Cucinare con le erbe spontanee

Mi considero molto fortunata perché vivo in campagna e, nonostante il periodo di reclusione, posso muovermi nei prati che circondano la mia casa.  E, dato che è primavera, quale meravigliosa occasione per darmi alla raccolta delle erbe spontanee (o selvatiche, se preferite) che possono arricchire in modo gratuito, sano e gustoso la nostra cucina.

Era tanto tempo che volevo ricominciare a farlo, ma solo questo periodo di sosta forzata mi ha concesso di dedicare del tempo a questa piacevole attività. Sì, perché di tempo ce ne vuole: prima bisogna trovarle, poi raccoglierle, infine pulirle e lavarle. Ma poi, cucinate in vario modo, la soddisfazione è tantissima.

La scelta è molto varia: si va dal tarassaco (dente di leone) ai verzitt (italianizzato in verzini, ma chiamati anche carletti o in altri modi), dalle ortiche agli asparagi selvatici, dalla cicoria di campo ai germogli di luppolo (bruscandoli) o di fitolacca, e tante altre.

Dare valore alle erbe spontanee

La raccolta di erbe spontanee commestibili è un ritorno alla terra e alla natura pura: prima di arrivare alle coltivazioni, per millenni l’umanità sopravvisse alla raccolta. Ma anche fino a pochi decenni fa erano un integratore essenziale dell’alimentazione e dell’economia delle famiglie contadine.

Le erbe spontanee sono un inno alla biodiversità. E auguriamoci di poter continuare a raccoglierle per tanto, tanto tempo ancora. A questo proposito ricordiamoci di trasmettere questa conoscenza alle nuove generazioni. Io so per certo che i miei figli le apprezzano moltissimo quando le cucino, ma non saprebbero mai riconoscerle e raccoglierle. Mi riprometto allora di fare un salto di generazione e di farle conoscere alle mie nipoti.

Un’attività divertente e istruttiva può essere quella di creare un erbario, che si accresca nel corso del tempo. Cercare le piante e i fiori, farli seccare, applicarli con adesivi o piccole buste alle pagine, magari provare a disegnarli, infine catalogarli è un lavoro bellissimo da fare con i bambini e le bambine. Inoltre, permette di comprendere che ciò che offre la natura è molto più di quelle poche specie vegetali che vengono coltivate e offerte sul mercato. Nei boschi, tra i cespugli, nei prati c’è, a disposizione di tutti, un tesoro da conoscere e valorizzare.

Ora le mie nipoti non ci sono, naturalmente, ma intanto faccio un po’ di pratica di raccolta, sempre seguendo i consigli della mia amica e vicina Rita. Ecco perciò, nel menù di queste settimane, un ottimo risotto alle ortiche, una frittata con i verzini, le uova con gli asparagi selvatici, ecc. La pianta che ho sfruttato maggiormente è senza dubbio il tarassaco, dal gusto pieno e un po’ amaro, che è anche un efficacissimo depurativo e antinfiammatorio. Oltre che ripassato in padella con olio, aglio e acciughe, l’ho preparato crudo in insalata, l’ho aggiunto a una pizza e ne ho fatto il ripieno di una focaccia casalinga, ne ho fritto in pastella i fiori e messo sott’aceto i boccioli (simili ai capperi). Un vero dono del cielo.

risotto con le ortiche

pizza con il tarassaco

Le erbe spontanee in una ricetta tradizionale del Lazio

Nel bel gruppo Facebook Nonne in cucina ho trovato una ricetta tradizionale che mi ha particolarmente intrigato perché abbina la passione per impastare (che in questi giorni accomuna 60 milioni di italiani) a quella per le erbe selvatiche.

Loredana Benenati scrive

Oggi a pranzo ci siamo dilettati a fare “U pizzillu coll’erbe“, un piatto tipico della Valle del Turano, in provincia di Rieti. Consiste in una focaccia impastata (la consistenza da ottenere è simili all’impasto per la pizza) e cotta alla brace. E’ accompagnata con la cicoria di campo, così come vuole la tradizione, e servita insieme alle salsicce.
Gli ingredienti sono:

  • 1 kg di farina 00
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 1 cucchiaio di olio d’oliva
  • 1 cucchiaio raso di sale
  • acqua a temperatura ambiente q.b.

Loredana ha accompagnato il post con foto della preparazione del pizzillu; sullo sfondo lo strepitoso posto dove abita.

preparazione pizzillu

pizzillu con cicoria e salsiccia

 

In copertina, foto di Paola Salvioni: un nido di germogli di luppolo per le uova.

In questo post la ricetta dei fagottini con prosciutto e formaggio.

Qui invece quella della torta pasqualina.