le donne hanno sempre avuto nella società, in un tema delicato come la conservazione e la trasmissione dei patrimoni.

Gli studi di genere che riguardano la storia delle donne aprono anche la strada a nuovi orientamenti di studio, come la storia religiosa, che è in gran parte patrimonio femminile, a partire dalle antiche cronache dei conventi.  Molte religiose si alfabetizzarono e diventarono studiose, compilando le vite di santi e di martiri, ma scrivendo anche la storia dei loro conventi. Quei documenti sono diventate fonti straordinarie per la ricostruzione del passato di istituzioni intorno cui gravitava la vita delle comunità di vasti territori.

Altre storie che stanno emergendo sono le biografie di donne magari non famose, ma che hanno partecipato attivamente a movimenti di lotta. Raccontando le vite di partigiane, sindacaliste, esponenti dei movimenti contadini, ambientaliste, testimoni dell’autodifesa dei popoli tribali si raccontano anche i luoghi, le epoche, i movimenti, una parte importante della storia dell’umanità, nel passato e nei problemi ancora aperti.

La memoria di lei” è un libro della storica Gabriella Zarri. Questo titolo sintetizza il significato e gli obiettivi che si pone la storia delle donne oggi: considerare le fonti e i documenti, anche quelli già in nostro possesso, per leggerli in una luce nuova, in cui le donne diventino presenze indispensabili per comprendere il passato.

Possiamo concludere questa breve nota alla storia delle donne (ma il discorso è tutt’altro che concluso…) con il commento di Dacia Maraini a una delle presentazioni del nostro piccolo libro:

Questo sulle valorose è un libro importante perché narra una storia differente da quella ufficiale che si basa sugli eroi, i guerrieri, le dinastie e le lotte, ma racconta la vita quotidiana, sempre taciuta e poco considerata, la vita della casa, delle fatiche, dei sacrifici, delle gioie lavorative portata avanti dalle donne.

 

L’immagine di copertina è dell’artista statunitense Barbara Kruger.