Al Museo di Storia Naturale

Davvero una bella giornata. Le nonne hanno deciso di portare i nipoti al Museo di Storia Naturale.

Pablito, 5 anni, e Jimi, tre anni e mezzo, non si sono mai conosciuti prima. Ma galeotto fu il museo… A parte questa citazione letteraria di dubbio gusto, i due piccoli si sono divertiti moltissimo. E, non possiamo negarlo, anche le nonne.

Il Museo di Storia Naturale di Milano è proprio un bel museo, dicono sia uno dei più importanti d’Europa in questo campo scientifico, e certamente il più grande d’Italia. E’ bella anche la localizzazione, nel prestigioso Corso Venezia, in un palazzo tardoottocentesco di stile neogotico, nato fin dalla sua fondazione per essere un museo. Di fianco, il Planetario. Intorno, i Giardini Pubblici di via Palestro, uno spazio verde di grande fascino, il più antico parco pubblico di Milano, oggi intitolato a Indro Montanelli, ancora molto apprezzato dai milanesi e soprattutto dalle famiglie con bambini.

L’itinerario del piano terreno è in un crescendo: dalle sale con insetti e animali marini all’evoluzione della vita sulla Terra, ai vari ritrovamenti fpaleontologici, fino all’apoteosi dei dinosauri, con l’immenso scheletro di T-Rex e la ricostruzione impressionante del Triceratopo. Entrare nella stanza è senza dubbio impressionante, per i bambini come per noi, e ti stupisce come il custode possa restare  seduto su una sedia di lato a sonnecchiare. Ma poi pensi che gli oh! ammirati dei visitatori siano una cosa più che normale per lui, anche se in effetti ti saresti aspettata al tuo ingresso un sorriso ammiccante di orgoglio…

Comunque, più ancora delle stanze dei dinosauri, le sale più belle del museo sono al piano superiore, dove si trovano gli 80 diorami che ricostruiscono altrettanti ambienti naturali, abitati da splendidi esemplari di animali. Mentre il piano terra dà l’idea di un metodo espositivo superato, eccessivamente didascalico, al primo piano le ricostruzioni degli habitat sono fantastiche, ricchissime di particolari, e sembra di poter entrare realmente a contatto con la vita delle varie specie. Bellissimi anche gli scheletri di capodoglio e di altri cetacei appesi al soffitto.

Certo, gli animali sono imbalsamati, e qualche effetto lo fa il pensare che per arrivare a questo risultato espositivo sono stati catturati dal loro ambiente e uccisi. Ma è senz’altro meglio di vedere animali vivi, e reclusi, negli zoo, che penso andrebbero completamente chiusi e stop. Meno male che quello di Milano, creato proprio nei giardini di via Palestro, che ricordo i miei nonni mi portavano a visitare da bambina, è stato chiuso nel 1992. Bombay era l’attrazione principale: questa elefantessa faceva divertire i bambini accettando noccioline e monetine, mangiando le prime e lasciando le altre in un contenitore, indossando grandi occhiali, azionando un organetto e altre amenità del genere. Povera Bombay! Morì nel 1987, qualche anno prima della chiusura dello zoo: la ricordo benissimo, ma ne parlo ora perché la sua parte superiore sopravvive in un diorama del museo, che la rappresenta intenta a lavare un piccolino (che non ha mai avuto…) e immersa in un habitat acquatico tropicale (che non ha mai conosciuto…).

I bambini hanno corso senza freni da una vetrina all’altra, dribblando delle scolaresche con guida e chiamandosi con voci concitate per mostrarsi a vicenda ora uno ora un altro animale. Né io né Silvia siamo nonne apprensive o attaccate alle regole, per cui li abbiamo lasciati scorrazzare liberamente, giocando e gettandosi anche per terra, con grandi grida di gioia.

Certo, il Museo di Storia Naturale ha ancora diverse pecche. Per esempio, quasi nessun posto a sedere, ho visto solo una panchina (quella della foto seguente, con Jimi che fa la pazza): sarebbe difficile portarci mia mamma o altri anziani, data anche la vastità del percorso. Poi le toilettes, che definire poco attraenti è un eufemismo. Anche l’interattività è completamente inesistente. Se si eccettuano le giovani guide che ho visto spiegare con passione gli ambienti a classi di elementari e medie, i visitatori sono più o meno abbandonati a se stessi. Il confronto con altri musei, soprattutto europei, dove ogni oggetto esposto offre lo spunto per un gioco o un’altra attività operativa da gestire liberamente, è decisamente a svantaggio del nostro.

Ma, detto tutto ciò, invito caldamente ad andarlo a visitare: un paio d’ore decisamente ben spese e che lasciano una traccia per lungo, lunghissimo tempo. Noi quattro abbiamo completato la visita con un’altra oretta ai giardini: un ghiacciolo, un giro di giostra, un po’ di nascondino dietro ai grandi alberi… E poi a casa, stanchi, sporchissimi, ma felici.

Ecco i dati del Museo di Storia Naturale:

  • Museo Civico di Storia Naturale di Milano
  • Corso Venezia, 55
  • Ingresso 5 euro, bambini gratis e gratis per tutti la prima domenica di ogni mese
  • Apertura dalle 9,00 alle 17,30, con chiusura settimanale il lunedì
  • Sito Musei Civici di Milano

 

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