25 marzo/Mina

  • Oggi è il 25 marzo ed è il compleanno di Patti, fantastica amica e fantastica nonna. Auguri, amica mia!
  • La mia adorata seconda nipotina, che ho potuto vedere solo nella sua prima settimana di vita a Berlino e che, in questa lontananza forzata, insieme a sua sorella mi manca da morire, si chiama Mina.

Che cosa c’entrano tra loro queste due informazioni, vi chiederete…

C’entrano, c’entrano, perché il 25 marzo è anche il compleanno di Mina, la grande, inarrivabile Mina, che compie oggi 80 anni. Auguri quindi a Mina, che è nonna e anche bisnonna.

Da circa sessant’anni, ininterrottamente, Mina è una delle più grandi voci italiane. Ha ispirato i migliori musicisti e compositori; ha attraversato i generi musicali più diversi, raggiungendo sempre vette elevatissime. Ha unito una grande dote naturale alla tecnica per arrivare alle emozioni di tutto un popolo. Chi, in Italia, non conosce Mina e le sue canzoni? Chi non la considera un emblema italiano? Quante bambine, ragazzine, adolescenti l’hanno imitata?  Mina è infatti anche un’icona, un immenso simbolo pop.

Ma Mina è molto di più. Con la sua vita e le sue scelte ha sconvolto varie volte la vita sociale del nostro paese. Negli anni Sessanta lei, già famosa, ha avuto un figlio con un uomo sposato: invece di vergognarsene, come avrebbero voluto i benpensanti dell’epoca, ha esibito pancione e maternità, con gioia e fierezza. Per i giovani di oggi può apparire una banalità, ma in quegli anni il suo atteggiamento ha avuto il sapore di una provocazione, un affronto alle regole iperconservatrici della società italiana. Mancavano pochissimi anni al ’68, ma certe conquiste femministe erano, per noi bambine e anche per le nostre madri, inimmaginabili, sembravano storie di un altro pianeta. E nonostante la sua aperta sfida tutte le donne italiane l’hanno amata. O forse proprio per questo, perché rappresentava quelle istanze che pochi anni dopo si sarebbero manifestate, inarrestabili, in tutti gli strati sociali.

Mina è stata anche la prima a indossare minigonne negli spettacoli televisivi del sabato sera, le trasmissioni tipicamente per famiglie, infrangendo tabù e cambiando il costume, aprendo la strada alla libertà per migliaia di ragazze. Fino ad allora solo le ballerine si permettevano di mostrare le gambe in televisione. E mia nonna Clara ogni volta si affrettava a specificare che ‘portavano la calzamaglia…’

Poi, molti anni di gloria, la sua crescita artistica di pari passo con quella della sua popolarità. Inattaccabile sulla qualità del suo lavoro, ha sempre avuto la capacità di piacere a tutti. Banali show televisivi diventavano alta televisione perché c’era lei, da riguardare ancora oggi nelle teche Rai.

Nel ’78, ancora giovane (oggi i trentottenni sono dei ragazzini), ha deciso di lasciare la ribalta e di rinunciare in modo completo a una visibilità. Sono passati più di quarant’anni, ma quella sua scelta fa ancora discutere: sull’opportunità, sulle sue motivazioni (forse liberare la sua immagine da uno sguardo maschilista?), sui suoi effetti sulla fama e i ritorni economici, sulla Svizzera invece dell’Italia… Comunque nessun altro o altra ha preso una decisione così radicale, così determinata, senza mai tornare sui suoi passi.

Ma, e le siamo grati, ha continuato a lavorare: a fare musica, a incidere dischi, a collaborare con molti musicisti. Tanto buon lavoro, forse non tutto perfetto, ma sempre interessante, ricco, spesso sorprendente per la vicinanza di lei, nonna, alle più recenti tendenze musicali. Non ha rinunciato anche a dire la sua con alcune intelligenti rubriche sulla carta stampata.

Quindi, buon compleanno, Mina, per i tuoi ottant’anni e grazie per gli anni belli che ci hai regalato.

 

In evidenza il volto di Mina come la Gioconda, tratta dalla copertina del suo album Olio, del 1999.

Questo il link al sito ufficiale di Mina.

 

Questo il link a un’altra pietra miliare per la storia delle donne negli anni Sessanta, la vicenda di Franca Viola.